Rientrare stanchi in casa dopo aver raccolto le olive, accendere la stufa e godersi una minestra di fagioli, con la profonda soddisfazione di una giornata vissuta completamente immersi nella natura.. basta poco per sentirsi davvero felici!

Vi raccontiamo come il verde può cambiare la vostra vita, attraverso i dati di una recente ricerca, ma sopratutto attraverso l’esperienza di chi ha deciso di circondarsi quotidianamente dalla natura.

 

Vivere nel verde fa bene al corpo e alla mente

Piccoli o grandi che siano gli spazi verdi di cui ci circondiamo per vivere, in città o in campagna, essi si confermerebbero ancora ottimi alleati per la nostra salute psico fisica.  Una recente ricerca, alla quale hanno partecipato oltre 10.000 adulti che vivono nel Regno Unito, ha dimostrato come vivere vicino a parchi e foreste riduca rischi cardiovascolari, depressione, debolezza di spirito ed anche le disparità nelle condizioni di salute esistenti da sempre tra classi sociali differenti.  Tra il 1991 e il 2008 i partecipanti hanno risposto a questionari relativi al loro benessere psicofisico. Anno dopo anno hanno descritto il proprio umore, stato d’animo, i problemi al lavoro o in famiglia. Studiando, i ricercatori inglesi hanno per la prima volta messo in relazione questi dati con gli spostamenti dei partecipanti verso aree più verdi.

L’autore della ricerca è Mathew White e parrebbe che il beneficio che si ottiene dal vivere a contatto con la natura sia notevole, addirittura può equivalere almeno in parte a quello ottenuto da situazioni della vita importanti come, ad esempio, avere un lavoro soddisfacente o un matrimonio felice.

Abbiamo visto che vivere in un’area urbana con livelli di verde relativamente elevati ha un impatto significativamente positivo sul benessere, pari all’incirca a un terzo di quello dato dalla vita matrimoniale – spiega White – . Questi dati devono essere tenuti in considerazione dai politici quando devono decidere come investire le risorse pubbliche, ad esempio per lo sviluppo o la manutenzione dei parchi“.

La cosa più curiosa è la dimostrazione che le ineguaglianze nelle condizioni di salute tra soggetti aventi redditi differenti si possono superare grazie ad una vita più green. Solitamente le persone che abitano in aree povere si ammalano più facilmente, godono di condizioni di salute peggiori e hanno una durata media della vita minore.

La ricerca inglese ribalta questo sillogismo: anche i residenti in aree povere, aventi quindi in una condizione reddituale molto bassa, possono godere di condizioni di salute migliori. La differenza la fanno parchi e giardini.

Un piccolo parco nel cuore delle città, dice la ricerca, anche se incastrato tra asfalto e smog è un potente livellatore sociale in grado di ridurre le disparità. In particolare, i dati della ricerca hanno mostrato come i cambiamenti delle condizioni di salute dei residenti in aree povere ma verdi si manifestassero soprattutto con una minore incidenza di malattie cardiache e ictus. Perché? Abitare vicino a uno spazio verde ridurrebbe la percezione dello stress e invoglierebbe a una maggiore attività fisica. 

Che dire di chi invece decida di ritirarsi asceticamente dalla vita metropolitana in un piccolo angolo di campagna? Beh, i benefici sarebbero ancora più evidenti. Il contatto con la natura riporta l’uomo ad uno stato di rilassatezza ed armonia capace di porre cura a molti stati ansiosi e depressi; terapie dolci come l’ortoterapia sono estremamente efficaci: seguire la coltivazione ed il ciclo produttivo di ortaggi e frutta ci rimette in contatto con la nostra “madre” naturale. Anche gli ipertesi traggono beneficio dal giardinaggio, una pratica eseguita da tutti gli ultra centenari, mentre il contatto con gli animali riporta i bambini, soprattutto quelli malati o che vivono una situazione di disagio, in uno stato di benessere interiore grazie alla ‘pet therapy‘. Il nostro corpo ottiene dalla campagna benefici in ogni sua parte. La vita contadina richiede orari che si avvicinano maggiormente al ciclo fisiologico arrivando a sincronizzarli con quelli dettati dalla natura ristabilendo un perfetto ritmo sonno veglia.

