Avete mai pensato, da convinti amici degli animali, che il Palio di Siena fosse un’inutile carneficina?
Ecco le verità nascoste del Palio senese che mi hanno fatto cambiare idea…
Gli animalisti e il Palio di siena
Ogni anno, in occasione del Palio c’è una levata di scudi di animalisti, spesso non veri, ma dell’ultima ora, che marciano in piazza, sui giornali e su Internet a proposito di veri o presunti maltrattamenti degli animali che si fanno a Siena.
Poi scompaiono, mentre rimangono, a Siena, realtà come la clinica di Radicondoli per gli animali feriti, o l’amore di questi contradaioli che si autotassano per salvare un animale di 23 anni che ormai non può più correre e non ha più modo di far guadagnare nessuno, è di fatto solo una spesa.
Chi è, allora, che maltratta davvero gli animali? Queste persone che appena possono danno conforto agli animali che li fanno divertire e che mantengono vita una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi o i disinformati, lestissimi a scandalizzarsi , ma altrettanto lesti a sparire quando i giorni del Palio sono finiti?
Le verità nascoste del Palio di Siena
Perdersi nelle geometrie ardite di Piazza del Campo è facile se la tua guida è Alice De Gergorio, cuore senese DOP e grande senso etico. Con lei si possono approfondire quelle tematiche animaliste attinenti al Palio, spesso oggetto di strumentalizzazione da parte dei mass media. La sentitissima crociata contro i Palii e, in generale, contro qualsiasi forma di sfruttamento agonistico degli animali è condivisa da tutti i cavalieri del paese. Molto spesso, però, si portano a suffragio della propria tesi argomenti del tutto inappropriati e la disinformazione si insinua sottile tra le menti dei ben pensanti.
Pensiamo a tutte quelle forme “ippiche“ di vero e proprio “snaturamento” degli equidi: la stessa corsa, l’incitamento alla competizione, non sono tipici del cavallo. Questo animale è da sempre un predato: l’ultima cosa che lo vedrete fare, se lo osservate in natura, è correre. I cavalli al pascolo occupano l’80% della loro giornata brucando soavemente. La corsa è una reazione di difesa, un segnale di disagio.
Tutte le competizioni, insomma, non sono adatte al cavallo se vogliamo ricondurre la sua figura a quell’ortodossia di metodi e intenti che dovrebbe circondarlo. Di sicuro un cavallo in natura non dovrebbe sottostare nemmeno alla coercizione della monta e della doma. Purtroppo di sovente il Palio si ritrova al centro del palcoscenico mediatico, cui peraltro ha voluto consapevolmente proporsi, con le scelte televisive degli ultimi anni, forse da rimettere per certi versi in discussione.
“Occorre valutare tutti i Palii, anche quello di Siena, per calcolare quanti maltrattamenti e morti di animali ci sono state – spiega Alice – quando accadono episodi di sfruttamento di animali le notizie fanno il giro del mondo e ledono la nostra immagine e il made in Italy: di sicuro quello che accade qui è una celebrazione quasi evangelica della figura del cavallo, le stesse regole del Palio di Siena lo dimostrano: è sufficiente che all’arrivo giunga il cavallo, anche senza fantino. Il cavallo è il vero protagonista, osannato, coccolato, ospitato addirittura a tavola quando vincente. Una clinica veterinaria è sempre a disposizione per accogliere gli amici infortunatisi durante l’evento; di rado abbattuti, più spesso reimpiegati in ruoli di fattrici o riproduttori. ”
Scopriamo, infatti, che negli anni, per evitare il più possibile gli incidenti, è stata selezionata una razza ad hoc, resistente ma al tempo stesso agile e veloce. Un felice connubio tra i purosangue inglesi che campeggiavano nei Palii dei primi anni 70 e il mastodontico Maremmano, cavallone autoctono dal piede franco e robusto. Addirittura ai pressi di Siena è stato ricostruito un campo di lavoro e corsa che ricalca perfettamente la conformazione geo fisica della Piazza del Campo. Con investimenti e profusione di energie incredibili.
Da parte della LAV si rilasciano troppo spesso le solite stantie e biliose dichiarazioni, invocando l’abolizione del Palio e tutti i partiti politici si adoperano per promuovere un animalismo cieco e scoordinato.
Da parte nostra invece, sicuri dopo questa chiacchierata che il Palio sia indubbiamente animal friendly e patrimonio della nostra tradizione, ribadiamo che a Siena la cultura del cavallo è parte stessa della città, e invitiamo tutti a essere più sereni e composti perché il Palio con la sua secolare storia non ha bisogno di tifoserie, ma di cuore, intelligenza e minore pressione mediatica. Non solo folklore, ma vera e genuina PASSIONE.
Personalmente mi sono avvicinata al palio in aperta polemica: un tempo la pensavo come tutti gli animalisti, poi ho dovuto ricredermi davanti ai fatti.
Dunque, da non senese, rifletto sui fatti e mi chiedo: non faremo meglio ad indirizzare i nostri scarsi forzi a tutela degli animali verso le migliaia di amici abbandonati a morire di fame per la strada, anziché improvvisarci una volta all’anno strenui difensori dei diritti degli animali solo quando vediamo il Palio alla TV?
E voi cosa ne pensate?
Informazioni utili:
- Palio di Siena: Comune di Siena
- La nostra Guida Green a Siena e dintorni
- Strutture ricettive eco-friendly a Siena
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