Esperti da tutto il mondo lanciano l’allarme: l’emergenza rifiuti è una minaccia non solo per la Terra, ma anche per lo Spazio. Persino cosmo ha bisogno di aiuto e, soprattutto, di una ripulita!

Non sempre viene dato abbastanza spazio per parlare dei problemi sullo spazio. Vengono spesso percepiti come lontani, come qualcosa che non ci riguarda di prima persona, ma non è proprio così. Grazie ad eventi e conferenze, come la Conferenza Internazionale sullo Spazio o la European Conference on Space Debris ad esempio, abbiamo occasioni uniche per poter parlare e approfondire il tema dei rischi connessi alle attività spaziali e alla popolazione terrestre. Ci pensate? Migliaia e migliaia di detriti che orbitano senza sosta intorno alla Terra, uno “strato” oltre l’atmosfera fatto solo di rifiuti.

Perchè i rifiuti nello Spazio sono pericolosi?

Esperti da tutto il mondo lanciano l’allarme: frammenti di vettori e vecchi satelliti minacciano le attività umane, il buono stato dei satelliti e strumenti in opera, e soprattutto mettono in pericolo gli astronauti nelle loro missioni nello spazio e la popolazione civile, a causa delle tempeste spaziali.

Il rischio è reale e urgente, come dimostra la recente rovina del satellite russo Blitz, che si era scontrato con i frammenti di un vecchio satellite cinese, e il fallimento del lancio di un vettore russo che doveva installare un satellite per le telecomunicazioni Intelsat 27, nel 2013, perso nell’Oceano Pacifico. Tutto ciò rende difficile il lavoro degli astronauti e può compromettere quindi anche i nostri sistemi di telecomunicazione, con tutte le conseguenze che ne derivano. Non da sottovalutare, quindi.

Ecco un breve video dell’aprile 2017 che riassume il problema dei rifiuti nello spazio.

Ancora un esempio. Impressionante è quello che è successo il 23 agosto del 2016: una collisione tra un detrito di dimensioni millimetriche e il satellite Sentinel-1A aveva causato un danno di ben 40 cm al suo pannello solare, alterandone l’inclinazione, l’orbita e pure la potenza. Il fatto è che ci sono milioni di detriti e frammenti grandi da pochi millimetri a qualche metro che viaggiano in orbita ad una velocità di km al secondo, come dei piccoli e grandi proiettili. In ogni momento si rischia una collisione che causa ulteriori frammenti e danni ai satelliti e agli strumenti in opera che orbitano con loro, compromettendo le missioni degli astronauti. Se a colpire il satellite Sentinel-1A fosse stato un detrito più grosso, i danni sarebbero potuti essere irreversibili.

A complicare le cose è il fatto che la maggior parte dei detriti sono senza controllo. Questo minaccia gli astronauti nelle loro missioni, oltre alle stazioni e ai satelliti. Nel rientro a Terra di strumenti fuori uso, ciò che si può controllare viene diretto verso l’Oceano Pacifico, ma tutto il resto? Ogni anno rifiuti spaziali e piccole meteoriti attraversano l’atmosfera. I più piccoli si disintegrano, ma quelli un po’ più grandi si frammentano e rischiano di cadere in qualsiasi punto della superficie terrestre, col rischio, anche se bassissimo, di poter colpire veicoli in movimento e persone all’aperto.

Come possiamo aiutare lo Spazio?

Come ridurre questa discarica spaziale? È quello che gli esperti di tutto il mondo si stanno chiedendo in questi ultimi anni. Dalla Lombardia arriva il progetto D-Orbit, piccoli propulsori per portare a Terra i rifiuti dello Spazio, mentre dall’ESA il progetto Clean Space. Altri progetti come un raggio laser in grado di deorbitare i rifiuti e un arpione sono soluzioni possibili a questo problema. Speriamo che la loro realizzazione aiuti davvero a salvare lo Spazio!

Foto di copertina: foto di esa.int

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Autore: Silvia Gandolfi

Ciao a tutti! Sono Silvia, ho 21 anni e studio Lingue Moderne a Trento. Viaggiare è ciò che più mi piace fare e spero un giorno di poter trasformare questa mia passione in un lavoro. Nel mio tempo libero svolgo attività sportiva, amo fare nuove esperienze in compagnia dei miei amici e stare all’aria aperta, a contatto con la natura.
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