Tesori naturalistici alle porte di Belluno

A nord della città di Belluno, ben visibile dalla splendida piazza Duomo, si staglia un’affilata cresta di roccia dominata, al centro, dalla Schiara, la cima più alta del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.

Questa cresta chiude verso l’alto un’imponente parete di Dolomia, che nulla ha da invidiare alle altre più famose che stanno a nord.

Ai piedi di questa parete, incastonata come una gemma in un anello, c’è la valle disegnata dal torrente Ardo.

Nel cuore di questa valle, nascosti dall’ombra di una vegetazione rigogliosa, si trovano alcuni dei tesori naturalistici più preziosi di tutte le Dolomiti.

Sono le forre della valle dell’Ardo, dai nomi altisonanti e suggestivi di Bus del buson, Olt del Medon e Pont de la mortis, in cui scorrono acque cristalline o da cui, misteriosamente, l’acqua è scomparsa migliaia di anni fa.

Tutto questo, sorprendentemente, a pochi chilometri dal centro di Belluno.

Belluno, foto di radel, via Flickr
Belluno, foto di radel, via Flickr

Scenari selvaggi dove l’uomo è ospite

Osservo questo scenario dai 1700 metri della forcella Pis Pilon, il giro di boa di un itinerario ad anello che esplora la parte alta della valle, dove gli alberi cedono il posto alle rocce e alla loro scarna vegetazione.

Osservo questo scenario aspro e maestoso, ora dominato dalla natura anche negli spazi dove un tempo salivano i pastori e pascolavano gli armenti.

Ora si sale la domenica, per fare un po’ di fatica, per gustarsi l’aria fine di montagna, per riempirsi la testa e il cuore di verde e di azzurro.

Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Foto di Tommy via Flickr

Oltre il Finis terrae bellunese

Ho percorso questi sentieri decine di volte, sono le montagne di casa, ho attraversato queste forre in tutte le stagioni.

Ho raggiunto la cima della Schiara e mi sono fermato a dormire negli accoglienti rifugi ai piedi dei suoi selvaggi versanti, ma ogni volta che torno in questa valle ritrovo immutato lo spirito selvatico che forse attirò, migliaia di anni fa, i primi uomini che risalirono il torrente, e che lasciarono traccia di sé nelle selci scheggiate e nei manufatti ritrovati a pochi metri da uno dei luoghi più magici, il Bus del buson.

I Parchi delle Alpi in treno – Trekking nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
foto di Andrea Pasqualotto

C’è un luogo, un paese, in realtà ancora un sobborgo di Belluno, che rende il senso di mistero di questa valle. Si chiama Fisterre, Finis terrae, e richiama ben più note frontiere, oltre le quali la terra lascia il posto all’oceano.

Oltre il Finis terrae bellunese c’è la selva che custodisce gelosamente i tesori della Valle dell’Ardo, e ancora oltre c’è il saltus, lassù, in alto, sulla Schiara, dove alcuni sentieri ben tenuti e un comodo rifugio permettono ora di trascorrere tre giorni a contatto con la natura.

I Parchi delle Alpi in treno – Trekking nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
foto di Andrea Pasqualotto

Il mio itinerario preferito alla scoperta del Parco delle Dolomiti Bellunesi

Primo giorno. Salendo dalla pianura, da Venezia o da Padova, raggiungo in un paio d’ore la città di Belluno. Da qui partono gli autobus urbani che collegano il centro con le frazioni intorno. Prendo la linea fino a Bolzano Bellunese, dove inizio a camminare in direzione delle montagne, seguendo l’indicazione per Case Bortot. Supero l’abitato di Gioz e prendo a sinistra la strada sterrata con l’indicazione Val Medon. Continuo quasi senza pendenza fino alla stretta gola dell’Olt del Medon. Da qui torno indietro per la stessa strada e seguo sulla sinistra le indicazioni per Pra de Luni. Salgo ripido nel bosco fino a scollinare, quindi in discesa fino alle Case Bortot, dove è possibile pernottare in una delle strutture dell’ospitalità diffusa (200 metri di dislivello in salita, 3-4 ore).

Secondo giorno. Da Case Bortot seguo le indicazioni per il Rifugio 7° Alpini, prima però, vale la pena una deviazione. Prendo a destra alla prima indicazione per il Bus del Buson, il sentiero scende ripido nel bosco, quindi riprende a salire e attraversa la spettacolare paleoforra del Bus del Buson. Dopo la gola il sentiero sale ripido nel bosco e raggiunge la strada che conduce al rifugio. Si continua, senza possibilità di sbagliare, prima con pendenza moderata e quindi per un ripido sentiero nel bosco, sempre seguendo le indicazioni per il Rifugio 7° Alpini (900 metri di dislivello con la deviazione al Bus del Buson, 4-5 ore).

Terzo giorno. Dal rifugio salgo per 200 metri fino alla forcella Pis Pilon, la supero e prendo a destra in direzione del Bivacco de la Medassa e di Case Bortot. Il sentiero scende ripido tra i prati e quindi nel bosco fino al Ponte del Mariano, dove seguo le indicazioni per Case Bortot sul sentiero già percorso il giorno prima. Appena inizia la strada asfaltata giro a sinistra in direzione del Pont de la mortis. Infine seguo la strada che esce dalla valle e mi riporta a Bolzano Bellunese. Un autobus mi riporta in stazione a Belluno, poi un treno verso la pianura, lontano dalle montagne.

Panorama delle Dolomiti Bellunesi, da scoprire con il nostro bellissimo itinerario

 

Foto di copertina: Dolomiti Bellunesi, foto di walkthedolomites via Flickr

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