Il futuro della mobilità sarà in auto elettrica. I sistemi di mobilità elettrica sono sempre più diffusi in Europa. Può l’Italia considerarsi pronta per la nuova sfida?
L’auto elettrica rappresenta il futuro della mobilità privata. Numerosi sono i segnali da tutto il mondo che lasciano presagire un futuro sempre più libero dai combustibili fossili, nonostante siano ancora numerosi i diffidenti e i dubbiosi sull’affermazione di questo nuovo stile di mobilità.
Già da qualche anno le grandi case automobilistiche stanno lanciando nuovi modelli ibridi e full electric sempre più all’avanguardia e la domanda sembra rispondere bene al trend. Nel 2018 le vendite di auto elettriche sono aumentate del 147% rispetto al 2017 (fonte: Rapporto 2019 sulla mobilità elettrica in Italia del Gruppo Repower). E le previsioni dicono che aumenteranno di nuovo.
La crescita della mobilità in auto elettrica nel mondo
Il Paese che registra la maggior diffusione di questo tipo di veicoli è senza dubbio la Cina, con un totale di 225.000 vendite nei primi tre trimestri del 2016 con un 118% in più delle unità commercializzate rispetto all’anno precedente, seguita dagli Stati Uniti, con un totale di 109.000 mezzi elettrici venduti con un aumento del 33%.
Anche l’Europa sta mostrando significativi margini di crescita di questo settore. Le auto elettriche totali vendute sull’intero territorio comunitario superano quelle americane, per un totale di
151.000 unità. Nel vecchio continente infatti, paesi come Norvegia, Olanda, Germania, Francia e Gran Bretagna stanno dimostrando che molto si può fare per promuovere una mobilità più sostenibile, posizionandosi ai primi posti sia per quanto riguarda il numero dei veicoli circolanti, sia per l’applicazione di politiche di incentivazione volte favorirne la diffusione.
Italia fanalino di coda
In Italia, nonostante le vendite degli Electric Vehicles aumentino ogni anno a dimostrazione del forte interesse degli automobilisti per la svolta sostenibile, si fatica ad attuare efficaci politiche integrate a sostegno di una più rapida espansione del settore rispetto ai vicini europei.
Il “bel paese” si posiziona infatti al diciannovesimo posto per quanto riguarda il numero di auto elettriche, con una percentuale dello 0,15% sul totale. Secondo l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, l’Italia pesa solo per circa l’1% delle auto elettriche europeo.
La timidezza della crescita del settore sembra dovuta alla mancata introduzione da parte del governo di sgravi fiscali, investimenti green, infrastrutture adatte e sovvenzioni, strumenti che dovrebbero rappresentare, come si può osservare dall’esempio norvegese, il fulcro per una maggiore penetrazione e diffusione dei modelli elettrici. Gli EV sono infatti più costosi rispetto a quelli alimentati a diesel o benzina e faticano a diventare bene di massa.
La mancanza di sistemi integrati e sinergici rischia di precludere competitività e sviluppo per altri settori ad esso connessi, come ad esempio il turismo.
Il turismo del futuro si muove in auto elettrica
Il turismo, com’è noto, è un settore estremamente importante per il nostro paese. Il patrimonio storico e culturale italiano, ma anche ambientale e paesaggistico, è unico al mondo ed è capace di richiamare milioni di turisti da tutti i continenti. La vocazione ricreativa e turistica dei vari territori italiani costituisce un’importante risorsa per le economie locali.
Queste destinazioni turistiche, che vengono scelte tutti gli anni da turisti provenienti dai paesi più disparati, devono seguire i trend del mercato e sforzarsi di investire in innovazioni per essere competitive ed aggiudicarsi una fetta consistente di domanda.
Per questo motivo l’Italia non può permettersi di presentarsi impreparata. Quando tedeschi, norvegesi ed olandesi cercheranno una meta dove passare le vacanze con l’auto elettrica sceglieranno sicuramente una destinazione provvista di colonnine per la ricarica e parcheggi riservati. Il turista moderno è infatti sempre più attento e informato, alla ricerca di contesti ed esperienze nuovi, dove il tenore di vita sia possibilmente pari o superiore a quello della regione di provenienza.
Un’opportunità per il turismo green
Negli ultimi anni inoltre si sta diffondendo sempre di più una nuova sensibilità ambientale, che
porta i soggetti a scegliere un tipo di vacanza “green”, rispettoso della natura e dell’identità del territorio, il quale si declina nel così detto “turismo ecologico e responsabile”. Sempre più viaggiatori prestano crescente attenzione alle loro scelte di viaggio, prediligendo un tipo di vacanza che sia il meno impattante possibile e a stretto contatto con la natura. Il propagarsi di questo fenomeno, oltre che procurare maggiore soddisfazione agli ospiti, non può che portare importanti benefici al territorio.
Il fenomeno turistico che interessa tutte le regioni italiane, infatti, oltre a portare ricchezza e prospettive di sviluppo in diversi contesti, da quelli locali a quelli molto più ampi come città metropolitane, ha diversi effetti che possono risultare lesivi all’ambiente e alla competitività di una destinazione turistica. Se si osservano i consistenti flussi turistici che investono i fragili ambienti rurali e costieri del nostro Paese, risulta naturale la preoccupazione circa l’impatto del turismo praticato a bordo dell’automobile, in particolare in aree dove le modalità alternative e di trasporto collettivo non sono valorizzate o adeguatamente considerate come risorse strategiche di trasporto potenziali per mitigare i pericolosi impatti sull’ambiente arrecati dalle emissioni dei gas di scarico.
A maggior ragione, se si considera il turista moderno, il quale durante il periodo di vacanza vuole spostarsi, fare numerose attività e visitare quanti più siti possibile, la mobilità turistica può rappresentare un problema non irrilevante per il contesto ambientale locale e per la qualità della vita della popolazione residente.
Il meccanismo di fruizione delle destinazioni turistiche prevalentemente con vetture private, congiuntamente al fatto che i flussi si concentrano soprattutto nei mesi di picco e alla limitatezza dei parcheggi e delle aree di sosta, determina il superamento della massima capacità di un territorio. Questo superamento genera squilibri a livello sociale e ambientale, i quali potrebbero causare la perdita di attrattiva della destinazione.
Dall’analisi di questi temi emergono le grandi opportunità che lo sviluppo tecnologico e l’innovazione possono apportare al sistema di trasporto italiano, permettendo nuove prospettive di crescita economica, sostenibilità ambientale e competitività, specialmente in ambito turistico.
Osservando i vari esempi internazionali si capisce che molto c’è ancora da fare in Italia in ottica di conversione dell’attuale sistema di mobilità e cruciale sarà il ruolo del governo e delle istituzioni nel sostenerla, ma i tempi scorrono in fretta e già dai prossimi anni sarà possibile constatare i progressi fatti in questo importante settore strategico.
Immagine di copertina: Auto elettrica in ricarica, foto di Michael Movchin, via wikimedia