Acquistare abbigliamento vintage o di seconda mano, svuotare il guardaroba dai capi inutili, scoprire materiali innovativi. Cambiare le nostre abitudini di moda in modo green è forse il gesto più importante che si possa fare per il nostro pianeta.

I vestiti hanno una storia. Se indossi qualcosa una volta e poi la butti, quel vestito non ha avuto nessuna storia. (Lauren Cowdery, un membro dello scambio di vestiti di Leeds).

Nel Regno Unito, l’industria dell’abbigliamento è una delle più impattanti, subito dopo l’edilizia, i trasporti e gli alimenti. La moda è al secondo posto per il consumo di acqua, infatti il cotone è una delle piante che assorbe in assoluto più acqua. Sono necessari circa 20.000 litri di acqua per produrre 1 kg di cotone.
Cambiare le nostre abitudini di abbigliamento, fare attenzione all’impatto ambientale e sociale dei capi che acquistiamo, scegliere materiali sostenibili e privilegiare l’economia circolare, può fare davvero la differenza per un futuro più sostenibile. Scopriamo perché

Piantagione di cotone, Johanna Beach, Australia
Piantagione di cotone, Johanna Beach, Australia. Foto di: Amber Martin, via: Unsplash

Secondo la ricerca “The State of Fashion” dell’azienda McKinsey & Company (2018), la questione della sostenibilità diventerà ancora più critica in futuro. Essere “green” non sarà più solo una parte del messaggio di responsabilità sociale dell’impresa, ma acquisterà importanza in tutta la fase di progettazione e creazione dei prodotti. Un numero sempre maggiore di marchi riconoscerà l’importanza di utilizzare fibre biologichemateriali innovativi,. Inoltre, si perseguirà una trasparenza generale, soprattutto in ambito etico.

Tessuti biolofici e naturali per una moda più sostenibile
tessuti biologici e naturali, foto di Mel Poole, via: Unsplash

Indossa il cambiamento che vuoi vedere” è lo slogan di un’app che ti aiuta a scoprire se il tuo marchio di moda preferito ha fatto scelte green, è trasparente e segue regole etiche.

Il modo in cui decidiamo di vestirci è una scelta personale, e dipende da come vogliamo rappresentarci agli altri. L’abbigliamento “è un modo di comunicare con il mondo. Ha un reale valore sociale, ma deve essere fatto consapevolmente“, afferma Zoe Edwards, blogger, che è riuscito a non comprare nuovi vestiti negli ulimi 11 anni.

Nel Regno Unito, la durata media di un capo di abbigliamento è poco più di 2 anni, e in Italia probabilmente molto simile. “Ogni settimana acquistiamo 38 milioni di articoli e 11 milioni di articoli vanno in discarica“, afferma Maria Chenoweth, amministratore delegato di Traid, un’organizzazione benefica che ha lo scopo di fermare lo spreco di vestiti che potrebbero ancora essere utilizzati ed avere un futuro.

Stile ecologico
Foto di: Social.Cut, via: Unsplash

Sarah Fewell, che gestisce un negozio chiamato Identity Party, sottolinea però che le cose stanno cambiando: “molte persone si stanno davvero stancando della moda veloce“. I consumatori stanno diventando molto più consapevoli “.  Così, semplicemente scambiando e rivendendo capi vintage e di seconda mano, Sarah si è accorta di poter guadagnare e creare un business sostenibile.

Motivato dal documentario The True Cost, che denuncia l’impatto ambientale e sociale della moda, molte persone hanno iniziato a fare acquisiti di abbigliamento più consapevoli. “Ho iniziato a vedere i capi che compravo sotto una nuova luce. Ho scoperto lo stile“, afferma Arrayales, membro fondatore di Style Lend, un sito che consente di condividere e noleggiare capi di abbigliamento.

Shopping per abiti di seconda mano
Shopping per abiti di seconda mano, foto di: Becca McHaffie, via: Unsplash

Se fino a qualche anno fa, l’acquisto di seconda mano era segno di non avere un soldo, oggi non è più così. Sempre più persone hanno smesso di comprare nuovi vestiti per motivi di sostenibilità. Il tema dei rifiuti è solo uno dei tanti per protestare contro la moda veloce. Cambiare abitudini di moda è uno dei più importanti gesti che si possano dare per un futuro più sostenibile? Vero o no, la strada da percorrere è ancora tanta.

I problema è che la quantità di abbigliamento prodotto è enorme, sia esso nuovo, di seconda mano o fatto a mano. Tutto ha un limite, anche vendendo e scambiando vestiti.

Le tecnologie, come il riciclaggio delle fibre, sono in aumento. Un esempio importante è quello del Centro di ricerca VTT, vicino a Helsinki, che ha creato un estrusore cilindrico in grado di trasformare materiali riciclati, come plastica e abbigliamento in compositi a fibra lunga, che possono essere riutilizzati in seguito per produrre nuovi tessuti. Le iniziative interessanti, che stanno muovendo la moda verso una direzione più green sono diverse.

Bobine di fili bianchi
Foto di: Janko Ferlic, via: Unsplash

Un esempio interessante è Orange Fiber, la startup italiana che utilizza la nanotecnologia per ricavare la cellulosa dalle bucce d’arancia, ricavando così filato e tessuto. Non solo materiale naturale, biologico e biodegradabile, ma anche in grado di rilasciare principi attivi sulla pelle, rendendo i tessuti una sorta di crema cosmetica da indossare.

Altra innovazione importante è la canapa, coltivata da migliaia di anni, oggi è una delle opzioni di tessuto naturale più sostenibili in circolazione. Con la sua trama simile al lino, la canapa richiede molta meno acqua rispetto ai suoi concorrenti più comuni e non lascia il suolo impoverito dopo la raccolta.

Proprio di recente, “Ananas Anam” ha avuto un’idea rivoluzionaria, chiamata Pinatex. Una delle soluzioni alternative più sostenibili per la pelle proviene dalle foglie della pianta di ananas. Oltre ad essere completamente naturali e biodegradabili, offrono un ricavo supplementare agli agricoltori che altrimenti butterebbero via le foglie del frutto. È difficile trovare sul mercato un materiale più ecologico ed etico.

canapa sativa siciliana di caltagirone
canapa sativa siciliana di caltagirone, foto di davide ragusa on Unsplash

Mentre per la completa decomposizione, i tessuti sintetici impiegano da 20 a 200 anni, i tessuti in cotone, lino, canapa, lana e bambù sono solo tra i 6 mesi e l’anno.

Queste idee innovative e incredibili ci aiutano a credere che un altro modo di creare moda sia possibile. Forse non domani, ma lentamente con i passi giusti, avremo una nuova norma nel settore della moda, che la renderà più etica e sostenibile a lungo termine.

Avete già cambiato le vostre abitudini di moda? Quali scelte significative avete fatto? Raccontatecelo commentando l’articolo!

Immagine di copertina: foto di Artificial Photography on Unsplash


Autore: Silvia Ombellini

Sono un architetto con la passione del viaggio. Penso che sia sempre più urgente riuscire a vivere in armonia con l’ecosistema del quale siamo parte. Dopo la nascita del mio secondo bimbo è nato anche Ecobnb, un'avventura intrapresa per cambiare il modo di viaggiare, per renderlo più sostenibile, giusto e buono con l'ambiente, i luoghi e le persone che li abitano.
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