Anche la fisicità e l’apparenza traggono importante ristoro dalla vita in campagna: pelle e capelli appaiono più luminosi, inoltre la coltivazione diretta di ortaggi e frutta porta la persona a nutrirsi in modo genuino e controllato.

Riappropriarsi di quegli spazi fatti di terra e verde, ci riporta inconsapevolmente alle nostre più profonde origini. Si sviluppano creatività e manualità, si rilassa il cervello in una serenità tutta nuova ed appagante. La distensione interna così procurata aiuta anche le relazioni sociali e la voglia di stare con gli altri, ecco perché spesso l’attività agricola si trasforma in un ‘B&B’, un agriturismo, o un luogo per le attività ‘ludico-didattiche’ dei bambini.

Verde
Campagna Marchigiana in Autunno, foto di gigi62, via Flickr

 

Abitare la natura da protagonisti si può: Bruno e Marilena si raccontano

Di vita agreste ne sanno qualcosa Bruno e Marilena, due persone comuni, ma molto speciali; gestiscono il bio B&B La Fanciullaccia, nella campagna che porta da Pisa a Volterra, dove abitano, in un contesto rurale da favola: hanno cominciato cercando di rendere il più possibile eco-compatibili casa e stile di vita. L’idea di un B&B la covavano da diversi anni; poi un anno fa, complice la crisi economica che ha investito anche la loro famiglia, hanno deciso di utilizzare al meglio il “patrimonio” di cui disponevano, creando questo piccolo angolo bucolico completamente bio.

Bio” è la loro foto sulla carta d’identità, il segno di riconoscimento che li distingue. “Abitiamo qui da 14 anni, e fin dall’inizio abbiamo cercato di auto produrre una parte del cibo, poi abbiamo dovuto cambiare la caldaia per il riscaldamento e ne abbiamo messa una a condensazione alimentata a GPL; successivamente ci sono state l’installazione dell’impianto fotovoltaico e del sistema per la raccolta dell’acqua piovana; adesso siamo nuovamente in “transizione” con il riscaldamento, perché entro la fine del mese installeremo una termo cucina a legna (legna che, per ora, riusciamo a trovare gratis, trattandosi principalmente delle potature che ci fornisce un nostro amico giardiniere); nel frattempo siamo intervenuti anche all’esterno, piantumando diversi alberi da frutto, facendo l‘orto sinergico, provando altri tipi di coltivazione naturale, imparando ad utilizzare per uso alimentare molte piante spontanee.” Si, perché Bruno e Marilena hanno fatto della loro struttura ricettiva la loro casa (o viceversa se vogliamo)…

Bruno e Marilena
Bruno e Marilena

Nella struttura abitavano già; la camera che hanno messo a disposizione (a cui, dalla prossima stagione, si unirà la seconda ed ultima) è una stanza della casa, non qualcosa di staccato dal resto.  Oltre all’eco-sostenibilità, i padroni di casa sono particolarmente attenti al concetto di “ospitalità“. Anche questo è uno dei più grandi regali che una vita di campagna può offrire all’uomo: l’esacerbarsi delle interazioni sociali, la voglia di condividere il fuoco, il calore, anche umano.

“Il turismo- spiega Marilena- dovrebbe contenere tutti gli aspetti principali del “viaggio“, dell’entrare in contatto con i luoghi e le persone, non solo attraverso un obiettivo fotografico, ma magari proprio attraverso una colazione fatta insieme, o condividendo un bicchierino di vinsanto al rientro da una visita a Volterra.”

Ma le comodità? Le lusinghe del progresso? Beh per Bruno e Mrilena la fatica non è affatto un problema. Non sentono la fatica di coltivare l’orto, se la comodità contrapposta è quella di andare a comprare ortaggi già pronti, ma soprattutto non è una fatica riuscire a sviluppare quelle abilità che in città sono estremamente rare: saper “prendere” da ciò che ci circonda solo quello che serve, cercare di utilizzare il più possibile ciò che si ha a disposizione e farlo diventare rifiuto quando davvero non ne può più, muoversi nel terreno con l’idea di esserne custodi piuttosto che proprietari.

