L’aria condizionata fa’ male: lo conferma uno studio recente dell’Università del Wisconsin-Madison. La climatizzazione alza i livelli di inquinamento atmosferico e contribuisce decisamente al cambiamento climatico. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini. Ecco 5 trucchi per fare a meno del condizionatore, e raffrescare gli ambienti in modo naturale

Il caldo e l’afa dell’estate ci portano spesso a stare in casa, nelle ore di punta, alla ricerca di refrigerio. Magari stando sdraiati sul divano con il climatizzatore acceso. Il piacere immediato che ne deriva è indiscutibile. Però non dobbiamo mai dimenticarci di considerare le conseguenze negative. Nel caso del condizionatore, i problemi provocati dal suo uso sono molteplici.  Per fare un esempio banale, a chi non è mai venuto un raffreddore per gli sbalzi di temperatura causati dal passaggio da un ambiente caldo ad un ambiente fresco?

L’aria condizionata fa’ male. Non solo perché utilizzandola siamo sottoposti a sbalzi termici. Un recente studio, condotto da un team di ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison, rivela le conseguenze negaive della climatizzazione degli edifici.

Gli effetti negativi dell’aria condizionata

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Secondo la ricerca, nei soli Stati Uniti, l’utilizzo di aria condizionata provoca ogni anno 1.000 morti in più. Questo sopratutto a causa delle emissioni di gas serra e all’inquinamento dell’aria dovuto ai condizionatori.

Attraverso modelli computerizzati, la ricerca ha misurato sia l’inquinamento atmosferico, che gli impatti sulla salute di un clima più caldo, rivelando che:

  • l’utilizzo dell’aria condizionata aumenta le concentrazioni di particolato fine e di ozono nell’aria;
  • i cambiamenti climatici da soli aumentano la mortalità prematura estiva legata all’inquinamento atmosferico;
  • l’aumento del condizionamento d’aria è responsabile dell’ulteriore aumento del numero di morti.

In sintesi, utilizzando i condizionatori l’effetto serra cresce, l’aria è più inquinata a causa delle emissioni dannose, ed abbiamo ricadute negative sulla nostra salute.

Il paradosso dell’aria condizionata

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Lo studio rivela così il paradosso provocato dall’uso dell’aria condizionata. Secondo i risultati della ricerca infatti, un uso eccessivo dei condizionatori, quasi sempre alimentati da fonti di energia non rinnovabile, provoca un importante aumento dei livelli di inquinamento atmosferico. Attraverso la proiezione di 5 modelli virtuali ricreati al computer, è stato calcolato l’inquinamento atmosferico in un ambiente caldo sottoposto a climatizzazione e non.

Le conclusioni tratte dai modelli sono molto semplici. Più aumenta la richiesta di aria fresca, più il nostro pianeta si surriscalda. Questo perché l’energia utilizzata dai condizionatori deriva da combustibili fossili. Così facendo, l’inquinamento atmosferico ovviamente peggiora. Con esso aumentano anche le temperature, alle quali corrisponde, una crescita della richiesta di refrigerio. A questo punto, è chiara l’insostenibilità del circolo vizioso che si genera. A discapito della nostra salute, e di quella del pianeta.

Il paradosso ha dimensioni enormi. E i dati sono allarmanti. I ricercatori hanno infatti stimato una media di 13.000 casi di morte l’anno provocati dall’aumento di PM2,5 nel solo periodo estivo. A questi, vanno aggiunti altri 3.000 decessi per l’aumento della quantità di ozono entro il 2050. Molte di queste morti saranno riconducibili a trasformazioni atmosferiche dovute al maggiore caldo. Ad ogni modo però, almeno 1.000 di queste morti saranno causate dall’aumentato sfruttamento di combustibili fossili necessario per  climatizzare gli edifici.

Il problema dell’energia prodotta da fonti energetiche fossili è ormai noto. Purtroppo però non c’è limite al peggio. Infatti, dalla ricerca è emerso che le temperature sempre più alte aumenteranno anche le concentrazioni di PM2,5 e ozono rispettivamente del 3,8 e 6,7%  rispetto all’aumento totale. Queste due percentuali sono da attribuire alla maggiore richiesta di climatizzazione.

5 Consigli per fare a meno dell’aria condizionata

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L’aria condizionata fa’ male. Ma come farne a meno? Ecco 5 soluzioni alternative per raffrescare la casa senza condizionatore:

1. Ridurre al minimo le di fonti di calore

le lampadine a LED o a basso consumo contribuiscono a ridurre le fonti di calore
Le lampadine a LED o a basso consumo contribuiscono a ridurre le fonti di calore, foto via pxhere

Soprattutto d’estate, è meglio spegnere tutti i fornelli. Anche il computer o le luci, insieme ad altri elettrodomestici, contribuiscono a riscaldare la casa. E se utilizzi delle lampadine ad incandescenza, ricorda di sostituirle con quelle a risparmio energetico o a LED.

2. Installare ventilatori da soffitto

ventilatore a soffitto
ventilatore a soffitto, foto via pixnio.com

Una volta azionati i ventilatori, l’aria calda sarà spinta verso l’alto. Di conseguenza l’aria fresca sarà libera ci circolare per le stanze.

3. Mandare l’aria fredda ai piani superiori

Nei piani più bassi l’aria è sempre più fresca. Se hai una cantina, installa un sistema di aerazione indipendente. Attraverso un condotto puoi permettere all’aria fresca di trasferirsi dai piani inferiori verso i piani superiori. L’aria calda invece sarà spinta fuori di casa da un tubo di scarico.

4. Chiudere le finestre di giorno ed aprirle di notte

finestra chiusa
foto via pixabay

In questo modo, durante il giorno il caldo non potrà entrare. Di notte invece, aprire le finestre ci aiuta a creare nella casa delle rinfrescanti correnti d’aria.

5. Piantare alberi intorno alla case

alberi intorno alla casa per raffrescare l'aria
foto via pixabay

Per chi ne ha la possibilità, se non l’ha già fatto, il consiglio è di farlo al più presto. In questo modo, oltre a garantirti un’aria più sana e pulita, potrai anche sfruttare la loro ombra. Anche le piante rampicanti, come ad esempio l’edera, permettono di abbattere drasticamente il riscaldamento della casa. Ma niente paura, in inverno infatti, l’effetto è quello apposto. Incredibile, no?

Sono 5 semplici attenzioni per rendere la tua casa più fresca. Ne conosci altre? Scrivile commentando l’articolo!

Immagine di copertina: foto di Rafael De Nadai, via Unsplash