Il 17 aprile votiamo sì al referendum, diciamo forte e chiaro che l’Italia non si trivella. Tutti noi cittadini italiani siamo chiamati a difendere il nostro territorio, a dimostrare che la scelta di favorire le trivellazioni nei nostri mari è una scelta non condivisa, sbagliata e dannosa.
Manca più di un mese ma associazioni, fondazioni e comuni virtuosi hanno già iniziato a mobilitarsi per fermare le trivelle. Pochi giorni fa Greenpeace è arrivata a Roma, in Piazza Venezia, davanti all’Altare della Patria, e ha disseminato piccole trivelle insieme a un lungo striscione: “L’Italia non si trivella”. È tempo di agire!
Perché votare ‘Si’ al Referendum
È necessario bloccare le trivelle votando sì al referendum non solo per difendere i nostri preziosi mari, perché la posta in gioco è molto più alta.
Il petrolio è una vecchia energia fossile che causa un inquinamento immaginabile, crea dipendenza economica, è il vero movente di numerosi conflitti, arricchisce solo le grandi lobby. E allora perché l’Italia, che aveva promesso un grande impegno alla Conferenza sul Clima di Parigi, continua ad investire ed incentivare queste energie così dannose?
Questa norma della Legge di Stabilità 2016 sembra indicare una via diversa da quella dell’investimento in efficienza energetica, del 100% fonti rinnovabili e noi non possiamo stare a guardare.
Noi l’abbiamo scritto spesso nel nostro blog, ma anche oggi lo ripetiamo: la strada giusta per l’Italia è una valorizzazione delle sue opere ma anche e soprattutto della sua incredibile natura, delle sue coste e delle sue montagne per un turismo fiorente e la strada del turismo è quella della sostenibilità. È qui la ricchezza della penisola, non nel petrolio dei nostri mari.
Non dobbiamo e non possiamo perdere l’occasione di esprimersi non solo sulle trivelle, ma anche sul nostro futuro energetico. Ci vediamo alle urne?