La COP28 è stata un evento cruciale per il dibattito globale sul cambiamento climatico. Tenutasi nel 2023, questa conferenza ha rappresentato un momento chiave per la lotta alle emissioni di gas serra e la transizione energetica. Anche se sono passati alcuni anni, è importante analizzare i risultati raggiunti e le sfide ancora aperte.
Cosa significa COP e perché è importante?

L’acronimo COP sta per “Conference of the Parties” (Conferenza delle Parti) e indica il summit annuale che riunisce i Paesi firmatari della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Si tratta di un appuntamento decisivo per definire strategie e obiettivi contro il riscaldamento globale. Tra i partecipanti c’è anche l’Italia, insieme alle maggiori economie mondiali.
I principali risultati della COP28
Non tutte le conferenze climatiche portano a risultati concreti, ma la COP28 ha segnato un passo avanti rispetto alle edizioni precedenti. Le decisioni prese sono state anche il punto di partenza per la COP29, svoltasi nel 2024 a Baku, Azerbaigian.

Ecco i principali accordi raggiunti:
- “Transition Away” dai combustibili fossili
La COP28 ha sancito un accordo sul concetto di “transition away”, che significa letteralmente “transitare fuori” dai combustibili fossili. L’obiettivo è arrivare a zero emissioni di gas serra entro il 2050. Attenzione a non confondere transition away con phase out! L’Unione Europea e altri Paesi avrebbero preferito un “phase out”, ovvero l’eliminazione completa dei combustibili fossili, ma il compromesso trovato rappresenta comunque un passo avanti. - Espansione delle energie rinnovabili
Un altro punto chiave della COP28 è stato l’impegno a triplicare la capacità delle energie rinnovabili e a raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. Questo potrebbe accelerare la transizione verso un’economia più sostenibile. - Global Stocktake (GST) e il Fondo Loss and Damage
Il “Global Stocktake” è un’analisi periodica sui progressi climatici globali, fondamentale per verificare se gli obiettivi sono sulla buona strada. Inoltre, è stato attivato il Fondo “Loss and Damage”, destinato ai Paesi più vulnerabili che subiscono gli impatti della crisi climatica.
Obiettivi mancati e criticità

Nonostante i progressi, la COP28 ha evidenziato alcune problematiche:
- Mancanza di obblighi vincolanti
Gli impegni presi restano generici e non prevedono sanzioni per chi non li rispetta. Questo favorisce le compagnie petrolifere e i governi che dipendono dai combustibili fossili. - Rischi per gli Accordi di Parigi
L’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C è ancora a rischio. Questo perché alcuni Paesi, come la Cina, hanno ottenuto il via libera per continuare a costruire centrali a carbone, mentre gli Stati Uniti hanno stanziato solo 24,5 milioni di dollari per il Fondo Loss and Damage, una cifra insufficiente rispetto alle necessità.
Conclusioni: un punto di svolta per il clima?

Per la prima volta, la COP28 ha posto in modo chiaro la necessità di ridurre l’uso delle fonti fossili, anche se esse rimangono centrali per l’economia globale. L’accordo raggiunto rappresenta un primo passo, ma resta ancora molto da fare per garantire un’effettiva transizione energetica.
La vera sfida sarà vedere come questi impegni verranno trasformati in azioni concrete nei prossimi anni, in vista delle prossime conferenze sul clima.
Foto di copertina: fonte Canva Pro