Sono stati premiati pochi mesi fa e non potevamo non parlare di loro. I 6 vincitori del Goldman Environmental Prize 2016 sono persone incredibili, degli eroi moderni, che dedicano la propria vita alla salvaguardia del Pianeta.

Il prestigioso premio Goldman Environmental Prize 2016  è nato nel 1990 ed è quasi come un Nobel dell’ecologia, un Nobel per l’Ambiente, che premia le persone che riescono a cambiare positivamente il mondo, anche a rischio della proprio vita. È il caso di Berta Càceres, un’attivista onduregna, che cercava di proteggere le terre e le popolazioni indigene del suo Paese e che per questo vinse il Goldman Environmental Prize nel 2015, e che è stata assassinata lo scorso 4 marzo.

I vincitori di quest’anno provengono da diverse parti del mondo e hanno origini completamente diverse, ma un obiettivo comune: salvare la Terra e il futuro delle loro comunità. Sono contadini, avvocati o attivisti che hanno rovesciato decisioni di governo, combattuto e vinto contro le multinazionali.

Chi sono i vincitori del Goldman Environmental Prize 2016?

Zuzana Čaputová

Suzana Čaputová, vincitrice del Goldman Enviromental Prize

Zuzana vive a Pezinok, una cittadina della Slovacchia occidentale, è un’avvocato, madre di due figlie. È lei che ha fatto chiudere la discarica di rifiuti tossici che stava avvelenando la terra e danneggiando la salute della sua comunità. Viveva vicino alla discarica, dove venivano scaricati i rifiuti tossici da diversi Paesi dell’Europa occidentale. Davanti alle numerosissime diagnosi di cancro, leucemia e malattie respiratorie di parenti, amici e vicini ha iniziato e ha portato avanti, insieme alla sua comunità, una battaglia pacifica per la chiusura della discarica. E ha vinto.

Máxima Acuña

Máxima Acuña, vincitrice del oldman Environmental Prize in 2016

Máxima è una contadina peruviana. Non sa leggere né scrivere, ma da sola ha fermato una multinazionale da miliardi di dollari. La quarta miniera d’oro più grande del mondo, la Yanacocha, voleva espandersi e distruggere così i suoi 24,8 ettari di terreno e un altro tipo d’oro, quello blu, l’acqua. Nonostante numerose vessazioni e violenze, tra cui l’uccisione di parte del bestiame e la costruzione di una rete metallica con vigilantes giorno e notte a soli 200m dalla loro casa, Máxima non si è mai arresa e continua a lottare per difendere l’ecosistema delle Ande.

Destiny Watford

Destiny Watford, Curtis Bay Area, Baltimora, vincitrice del Goldman Environmental Prize 2016

Destiny oggi ha 20 anni, ma quando ha iniziato la sua lotta contro la costruzione del più grande inceneritore degli Stati Uniti ne aveva solo 17. Destiny vive nel quartiere di Curtis Bay, a Baltimora, dove il panorama è fatto di raffinerie di petrolio e impianti chimici. La comunità già risentiva dell’alto tasso di inquinamento, ma ciò non ha fermato lo Stato, che, nel 2010 ha approvato il piano di costruzione del più grande inceneritore di rifiuti della nazione. Ma a fermare lo Stato c’era lei, Destiny, che non voleva che ci fosse un inceneritore a un chilometro dal suo liceo. È iniziata così una battaglia di 4 anni; con l’aiuto dei suoi compagni di scuola e poi dell’intera comunità, Destiny e Baltimora hanno raggiunto l’obiettivo, l’inceneritore non si farà.

Leng Ouch

Leng Ouch, vincitore del Goldman Environmental Prize 2016

Leng vive in Cambogia, un Paese molto pericoloso per gli attivisti ambientali. E da solo ha combattuto contro un governo corrotto e multinazionali. Ha iniziato a lavorare sotto copertura ed è riuscito a documentare il comportamento illecito del governo che espropriava i terreni delle famiglie a multinazionali per profitto economico. Dopo aver resto pubblici tutti i documenti e portato avanti le proteste con le comunità, la battaglia di Leng ha avuto successo: il governo ha annullato i contratti di espropriazione di oltre 50 mila acri di terrene, tra cui quelli che ospitano specie in via di estinzione.

Luis Jorge Rivera Herrera

Luis Jorge Rivera Herrera, vincitore del Goldman Environmental Prize 2016

La battaglia di Luis è durata 16 anni, ma lui non ha mai pensato di abbandonare la Natura. È un naturalista di Porto Rico, e il suo destino è stato segnato dall’espropriazione del terreno di famiglia per la costruzione di un impianto per il trattamento delle acque reflue. Aveva 8 anni allora, ma da quel giorno capì cosa voleva fare nella vita. Dopo la sua laurea in scienze ambientali, nel 1999 scoprì che il governo stava per costruire un mega resort in una zona protetta portoricana. Inizia così la sua battaglia, per proteggere la natura, gli animali, e per poter condividere i regali della Natura con il figlio. Dopo ben 16 anni e numerosi ostacoli, l’area è divenuta grazie a Luis una riserva naturale e le 3500 camere d’albergo non si faranno mai; le oltre 50 specie di animali in via d’estinzione, tra cui la tartaruga liuto, sono salve.

Edward Loure

Edward Loure, vincitore del Goldman Environmental Prize 2016

Edward è un capo tribù Masai in Tanzania, è laureato in management e ha sempre lavorato per la sua comunità e si è sempre impegnato per la salvaguardia del Pianeta. Attraverso una lunga battaglia è riuscito a fermare la costruzione di allevamenti intensivi illegali e di enormi safari e resort, restituendo la terra e i campi alle comunità indigene del Paese, che da sempre vicino in armonia con la natura e la fauna.

 

Sono persone comuni, sono come noi. Eppure sono degli eroi che hanno salvato animali, terre e comunità. E grazie a loro il mondo è migliore. E noi, cosa potremmo fare?

 

Svegliamoci, svegliamoci, umanità! Non c’è più tempo! Le nostre coscienze siano scosse alla vista dell’autodistruzione fondata sulla capitalismo avido, razzista e patriarcale!

Berta Càceres, vincitrice del Goldman Environmental Prize 2015, assassinata  il 3 Marzo 2016  per le sue battaglie da attivista ambientale

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