Esistono relazioni tra coronavirus e inquinamento dell’aria? Secondo alcuni studi sembra di si. Vediamo meglio perché l’aria inquinata potrebbe contribuire all’aggressività e alla propagazione del Covid-19 nel Mondo.
Cos’è il Coronavirus (e il Covid-19)
I coronavirus sono una famiglia di virus che causano malattie che vanno da un comune raffreddore fino ad arrivare a gravi infezioni del tratto respiratorio. I coronavirus visti al microscopio elettronico hanno un aspetto simile ad una corona, da questo deriva il loro nome.
Covid-19 è il nome della malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus. Essa è la causa della pandemia globale dichiarata a marzo 2020 dall’Organizzazione mondiale della sanità, partita a dicembre 2019 da Wuhan in Cina. L’infezione da Covid-19 può provocare polmonite, gravi malattie respiratorie e nel peggiore dei casi portare alla morte.
Gli Effetti dell’Inquinamento dell’Aria sulla Salute
Il deterioramento della qualità dell’aria che respiriamo comporta un aumento dei problemi di salute soprattutto nei soggetti più deboli (bambini, anziani e persone affette da altre patologie). L’inquinamento causa un aumento dell’incidenza di malattie del sistema cardiocircolatorio, respiratorie e tumori. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “European Heart Journal” ogni anno l’aria inquinata determina 120 morti in più ogni 100 mila abitanti. In termini assoluti l’inquinamento è responsabile ogni anno di 790.000 morti in Europa.
Tra le varie sostanze inquinanti presenti nell’aria, le polveri sottili ed ultrasottili sono considerate le più dannose per la salute. Queste piccole particelle restano infatti sospese nell’aria, vengono trasportate dal vento e penetrano in profondità nei polmoni. Per questo, le direttive dell’Unione Europea stabiliscono valori limite delle polveri “grosse” PM10, delle polveri “sottili” PM2.5 e delle polveri “ultrasottili”. L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato che in Italia, nel 2013, 66.630 morti premature possano essere attribuibili all’esposizione a lungo termine al PM2,5, 21.040 all’NO2 e 3.380 all’O3.
Interazione tra Coronavirus e Inquinamento
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato una stretta correlazione tra l’inquinamento e la diffusione del virus. Uno studio della Società italiana di medicina ambientale, condotta assieme alle Università di Bari e di Bologna, suppone che le polveri sottili presenti nell’aria possano essere uno strumento di trasporto e di propagazione del coronavirus e di altri virus. Questo perché il particolato atmosferico può permettere al virus di rimanere in vita, in aria, per un tempo maggiore rispetto a quanto accadrebbe con aria pulita.
Non tutti gli scienziati sono d’accordo con questa tesi, e alcuni pensano servano molti più dati per poterla verificare. In ogni caso, un ambiente inquinato è favorevole alla diffusione di alcune patologie, come dimostrano diversi studi basati su dati Istat, e riguardanti il numero di morti per polmonite registrati in Italia. Le persone che risiedono in zone dove sono presenti livelli molto elevati di inquinamento hanno, di base, una maggiore fragilità e sono più soggette a contrarre malattie del sistema respiratorio e cardiocircolatorio.
L’Effetto delle Misure di Contenimento del Covid-19
Grazie alle misure di blocco quasi totale ai fini del contenimento della pandemia globale, applicate prima in Cina, poi in Italia e che si stanno diffondendo in altri Paesi, le città sono quasi completamente ferme. Questo ha avuto come effetto positivo la riduzione importante dell’inquinamento dell’aria. I satelliti di monitoraggio dell’inquinamento della NASA e dell’Agenzia spaziale europea (ESA) hanno rilevato riduzioni significative del biossido di azoto (NO2) in Cina, correlato al rallentamento economico a seguito dello scoppio del coronavirus.
In questo periodo le persone devono trascorrere la maggior parte del tempo in casa. Vale la pena ricordare che negli spazi chiusi l’inquinamento risulta in media cinque volte maggiore rispetto agli spazi all’aria aperta.
Si consiglia di aprire le finestre per brevi periodi, più volte al giorno, al fine di ridurre l’inquinamento presente all’interno di case e uffici e possibilmente usare purificatori d’aria per mantenere l’aria pulita.
Gli effetti dell’aria pulita sulla salute
Un’aria più sana migliora la salute di chi la respira. Secondo il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), nel 2014 le concentrazioni di PM2.5 sono state responsabili di 428.000 morti premature stimate in 41 paesi europei. Oltre a contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici il miglioramento della qualità dell’aria migliora la salute delle persone. Secondo una ricerca dell’ERS (European Respiratory Society) i benefici più evidenti di un’aria più pulita sono:
- riduzione della tosse regolare e cronica
- riduzione dei casi di insorgenza di asma
- riduzione delle bronchiti croniche nei bambini.
Ridurre gli inquinamenti dell’aria può avere ripercussioni positive anche a livello economico, riducendo le spese mediche ed aumentando la produttività dei lavoratori.
Considerazioni finali
Anche se ad oggi la correlazione tra inquinamento e coronavirus non trova tutti gli scienziati d’accordo, la relazione tra salute e aria pulita è indiscutibile. Inoltre, ridurre gli inquinanti nell’aria contribuisce a diminuire gli effetti del cambiamento climatico e porta benefici economici e sociali. Per questo è fondamentale aumentare le politiche volte a ridurre l’inquinamento atmosferico.
Ognuno di noi può contribuire al miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo, adottando comportamenti rispettosi dell’ambiente.
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