Piccola e lontana dai flussi di idee e di persone come appare, in realtà molto spesso l’Umbria ha dato il via a rivoluzioni nel modo di pensare e di vivere: pensiamo a San Francesco d’Assisi per dirne uno. Sarà una nuova rivoluzione nel campo delle vacanze sostenibili quella iniziata dal Glamping Villa Eleiva a Montecchio, a pochi chilometri da Orvieto?

La villa delle olive, tale è il significato di “eleiva” nell’antica lingua degli Etruschi, è nata dal desiderio di quattro amici, Daniela, Massimo, Chiara e Daniele di fare qualcosa contro l’abbandono degli ulivi in Italia. Quella che era una volta la patria dell’ulivo e che vedeva, a partire dalla Toscana, sterminate distese di verde argento, oggi è invece la patria dell’ulivo abbandonato; sempre più uliveti vengono lasciati a sé, perché la loro coltivazione è diventata poco produttiva.

Così è nata l’idea di salvare questo patrimonio inestimabile e di fare in modo che sempre più persone si rendessero conto del pericolo di perdere gli ulivi, non solo come possibile perdita delle piante e dell’olio, ma anche come perdita di un intero sistema di vita collegato.

EcoLodge nella campagna umbra
EcoLodge nella campagna umbra fotografia Cristiana Pedrali

Glamping Villa Eleiva: la cromoterapia tra gli ulivi

Il progetto di Glamping Villa Eleiva nasce da un sogno, quello di poter fare la differenza, di poter fare qualcosa per cambiare il mondo, o almeno una parte di esso qui in Umbria, ma non solo.
Un glamping è un concept di soggiorno che unisce due termini e due idee: glamour e camping. Da un lato c’è la forte volontà di vivere un ‘esperienza all’aria aperta, di stare a contatto con la natura e dall’altra c’è l’idea che lo si possa fare senza necessariamente stare in mezzo al fango ad esempio, ma con tutti i comfort necessari, anzi anche un pizzico in più.
Difficile, ma non impossibile.
“E’ stato difficile”, ricorda Daniele, “trovare il costruttore dei nostri lodge, perché dovevano integrarsi perfettamente nel nostro uliveto e dovevano avere il più basso impatto possibile in termini di impatto ambientale.”
“Ma più difficile”, aggiunge Chiara, “è stato trasportare i lodge dal Nord Italia fino a qui e posizionarli nell’uliveto senza recare danni alle piante. Eppure ci siamo riusciti.”
Infatti io ho dormito in un lodge perfettamente mimetizzato nell’uliveto dal nome evocativo di “Dolce Agogia” che è una delle cultivar locali di oliva. Ma il massimo del glamour è stato fare la doccia con la cromoterapia ammirando gli ulivi e il prato all’imbrunire.
La mattina seguente Massimo mi ha portato una deliziosa colazione con marmellata organica di kiwi, biscotti fatti da Daniela con gocce di limoncello e di nocino e io mi sono regalata un bel momento di pausa guardando l’uliveto che si risvegliava con me.

Food hunting: alla scoperta di tartufo nero e altre specialità umbre

Odio la caccia, ma il foodhunting è un ‘altra storia. Qui si dà la caccia a gusti, sapori e saperi di un altro tempo. A bordo di auto elettriche, messe a disposizione da Green Card Umbria, si parte per una nuova scoperta ogni giorno.

Lunedì è il giorno delle capre che vanno pazze per Mozart e Beethoven.

Una giovane coppia si è trasferita qui qualche anno fa e alleva capre con cui produce golosi yogurt e formaggi delicati o saporiti a seconda della lavorazione e forse anche della musica. Ebbene sì. Non è raro arrivare alla loro fattoria e sentire nell’aria la Nona di Beethoven. “Piace alla capre” dicono.

Martedì invece si va alla fattoria Janas a incontrare Eleonora e il suo sogno fatto realtà: coltivare i grani antichi, quelli che “non producono niente” e che quindi vengono abbandonati e restano solo negli archivi delle università di agraria.

“Da piccola mio padre mi raccontava di distese di cereali alti alti con la cima nera che sembravano fischiare quando ci correva in mezzo. Ecco, oggi lo puoi fare nei miei campi. “
Eleonora ha recuperate altri grani che rischiavano di scomparire e con suo marito si ostina a coltivarli.
Quando la incontro ha con sé la sua nuova creatura: la birra Janas fatta con il suo grano.
Ma non è finita qui, perché Eleonora è un vulcano di energia e di voglia di fare.
“Non è tutto bello e perfetto, ma quando alzo gli occhi dai campi, sono soddisfatta di quello che ho fatto”.

Mercoledì, invece, è il giorno dell’olio, così andiamo a vedere gli uliveti della zona e a scoprire che ogni piatto dovrebbe essere accompagnato da un diverso olio per esaltarne in modo corretto le fragranze e i sapori proprio come si fa con un buon vino.

Giovedì invece si va in norcineria per scoprire i segreti di capocollo, prosciutto, pancetta, salame piccante e chi più ne ha più ne metta. Tutti prodotti sul posto e tutti con carni locali e aromi che provengono da campi e orti dietro l’angolo.

Infine, il venerdì è la giornata del “tartufo nero”. Si parte alla sua ricerca seguendo i cani da tartufo e si corre, con il prezioso tubero ancora sporco di terra, in cucina per farsi spiegare tutti i trucchi per conservarlo, pulirlo, tagliarlo, prepararlo e assaporarlo.

Pronti per il Vostro safari in …Umbria?

Foto di copertina: Stew Dean, via flickr

Potrebbero interessarvi anche:

Bicicletta, biologico, e itinerari green… la vacanza benessere del futuro?

Andiamo a dormire in un posto strano?

Le vie dei Campi, di Anna Kauber


Autore: Cristiana Pedrali

"Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina di più alla felicità sulla terra" (Rita Levi Montalcini) e ".. perchè quando le persone vere cadono nella vita reale si rimettono in piedi e riprendono a camminare" (Carrie Bradshaw "Sex and the city"): questi sono i miei due mantra. Io sono un pò così: mi muovo tra il serio ed il faceto per restare a galla tra mille interessi ed impegni e riuscire a sorridere. Ho lavorato e lavoro nel settore del turismo e del web ed ogni tanto cerco un pò di ossigeno nella scrittura e nei viaggi!
Altri articoli di Cristiana Pedrali →


Questo articolo è stato pubblicato il ecohotel ed etichettato , , , , , . Ecco il permalink.