Le principali abilità di questi gladiatori del verde sono proprio il rispetto e l’osservazione: dal riconoscere le verdure di stagione fino al mettere in relazione una giornata di vento con la raccolta delle olive… E poi l’uso dei sensi, il tatto che viene schiaffeggiato dalla tramontana, la vista che si perde dietro le acrobazie di una chiocciola, l’olfatto che fa volgere verso la valle, dove stanno fiorendo le acacie che si portano dietro la primavera..

Quello che possiamo davvero notare in queste persone che hanno scelto una vita mesta e ritirata è la loro immensa tranquillità, il senso di fiducia che riescono ad infondere: accompagnano per mano gli avventori a conoscere il loro punto di vista… parlano di sostenibilità, di campagna, di scelte, si improvvisano guide in una gimkana a piedi tra le piante aromatiche, seguiti dai gatti…l’ospitalità diventa relazione, ci si tiene in contatto con chi torna a casa, ci si scambiano foto e mail…

Anche se viviamo in campagna da molti anni (Bruno ha sempre abitato in questa zona, Marilena abita qui da più di 40 anni), abbiamo consapevolezza degli aspetti positivi del vivere in questo modo. Abitualmente (ed è una domanda che ci viene rivolta spesso dai nostri ospiti) si è portati a pensare che vivere in campagna significhi difficoltà, isolamento, mancanza di opportunità, che insomma debbano comunque prevalere elementi negativi. A noi invece risulta di avere un buon giro di amicizie ed una rete di relazioni dirette piuttosto ampia; non passa mai (e mai è proprio mai!) una settimana senza condividere una cena con gli amici, la tv è inesistente da 20 anni eppure sappiamo come vanno le cose, non sentiamo l’esigenza di andare a correre nel parco per avere un po’ di contatto con la vita delle piante e degli altri animali… Ci sembra di avere un contatto maggiore con la VITA, in senso ampio, di apprezzare sia la nostra che quella in cui siamo immersi, quella delle mute dei serpenti, dei germogli che crescono, dell’istrice che viene a mangiare i fichi vicino a casa…

Siamo andati a vivere in campagna per scelta; la possibilità di cercare una casa in città o in un paese non l’abbiamo neanche presa in considerazione: ci piaceva  un posto con della terra intorno, per coltivarci qualcosa, respirare un po’ d’aria pulita, entrare in casa e poterci rilassare. Abbiamo fatto questa scelta, come altri scelgono altre cose, in base a quelle che per noi erano (e restano) delle priorità; e su queste priorità abbiamo investito il nostro tempo e le nostre risorse, perché una volta entrati fra quei cipressi sulla strada potessimo sentirci davvero a casa nostra“.

Più convincente di qualsiasi sondaggio o ricerca, la storia di Bruno e Marilena dimostra quanto il verde possa trasformare la nostra vita.  Suggestioni antiche ma attuali, perché non cambiare davvero vita, da domattina?

B&B La Fanciullaccia, esterno
La Casa di Bruno e Marilena, B&B La Fanciullaccia, Capannoli, Pisa, in primavera

Info: B&B La Fanciullaccia, Santo Pietro Belvedere, Capannoli, Pisa

 

 


Autore: Angela Sebastianelli

Natali parmigiani, una Laurea in giurisprudenza, un impiego di chief editor presso una Casa Editrice e un MBA appena terminato. Poi, tre passioni quasi compulsive: la scrittura, la pittura e gli animali. Nel 2004 prende corpo un esempio della sua vena narrativa che infonde in un primissimo blog; a seguire, una cascata di collaborazioni con diversi siti e testate (PAIS, Total free Magazine ecc.). Pescare dalla Babele quotidiana e riordinarne i pezzi inventando una loro nuova prima volta: questa la sua vocazione, che insegue e persegue su http://mystreamoffecklessness.wordpress.com/. La natura è la sua bussola; il verde, i tramonti che si incendiano all’orizzonte, tutto filtrato dalle orecchie attente di un cavallo, suo compagno instancabile. Il blog di Viaggi Verdi è ora una finestra sul mondo del bello, del green; per pensare, scrivere e parlare di ecologia, sostenibilità e animalismo. Quello convinto, schietto e sincero. Quello di chi gli animali li vive davvero. Da sempre.
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