Foreste e Biodiversità sono il nostro anti-virus naturale. Rispettare il Pianeta e tutelare l’ambiente è fondamentale per fermare questa e future pandemie. Scopri perché
Quella che pensavamo essere un’epidemia è presto dilagata in pandemia da COVID-19 internazionale: come è potuto succedere?
Purtroppo no, non è stata solo sfortuna. La rapida diffusione è una conseguenza delle nostre stesse azioni. Abbiamo distrutto foreste, sfruttato al limite le risorse naturali, non ci siamo presi cura della nostra casa. Cerchiamo di capire perché, e soprattutto come cambiare.
Salvare l’ambiente per tutelare la nostra salute
È ormai comprovato che l’uomo ha sfruttato più risorse di quanto la Terra possa produrre. Per la sete di ricchezza di alcuni, abbiamo invaso habitat e distrutto ecosistemi. Tutto a nostro sfavore. La natura funziona grazie ad un equilibrio che si è evoluto negli anni, dobbiamo però badare che la natura siamo anche noi. Noi che questo equilibrio lo abbiamo alterato, modificando più del 70% dell’ambiente terrestre.
Come riportato sul report del WWF, dedicato all’emergenza attuale, perdere foreste significa esporci a pericoli gravi. Ne stiamo avendo una prova in questo terribile periodo. Ma qual è il collegamento tra deforestazione e le nostre malattie? Noi che siamo così lontani dalle foreste, no? In verità, siamo tutti collegati: prendendoci gran parte delle foreste per fini egoistici, ci prendiamo anche il rischio di contrarre malattie, virus e infezioni che non siamo in grado di controllare. Vediamo come può succedere.
Spillover, Zoonosi e Bushmeat: le 3 minacce per la vita umana
Il rischio per l’uomo è quello di cui tutti oggi siamo testimoni: il contagio. Quindi, come avviene? Sia nel più tradizionale modo che conosciamo, ovvero da organismi chiamati vettori, che possono essere zanzare e insetti. Sia in modi meno immediati: tanti virus riescono nel tempo ad evolversi e a trasmettersi dall’animale all’uomo. Si parla così del processo di Spillover. È esattamente quello che ha causato la pandemia attuale.
Queste infezioni, che derivano quindi dagli animali, sono le cosiddette Zoonosi. Non sono per nulla rare, il 75% delle malattie umane conosciute fino ad oggi appartiene a questa categoria. È evidente che negli anni stiano aumentando, per due motivi: gli animali si avvicinano sempre di più all’uomo, cercando nuovi habitat; e l’uomo stesso si avvicina alla fauna selvatica, dando origine alla Bushmeat.
“Bushmeat” significa letteralmente “carne dal bosco”. Questo perché gli uomini, per scopi sia alimentari sia di commercio, entrano in contatto con specie selvatiche, nate per vivere allo stato brado. Gli animali in questione, però, trasportano “ospiti” altamente indesiderati. È così che dai mercati di animali vivi, all’improvviso, scoppiano impetuose pandemie.
Imparare dal passato per evitare una nuova Pandemia
Sapete, questo terribile virus non è di certo il primo che l’uomo ha dovuto combattere. Si parla infatti di “catastrofi sventate” quando ci si riferisce alle zoonosi che hanno caratterizzato l’ultimo ventennio. Gli esempi possono essere tanti, forse troppi: HIV, Febbre tropicale, infezione suina, la SARS, malattia cugina del COVID19, e purtroppo ne potremmo nominare almeno 200.
E verrebbe da chiederci, perché adesso? Cosa è cambiato? Beh, cosa abbiamo cambiato. I danni arrecati all’ambiente non solo hanno causato tutti gli effetti di cui sentiamo parlare ogni giorno, ma hanno anche provocato una grandissima perdita di biodiversità.
La biodiversità è il nostro scudo contro una futura pandemia. Si stima che i danni ambientali abbiano portato al rischio di estinzione circa un milione di specie animali e vegetali. La perdita di complessità degli ecosistemi favorisce la diffusione di pandemie, a causa dell’aumento di organismi vettori (zanzare, insetti), della contaminazione ambientale, dello Spillover stesso.
Cosa fare ora? Torna tutto come prima?
Non voglio che questo risulti un articolo puramente informativo. Voglio che sia uno spunto di riflessione, per far sì che a questo momento di debolezza dell’umanità non ne debbano seguire altri. Deve essere questo un campanello d’allarme. Deve spingerci verso una riorganizzazione tanto economica quanto sociale, che voglia scrivere il futuro in chiave sostenibile.
Io, personalmente, spero che i sacrifici del presente non saranno vani. Che tutti, insieme, prenderemo consapevolezza di quanto abbiamo sbagliato in passato per sapere quanto possiamo correggerci in futuro. L’economia incontrerà una crisi talmente forte che ogni settore dovrà ricrearsi, rilanciarsi, e spero potrà farlo con occhi nuovi, brillanti e con tanta attenzione all’ambiente nella sua totalità.
Siate visionari, siate ambiziosi, siate anche esagerati. Ma restiamo positivi nei confronti di questo futuro incerto. Andrà tutto bene, vero?
Cover image: Photo by vadim kaipov on Unsplash