Come sta cambiando il mondo del turismo? Cosa cercano i nuovi viaggiatori? Quali aspetti ecologici prendono maggiormente in considerazione i turisti italiani? Quali sono i loro alloggi preferiti? Quali sono le motivazioni di chi cerca una vacanza eco-sostenibile? Scopriamolo insieme attraverso i risultati di due studi recenti: il rapporto di Univerde su Ecoturismo e Turismo Sostenibile, e la ricerca promossa dall’Espresso Communication per ConLegno.
Mai come prima il tema dell’ ecoturismo sostenibile si è fatto più urgente (qui spiegavamo il perché). Nato in tempi relativamente recenti, questo tipo di turismo ha vissuto una crescita molto importante negli ultimi anni. Per questo, ecco qui per voi un piccolo aggiornamento per sapere a che punto siamo arrivati.
Il 2017 è stato scelto dall’ONU quale ‘Anno del turismo sostenibile’, e i dati raccolti da diverse ricerche, quali ad esempio il VII Rapporto della Fondazione UniVerde in collaborazione con IPR marketing “Italiani, turismo sostenibile e ecoturismo” e gli studi dell’Espresso Communication per ConLegno, confermano questa realtà.
Agli italiani piace il turismo green: lo sceglie un viaggiatore su due
Secondo uno studio recente promosso dall’Espresso Communication per ConLegno, il 48% degli italiani preferisce strutture ricettive e destinazioni turistiche eco-friendly, e vuole adottare, anche in vacanza, azioni rispettose dell’ambiente.
Dall’utilizzo dell’energia verde, all’alimentazioni biologica o a km zero, dalla raccolta differenziata alla riduzione dei consumi. Sono alcune delle buone pratiche che, secondo il sondaggio, decretano il successo di strutture ricettive e località turistiche. Questo interesse è riscontrato principalmente tra i giovani (58%), e tra le persone provenienti dalle grandi città metropolitane come Milano (57%) e Roma (52%).
Quali sono le motivazioni che spingono i viaggiatori a preferire vacanze eco-sostenibili? Secondo lo studio, condotto su circa 1200 persone tra i 18 e i 65 anni, al primo posto ci sarebbe una maggiore consapevolezza del proprio impatto ambientale (62%).
A seguire: il desiderio di conoscere le tradizioni culturali (ed enogastronomiche) locali (53%), la volontà di entrare in contatto con la natura (52%), la necessità di dedicarsi al benessere psico-fisico personale praticando attività sportive (48%), e la possibilità di contribuire al sostegno dell’economia e dello sviluppo locale (34%).
Ecoturismo in Italia: cosa dicono gli ultimi studi
Considerando il VII Rapporto della fondazione UniVerde del Marzo 2017, possiamo notare quanto il mondo del turismo stia cambiando e lo faccia molto velocemente, viste le differenze non indifferenti che i grafici mostrano di anno in anno, a partire dal 2011 fino ad arrivare al 2017.
Innanzitutto, la ricerca analizza quali siano le principali esigenze dei viaggiatori di oggi: a prevalere sono la necessità di un arricchimento culturale, che dal 39% del 2011 è salito al 45% nel 2017, e la voglia di conoscenza e di esplorazione del territorio e della tradizione (43% nel 2017).
Questi dati trovano conferma nel sondaggio successivo, ovvero, quali siano gli elementi che attraggono maggiormente nella scelta della meta turistica. Infatti vengono di gran lunga preferiti luoghi con un vasto patrimonio artistico, storico e culturale (62% nel 2017) e con un’importante componente naturale e paesaggistica (59% nel 2017).
Quanto sappiamo di ecoturismo e di turismo sostenibile?
Nella seconda parte del Rapporto viene invece analizzato il livello di conoscenza degli italiani sul tema e le pratiche del turismo sostenibile, e qui si possono notare differenze molto più consistenti tra le varie risposte.
