Il nostro attuale uso di plastica è insostenibile. Pertanto, gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando non solo plastiche alternative, ma anche modi per smaltire i rifiuti di plastica. In una discarica del Pakistan, gli scienziati hanno scoperto che il fungo chiamato Aspergillus tubingensis può nutrirsi di plastica.

Un gruppo di ricercatori dell’Accademia delle Scienze cinese e dell’Università di Agricoltura dello Yunnan ha scoperto che il fungo comune Aspergillus Tubingensis può essere utilizzato per abbattere i polimeri di plastica: hanno osservato infatti che il micelio del fungo, cioè il suo apparato vegetativo aveva colonizzato un foglio di materiale plastico in poliuretano poliestere, causando la completa degradazione della sua superficie.

La plastica, che persiste nell’ambiente per secoli, può essere abbattuta da questo fungo solo in poche settimane.  Questa incredibile scoperta rappresenta quindi una speranza e un concreto aiuto per risolvere il problema globale della produzione eccessiva di rifiuti.

Non è così facile come sembra

Lo scienziato Sehroon Khan ha dichiarato: “Volevamo individuare soluzioni già esistenti in natura, ma trovare microrganismi che possono fare il lavoro non è facile”.

Ci sono diversi fattori che influenzano la capacità del fungo di mangiare la plastica. Le più importanti sono la temperatura, l’equilibrio del pH dell’ambiente circostante e il tipo di mezzo di coltura in atto. Ora gli scienziati devono capire le condizioni migliori per poter usufruire di questo fungo mangia-plastica in situazioni pratiche.

Secondo il Forum Economico Mondiale, Aspergillus tubingensis può risolvere anche il problema della microplastica nell’acqua potabile mettendolo in un impianto di trattamento dei rifiuti o in un terreno contaminato dal materiale.

Scoperto un nuovo fungo mangia-plastica in Pakistan

Non solo funghi mangia-plastica

Non è la prima volta che gli scienziati hanno trovato degli organismi che possono aiutarci a distruggere e smaltire la plastica.

All’inizio di quest’anno, hanno trovato un bruco, che usualmente si nutre di cera d’api, e che può anche nutrirsi di plastica, in quanto la struttura molecolare di questi due elementi è simile.

Infine, vi è stato un batterio che può degradare e assimilare poli (etilene tereftalato) – PET.

È interessante il fatto che la natura si adatti alla disattenzione umana. Abbiamo stravolto l’ambiente e la natura reagisce con questi organismi che possono aiutarci a risolvere le nostre azioni insensate. Purtroppo, noi, esseri umani, non abbiamo ancora imparato a imitare la decomposizione ecologica delle materie plastiche.

 

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Autore: Chiara Marras

Sono Chiara, 30 anni, una laurea in tasca e tanti progetti in mente. Credo fortemente nel web come punto di scambio e divulgazione e penso che uno dei temi più urgenti in questo momento sia l'eco-sostenibilità. Perché allora non riscoprire il viaggio come unione con la natura e con la cultura locale?
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