Giovinezza. Coscienza. Consapevolezza. Impegno. Coraggio. Determinazione.
Sono più o meno queste le cose che servono per cambiare il mondo. O almeno provarci e avere qualche possibilità in più di riuscirci. Beh, Greta Thunberg le ha tutte. La sedicenne svedese sulla scena mondiale da diversi mesi. Non per gossip o frivolezze, secondo alcuni adulti forse l’unico modo per far parlare di sé a questa età. No, lei sta facendo quello che per anni proprio certi adulti al potere si sono rifiutati di fare: li sta costringendo a guardare in faccia la realtà. Il nostro pianeta è in pericolo. Il nostro futuro è in pericolo. E chi continua a “urlare al complotto” sul tema cambiamento climatico non è mai stato così ridicolo.
Vi raccontiamo in poche righe l’attività, o meglio, l’attivismo di Greta e ciò che le sue parole e gesti stanno scatenando da un capo all’altro del globo.
La voce di chi vuole riprendersi il futuro
Maggio 2018: un quotidiano svedese lancia un concorso. Lo vince una ragazzina con un tema sull’ambiente che viene pubblicato. Un attivista lo legge, ne rimane colpito e invita tutti gli studenti ad uno sciopero qualche giorno dopo. Solo la ragazza del tema aderisce, e va a sedersi davanti al Parlamento di Stoccolma con un cartello: “sciopero da scuola per il clima”. Continua a farlo per giorni, settimane, finché non decide di limitare lo sciopero solo al venerdì, per non perdere tutti i giorni di scuola. Anche se, come lei stessa dice, che senso ha andare a scuola per imparare cose da mettere in pratica nel futuro che probabilmente non avremo? Quella ragazza è Greta Thunberg. Forse non sapeva ancora in quei giorni di maggio di aver messo in moto una macchina potente, inarrestabile. Prima ha convinto i suoi genitori dell’urgenza di affrontare questo tema seriamente. Poi ha cominciato a farsi sentire dalla stampa internazionale.
Oggi parla a centinaia di migliaia di giovanissimi che non la lasciano più sola in quello sciopero del venerdì. E infatti, il 15 marzo 2019 si è tenuto il primo sciopero mondiale per il clima, sostenuto dal movimento che è nato con l’attività di Greta: Fridays For Future. 1,6 milioni di persone sono scese nelle piazze di tutto il mondo a protestare, 370 mila di queste in Italia (il numero più alto tra i Paesi d’Europa).
I famosi 2 C° di cui gli scienziati parlano da anni sono talmente diventati un obiettivo urgente da essere stati abbassati a 1,5 C°. Cosa rappresentano? La soglia di riscaldamento globale da non superare se vogliamo evitare inondazioni, mareggiate, disastri ambientali di altra natura, con conseguenti catastrofi a catene per tutte le economie mondiali. La temperatura del pianeta è aumentata di un grado nell’ultimo secolo ma la previsione è che il rimanente mezzo grado sia raggiunto tra il 2030 e i 2040.
Greta ha deciso di prendersi un anno sabatico da scuola, per girare il mondo (non in aereo, inquina troppo) e parlare a quante più persone possibili, soprattutto leader mondiali, per spingerli ad agire concretamente, prima che sia troppo tardi. Speriamo vogliano ascoltare.
Le parole di Greta sono spesso dure, qualcuno crede che non siano farina del suo sacco, ma basta sentire un suo discorso di fronte ad un’assemblea per percepire quanto quella “durezza” sia autentica e sincera, perché non è proprio più il caso di usare mezzi termini. Fa sorridere che sia una ragazza di soli 16 anni a prendere in mano una situazione che da anni è fuori controllo. Ma fa anche un po’ rabbia, perché dimostra che molte nazioni del mondo siano sotto la responsabilità di qualcuno che non ha un’idea molto chiara delle priorità. E il futuro del pianeta, l’unico che abbiamo, è certamente LA priorità.
Immagine di copertina: Greta Thunberg, foto di Anders Hellberg, via wikimedia