Il 2017 si è concluso con l’approvazione in Senato della legge quadro sulla mobilità ciclistica italiana. Sì, avete capito bene: d’ora in avanti la bicicletta sarà considerata al pari di tutti gli altri mezzi di trasporto, e quindi soggetta alle stesse regolazioni e provvedimenti. Infatti, i bisogni e le necessità di chi sceglie la bici per spostarsi non saranno più un’opzione ma un vero e proprio obbligo. Entriamo un po’ più nel dettaglio e scopriamo insieme cosa cambia.
In cosa consiste la legge sulla mobilità ciclistica?
La Legge, entrata in vigore dal 15 febbraio 2018, prevede più passaggi per la sua effettiva attuazione:
- entro il 15 luglio 2018: è necessario approvare il Piano Generale della mobilità ciclistica;
- entro il 15 luglio 2019: approvazione dei Piani Regionali della mobilità ciclistica insieme alla realizzazione della rete ciclabile Bicitalia e dei relativi progetti regionali;
- entro il 30 giugno 2019: prima relazione sullo stato dell’attuazione della legge sulla mobilità ciclistica;
- entro il 19 agosto 2019: un Biciplan per tutte le città metropolitane, i comuni e le associazioni di comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti, che adotteranno nuovi “PUMS” (Piano urbano della Mobilità Sostenibile).
Per quello che riguarda il quarto punto, ogni anno il 30 giugno, dovrà essere pubblicata una relazione sullo stato di attuazione, per tenere conto degli sviluppi ma anche dei cambiamenti che la legge porterà alla pianificazione urbanistica delle città.
Si dovrà infatti tenere conto della mobilità ciclistica nella realizzazione e miglioramento della rete di trasporti, poiché chi sceglie la bicicletta non ha nessun diritto in meno di chi sceglie l’autobus, la ferrovia o il taxi.
Da ringraziare in maniera particolare è l’organizzazione ambientalista FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), il cui obbiettivo principale è sempre stato quello di diffondere la bici come mezzo di trasporto ecologico riconosciuto allo stesso livello degli altri. La FIAB non solo ha aiutato con la stesura del testo di legge, ma ha anche lavorato per costruire la rete ciclabile Bicitalia.
Tuttavia, ora il compito passa nelle mani di tutti i comuni italiani che devono impegnarsi per rendere questa mobilità efficiente e sicura.
Perché è una vittoria sostenibile
L’approvazione della legge è da considerarsi come una duplice vittoria: non solo sarà un traguardo per chi ha sempre privilegiato la bici come mezzo di trasporto o mezzo turistico, ma anche per il benessere dell’ambiente.
La bicicletta infatti è il mezzo sostenibile per eccellenza. Non inquina ed allo stesso tempo permette di fare esercizio fisico, anche se solamente per qualche chilometro. Introducendo la bicicletta come mezzo urbano e metropolitano, facilitando la sua circolazione e migliorando la sicurezza, sempre più persone sceglieranno di intraprendere questo tipo di mobilità, diminuendo così il problema del traffico e magari limitando l’uso della macchina a chi ne ha assolutamente bisogno. Più la mobilità ciclistica sarà facilitata e promossa, più le persone opteranno per sfrecciare a lavoro o in vacanza sulle due ruote più green che esistono…
Pedalata dopo pedalata
I lavori sono già iniziati. Con i finanziamenti anticipati del Mit, si stanno espandendo ben 10 ciclovie nazionali per un totale di 6.000 chilometri: il Progetto VenTo (qui trovate un articolo a riguardo), da Venezia a Torino, la Ciclopista del Sole da Verona a Firenze, il Grab, raccordo anulare delle bici di Roma, la Ciclovia dell’Acquedotto pugliese, la Ciclovia del Garda, la Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia, la Ciclovia della Magna Grecia, l’anello della Sardegna, la Ciclovia Adriatica ed infine quella Tirrenica, da Ventimiglia a Fiumicino.
Insomma, la mobilità ciclistica si sta espandendo sia in senso urbano sia in senso turistico ed è proprio questo ciò che ha di speciale: con una bici potete muovervi facilmente da casa a lavoro o da casa al supermercato, ma anche percorrere gli itinerari cicloturistici più belli e mozzafiato del mondo, pedalando nella natura più verde e respirando aria più pulita.
Foto copertina di Bogdan Dada via Unsplash