L’aglio ci aiuta a guarire dall’influenza, il miele dal mal di gola, gli agrumi a combattere i primi freddi… quanti di voi ricordano questi utilissimi rimedi della nonna, ed hanno mai sperimentato il valore terapeutico del cibo? In realtà c’è molto di più. “L’uomo è ciò che mangia” (“der Mensch ist was er isst”) per usare le parole del filosofo tedesco Feuerbach, e con il cibo possiamo davvero prenderci cura di noi stessi.

La storia insegna

ciboAl tempo dei nostri nonni, e di tutte le generazioni che li hanno preceduti, un “cibo buono” non poteva non essere anche “sano”. Ma col passare dei secoli, quando la nostra economia si è industrializzata e la società si è raffinata, anche il cibo è cambiato, passando dall’essere “buono e sano per vivere” al “piacevole da gustare”. I nuovi cibi industriali e raffinati hanno acquisito più “gusto” ma completamente perso, o quasi, le loro proprietà terapeutiche e nutritive.

Quando, all’inizio del 900, i primi cibi industriali hanno fatto la loro comparsa, non furono accolti molto bene dalle persone: come poteva essere naturale e sano un alimento che si conservava per settimane, quando lo stesso alimento preparato in casa si conservava solo per pochi giorni? Con il tempo, ma sopratutto grazie alla martellante pubblicità, i prodotti industriali sono entrati a far parte della nostra quotidianità e ci appaiono del tutto normali. Consumiamo spesso senza criterio, dimenticando l’esperienza tramandata del cibo come prevenzione e cura dei malanni.

Come possiamo tornare a curarci con il cibo?

Per prima cosa mettiamoci in testa che il cibo è  nutrimento e cura, oltre che socialità e convivialità.
Le ricerche scientifiche ci dicono che l’alimentazione ha un’importanza fondamentale nei confronti della prevenzione delle malattie (Fonte: Giovanni Goria, Vice Presidente Nazionale Accademia Italiana della Cucina, presentazione a: “Il medico in cucina”, Alessandro Gaetini, Edizioni Minerva Medica). Sappiamo, ad esempio, che non più del 4% dei tumori è dovuto a ciò che respiriamo (dunque dall’inquinamento atmosferico), ma ben il 30% è dovuto a quello che mangiamo (Fonte: Umberto Veronesi, Prefazione a: “L’alimentazione anti-cancro” di R. Béliveau e D. Gingras, Sperling & Kupfer Editori).

Quando un cibo è buono, sano ed etico?

cibo naturaUn cibo sano e buono non può che essere anche etico, perchè alla base della sua produzione vi è il comportamento delle persone che ne sono responsabili:  l’agricoltore o l’allevatore, l’azienda alimentare, fino all’ultimo ristoratore.  I danni provocati all’ambiente, lo sfruttamento dei lavoratori, le epidemie e la concentrazione del potere nelle mani di pochi, sono il risultato di forze che non agiscono casualmente nell’ambito del mercato alimentare. I cereali e quanto si ricava dalla terra appartengono ai cittadini della Terra e non alla speculazione internazionale e pensiamo non vi sia alcun motivo per complicare ciò che è semplice.

Il cibo etico è quello prodotto in modo naturale, biologico, senza uso di sostanze chimiche o di altra natura che possano danneggiare la salute dei consumatori. Il cibo prodotto senza danneggiare l’ambiente. Quello che non si basa sullo sfruttamento del lavoro dell’uomo, che non si avvale del lavoro di donne o di minori, e che non provoca sofferenze sugli esseri viventi. Quello a km 0, prodotto cioè il più possibile a distanza limitata dalla zona di vendita e consumo. Quello che non prevede imballaggi inquinanti ma anzi facilmente degradabili o ancora meglio riciclabili o persino riutilizzabili.

Prima cosa: informiamoci!

In qualità di consumatori, di buongustai e di “medici di noi stessi”, possiamo fare tantissimo per orientare scelte che, troppo spesso, pensiamo erroneamente che non dipendano da noi.
Le piccole pratiche quotidiane consapevoli si propagano ormai a macchia d’olio in tutto il pianeta: lo sviluppo sostenibile, i cibi biologici o a km zero, il commercio equo e solidale, i gruppi di acquisto sono pratiche che vengono adottate da singole persone, famiglie, comunità sempre più vaste.

Il primo passo è certamente l‘informazione. Su questo ci aiuta Cibo e Cibo, il sito web che condivide idee, informazioni aggiornate e notizie libere sul mangiare sano e sul consumo alimentare consapevole.

Secondariamente dobbiamo abbandonare le nostre convinzioni, quelle che la pubblicità ci ha inculcato da anni, per aprirci a nuove informazioni, e cambiare le nostre abitudini alimentari. Ma non solo, iniziare ad informarci leggendo le etichette degli alimenti ed in particolare la lista degli ingredienti (sembra scontato, ma ci sono persone che acquistano senza mai leggere nulla, al di fuori della scritta pubblicitaria).

Infine dobbiamo sperimentare, scoprire nuovi gusti e sapori, provare nuove ricette, nella profonda convinzione che migliorando la nostra alimentazione influiremo sulla nostra salute, su quella della società e dell’intero pianeta!

 

Per informazioni: www.ciboecibo.it

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