1. Cosa vedere a Piacenza
Piacenza sorge sulla riva destra del Po, dove si gettano a pesce il Trebbia e il torrente Nure. Una manciata di chilometri a dividerla dall’Appennino Ligure… Una città dal cuore lombardo, anche se estremamente influenzata dalla scia emiliana.
Una città tutta medievale, con qualche scorcio di Rinascimento racchiuso negli eleganti portali… è detta “la città dei Palazzi”, lo stesso centro di Piacenza è un coacervo di epoche e storie.
Il marmo rosa e l’arenaria del Duomo vi stupiranno, come lo faranno il Palazzo del governatore e il Palazzo Farnese.
Vi consigliamo, diversamente dai soliti monumenti, di fare una passeggiata al giardino Margherita che si apre di fronte alla Stazione Ferroviaria.
Circa 20.000 mq di verde: un ampio giardino all'inglese con percorsi curvi e macchie arboree, pieno di misteriose grotte, obelischi e tempietti. Una piccola curiosità: Giovanni Motta, sul muro di cinta ormai scomparso dipinse la prospettiva di un castello immerso in una foresta… una reminiscenza suggestiva…
Il verde qui è padrone indiscusso: cedri del Libano, faggi e pini. Per vivere una città dalla vocazione green!
2. La Val Trebbia e i dintorni
La Val Trebbia è stata definita da Hemingway la valle più bella del mondo… e aveva davvero ragione!
Centro della Val Trebbia è Bobbio con il suo celebre Ponte del Diavolo e l'Abbazia di San Colombano: crocevia di arte, cultura, scienze... una passeggiata sul greto del fiume è d’obbligo; l’atmosfera ricorda quella della lunigiana e di Pontremoli, con le casupole arroccate in lontananza e i colori sbiaditi e tenui della vallata.
Poi c'è la Val d'Arda, la Val Tidone, la Val d'Aveto, la Val Nure... panorami stupendi in primavera e in estate.
Nelle vicinanze di Piacenza ci sono anche decine di Castelli, a ricordare la sua vocazione medievale e antica.
Meritano assolutamente il Castello di Rivalta, il borgo medievale di Vigoleno e quello di Castell'Arquato (che organizza rievocazioni storiche degne di un contesto cinematorgrafico) e poi la Rocca d'Olgisio (splendida vista), il castello di Paderna, quello di Agazzano... Provateli tutti se riuscite!
Da vedere anche Veleia con le sue vestigia romane.
3. Sapori e cucina a Km 0
Prodotti semplici e robusti, legati al duro lavoro nei campi pianeggianti o scoscesi.
Gli ingredienti sono poveri ma decisi, semplici e unici. Come le materie prime che vanno a comporli, imbastendo una tavola carica di leccornie.
Tra i primi piatti ci sono i fantastici gli anolini: la pasta fresca ripiena in Emilia ha una storia particolare e controversa: si va dall’anolino, al tortellino, per arrivare al cappelletto. Cambiano i ripieni (di carne o di solo pane grattugiato e formaggio) ma gli ingredienti base sono i medesimi: farina, olio e uova. E medesimo è il brodo in cui si inzuppano e galleggiano (da qui il loro soprannome “galleggianti”). Brodo di “terza”, ottenuto dalla bollitura separata di manzo, gallina e maiale.
I “pissaréi e faso” influenzano anche la cucina della bassa parmigiana, incesellando con maestria gnocchetti di pasta a gustosi fagioli borlotti, ricoperti di un sugo straordinario, che solo le famose resdore sanno sapientemente riprodurre.
Non solo: si va dalla bomba di riso agli gnocchi di patate per arrivare agli ottimi secondi; ricchi di carni provenienti dagli animali da cortile.
Si parte con lo stracotto d’asina per arrivare alla trippa e al Re maiale in tutte le sue manifestazioni.
Per gli amanti del vegetale la frittata con i bavaroni è un’ottima alternativa: ricca di cipolloni dolci e spezie.
Dulcis in fundo: la polenta. Pasticciata col ragù, servita come controrno alla carne di maiale alla griglia, fritta o condita. Un piatto versatile, povero e vecchio come il mondo. Assaggiatelo!
Terminate i vostri sollazzi culinari con una buona torta di castagne (pattona) o con una torta di mele fatta in casa. Annaffiate il tutto con un pregiato rosso Gutturnio o un Trebbianino della Val Trebbia. Menzione speciale meritano Ortrugo e Malvasia, così come il Pinot grigio e nero. Vini nobili e sapidi, pieni e rotondi.
Una cucina così radicata non può che essere gustata in un contesto storico: provate il Ristorante Vecchia Piacenza; le stanze sono tutte affrescate dalla Sign.ra Salvoni. Il locale è posto all'interno di un palazzo del '700 e offre oltre 300 etichette italiane. Non solo: la cucina è ottima e abbondante, all’insegna della migliore tradizione emiliana.
4. Natura, sport e Itinerari lenti
La provincia di Piacenza, fatta di colli e vigneti, è percorribile in maniera facile e divertente sul dorso di un cavallo.
Il bellissimo Agriturismo Prato verde di Prato Ottesola saprà darvi la possibilità di intraprendere meravigliose passeggiate sui colli, di diverse difficoltà.
Per Piacenza passa anche la Via Francigena che collegava Canterbury a Roma. E qui si apre un capitolo a parte: provate a intraprendere una tappa a piedi, non ve ne pentirete.
Dopo il tratto iniziale lungo la Via Emilia, risalite il corso del torrente Nure per poi attraversare le campagne piacentine. Costeggiate il Castello di Paderna, e piacevole il tratto di bosco lungo il Nure. Bisogna prestare molta attenzione lungo la SP6 prima di San Giorgio Piacentino, poiché si cammina lungo la carreggiata in un tratto a traffico molto intenso. In caso di forti piogge fate attenzione ai guadi dopo Paderna. Un modo antico per rivivere la natura da pellegrino.
5. Dove dormire in città e nei dintorni
Scopri tutte le strutture ricettive ecofriendly della provincia di Piacenza, dagli agriturismi biologici immersi nei parchi naturali, comela Valle Trebbia, ai piccoli B&B ecofriendly sulle colline che viziano i turisti con pietanze tipiche come i pissaréi e fasò.
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Testi di Angela Sebastianelli