È possibile seppellire e conservare l’anidride carbonica sotto il fondale dell’oceano? Uno studio innovativo pubblicato sul Chemical Engineering Journal afferma che il stoccaggio di CO₂ sotto i fondali oceanici non è più solo una teoria. Grazie a recenti esperimenti di laboratorio, questa tecnologia sta emergendo come una soluzione possibile per ridurre l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, aprendo così nuove strade per la mitigazione del cambiamento climatico.

Come funziona lo stoccaggio della CO₂ negli oceani

cubetti di ghiaccio
Foto via canva PRO

Immaginate un cubetto di ghiaccio, ma con una particolarità: al suo interno, invece dell’aria, è intrappolata anidride carbonica. Questo è il principio alla base degli idrati di CO₂, composti solidi che si formano combinando anidride carbonica e acqua in condizioni di alta pressione e bassa temperatura, come quelle esistenti nelle profondità oceaniche.

Secondo i ricercatori, questi idrati potrebbero essere creati a circa 1 km di profondità, dove la pressione e la temperatura favoriscono la loro stabilità. Studi recenti condotti da un team guidato dal professor Praveen Linga presso l’Università Nazionale di Singapore hanno dimostrato che è possibile intrappolare fino a 184 metri cubi di CO₂ in un solo metro cubo di idrati, con potenziali applicazioni su vasta scala.

Vantaggi climatici ed ecologici

Stoccare la CO₂ in profondità potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro il cambiamento climatico. Tra i vantaggi principali, troviamo:

  • Riduzione del riscaldamento globale: Rimuovere grandi quantità di CO₂ dall’atmosfera aiuta a rallentare l’aumento delle temperature.
  • Protezione degli ecosistemi oceanici: Minori concentrazioni di CO₂ contribuiscono a ridurre l’acidificazione degli oceani, proteggendo così la biodiversità marina.
  • Mitigazione degli effetti ambientali: La stabilizzazione del clima beneficia anche l’agricoltura, la salute pubblica e gli ecosistemi terrestri.
Mappamondo
Foto di Ben White

Costi e sfide

La commercializzazione di questa tecnologia richiederà tempo e investimenti. Secondo il professor Linga, sarà necessario un periodo di 3-5 anni per raggiungere una fase applicativa su larga scala, a condizione di ottenere autorizzazioni ambientali e collaborazioni con l’industria.
I costi attuali per il trasporto e l’iniezione di CO₂ sono stimati tra i 5 e i 30 dollari per tonnellata, ma ulteriori studi pilota potrebbero ridurli significativamente.

Una soluzione promettente per il futuro

La tecnologia di stoccaggio negli idrati oceanici si basa su un meccanismo naturale già osservato nei metano-idrati, che restano intrappolati nei sedimenti per milioni di anni. Se i progressi continueranno, questa metodologia potrebbe diventare un pilastro fondamentale per raggiungere la neutralità carbonica entro la metà del secolo, come auspicato dall’IPCC.

Scritta dell’anidride carbonica
Foto di Matthias Heyde

Investire in tecnologie innovative come questa rappresenta sicuramente una grande sfida tecnica, ma allo stesso tempo un’opportunità per rallentare i cambiamenti climatici in atto.

In futuro si potrebbe lavorare su larga scala per catturare oltre 100.000 gigatonnellate di CO₂ da sepellire sotto forma di idrati nei sedimenti marini, per un tempo lunghissimo.

Così questa scoperta tecnologica potrebbe offrire un contributo decisivo per un futuro più sostenibile.

Cover image: Foto di Matt Hardy via Unsplash