Mentre infatti nel 2011 alla domanda “Quanto è praticato oggi il turismo sostenibile?” solo il 7% rispose che era molto/abbastanza praticato, nel 2017 la percentuale si è alzata a 18, più del doppio.
Non solo, ma nel 2017 il grafico mostra che ben il 76% degli italiani ha dichiarato di aver già sentito parlare di “turismo sostenibile”, contro il 63% del 2011.
Inoltre, la maggior parte crede che il turismo sostenibile sia un’attività eticamente corretta (39%) e vicina alla natura (29%), ma è anche vero, però, che il numero delle persone che reputano questo tipo di turismo abbastanza costoso sia in crescita (da un 5% del 2016 ad un 11% nel 2017).
Sostenibilità: un vincolo o un’opportunità di crescita?
Molto importante è poi la considerazione che gli intervistati hanno avuto rispetto allo sviluppo economico di un’area. Essi infatti credono che il vincolo della sostenibilità sia più una necessità e un’opportunità di crescita (rispettivamente, 40% e 48% nel 2017) rispetto ad un freno (5% nel 2017). Questo è sicuramente un punto rilevante, perché significa che l’urgenza della sostenibilità ambientale sta effettivamente diventando sempre meno trascurabile.
Questa necessità diventa reale anche nel momento della pianificazione di un soggiorno turistico: nel 2017, la maggior parte (il 55% degli intervistati) dichiara infatti di porsi il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente, e fra questi, il 40% la considera come un’esigenza che ha da sempre e il 44% come un’esigenza nata negli ultimi anni. Anche gli studi di Espresso Communication per ConLegno enfatizzano il fatto che oggi il 48% degli italiani voglia adottare in vacanza “azioni rispettose per l’Ambiente” e premiare le scelte responsabili adottate dalle strutture e località turistiche.
Qual è il tipo di alloggio preferito?
In quanto ad alloggio preferito, sono in crescita soprattutto i B&B, gli agriturismi e, anche se di poco, le soluzioni di alloggi informali (tipo airbnb), le quali compaiono nel grafico la prima volta nel 2016.
Alla ricerca di esperienze uniche
Questa tendenza deriva soprattutto, secondo lo studio di Espresso Communication per ConLegno, dalle nuove priorità dei viaggiatori odierni, ovvero: l’opportunità di vivere la comunità locale e il territorio per comprendere la loro realtà e conoscere le tradizioni, soggiornando magari presso le aziende agricole e artigianali per imparare il mestiere, esplorare i borghi storici con guide locali, scoprire l’enogastronomia tipica, sostenere l’economia e sviluppo locale e stare a contatto con la natura.
Come d’altronde spiega Giovanni Viganò, docente di Organizzazione e Promozione di Territori turistici all’Università Bocconi di Milano, questo nuovo turismo consapevole nasce non solo per rispettare l’ambiente e le persone, ma anche dall’esigenza di creare un viaggio che ci assomigli di più e ci coinvolga.
Quindi un viaggio che ci rispecchi e sia in linea coi nostri valori e interessi, per far sì che diventi un’esperienza unica e su misura per noi.
Come riconoscere una struttura ricettiva attenta all’ambiente?
Il Rapporto si è occupato anche di questo. Per quanto riguarda la struttura, sono i pannelli fotovoltaici e i sistemi di risparmio per l’elettricità e l’acqua ad essere i più rilevanti. Per quanto riguarda l’organizzazione e i servizi invece, i segnali sono la presenza di menù biologici e/o a km 0 e la modalità di raccolta dei rifiuti e di pulizia.
Lo studio della Fondazione UniVerde si conclude chiedendo agli intervistati il loro parere su quanto il governo italiano stesse facendo sul tema turismo sostenibile, e i risultati mostrano che solo un 12% crede che si stia impegnando molto, mentre per il 45% c’è ancora tanto da fare.
E voi, cosa ne pensate?
A questo link trovate il Rapporto completo della Fondazione UniVerde:
VII Rapporto Fondazione UniVerde: Italiani, turismo sostenibile e ecoturismo