Sembra la storia di un film, invece è l’avventura che ha vissuto Steve Fabes durante sei indimenticabili anni in giro per il mondo sulla sua bici.
Steve è un giovane medico londinese, come tanti altri, che però ha avuto il coraggio di compiere un gesto estremo e profondamente generoso. È salito sulla sua bici e ha iniziato a girare il mondo per curare i bisognosi, lavorando per organizzazioni umanitarie ed ospedali. Ha percorso 86 mila chilometri sulle due ruote, ovvero due volte la circonferenza della Terra, ha visitato sei continenti, toccando 75 Paesi per aiutare personalmente i più poveri.
L’idea nacque in un pub di Londra, nel 2008 quando, dopo qualche bicchiere di birra decise che avrebbe girato il mondo in bicicletta per curare le persone bisognose. Gli amici non ci credettero, ma lui il 5 gennaio 2010 è partito davvero, verso l’ignoto, alla scoperta del mondo, della sua bellezza e della sua povertà, delle sue contraddizioni in un viaggio che gli avrebbe cambiato la vita.
“Mi sono reso conto che solo cercando e aiutando le persone che vivevano ai margini della società sarei riuscito a capire quei luoghi sperduti” , ha spiegato Fabes.
Quando è partito aveva 29 anni e pochi soldi in tasca. E così, con i suoi 10 dollari al giorno, ha dormito dove capitava, in tenda, nelle scuole, nelle chiese o nelle moschee, a casa di coloro che, avendo poco o nulla, gli offrivano tutto quello che avevano.
Non è stato un viaggio facile quello di Steve, tra temperature estreme, la febbre dengue in Malesia, il gruppo di ragazzi in Egitto che ha cercato di derubarlo, il ragazzo in Perù che gli ha puntato la pistola perché pensava fosse un ladro (ma poi sono andati a mangiare insieme!). Ma tra le persone che vivono in estrema povertà, tra i ragazzi vittime dello sniffing da colla, tra gli emarginati malati di lebbra, tra tutte le persone che ha incontrato ha scoperto che il mondo è un posto più bello di quello che si pensi e che lui stesso pensava.
Ora Steve è tornato a casa ed è tornato a fare il medico in un ospedale di Londra e, dal suo viaggio e dal blog che ha tenuto in questi anni, ha scritto un libro. Io non vedo l’ora di leggerlo, e voi?
Immagine di copertina: foto via Canva Pro