L’Europa ammonisce l’Italia: entro due mesi le buste di plastica dovranno sparire da supermercati e negozi.
La penisola dovrà adeguarsi alla direttiva 2015/720 entro Novembre 2016, dicendo addio alle buste di plastica in materiale leggero, e contemporaneamente lo Stato dovrà avviare una campagna di informazione sull’alto impatto ambientale di questo prodotto.
Le buste di plastica o di plastica leggera a cui siamo attualmente abituati spariranno per essere probabilmente sostituite dai sacchetti di cartone, già ampiamente diffusi all’estero e nelle principali multinazionali in territorio italiano o da altri sacchetti 100% biodegradabili.
Le sanzione previste per coloro che non si adegueranno alla nuova normativa sono salatissime: i negozianti che continueranno a usare la plastica rischiano da 2.500 a 25.000 euro di multa.
Sacchetti di plastica: perché inquinano l’ambiente
Un sacchetto di plastica può impiegare fino a 1.000 anni per dissolversi nell’ambiente.
Le principali criticità del loro utilizzo individuate da Legambiente sono:
1. L’eccessivo consumo e produzione: tra Europa e USA consumiamo ogni anno 110 miliardi di sacchetti di plastica. Una cifra enorme, che comporta un utilizzo di 910.000 tonnellate di petrolio per produrli.
2. Il difficile smaltimento: solo l’1% dei sacchetti di tutto il mondo viene riciclato, perché il riciclo ha costi 4mila volte superiori alla produzione.
3. La vita utile brevissima.
4. La facilità con cui vengono trasportati dal vento e dispersi in tutti gli ambienti.
5. La pericolosità per la fauna: molti animali muoiono per soffocamento o per strangolamento venendo a contatto con i sacchetti di plastica.
6. Tossicità: spesso vengono utilizzati coloranti o additivi cancerogeni che vengono a contatto con l’ambiente e con gli esseri umani.
7. Fotodegradabilità: i raggi UV e il calore degradano i sacchetti in frammenti minuscoli che possono entrare nella catena alimentare.
8. Danni al paesaggio, al turismo e alle attività umane: pensiamo ai costi per togliere le buste di plastica dalle reti da pesca, dal terreno agricolo o dai luoghi naturali.