Vi ricordate Cosimo, il Barone Rampante di Calvino? E che mi dite di Tarzan e della sua casa tra le liane nella giungla?
Chi di noi da piccolo non ha mai sognato di poter avere la propria casa sui rami di qualche possente quercia e di osservare da questo rifugio perfetto il mondo sottostante?
Poi siamo cresciuti e quel sogno è stato sostituito dalla villetta mono-bifamiliare con giardino, nel migliore dei casi; da un piccolo appartamento al 4° piano senza ascensore,in altri casi.
Eppure per qualcuno il sogno resta e invece che affievolirsi si fa mano a mano più forte, più radicato, termine scelto non a caso, fino a che il seme e le radici fanno crescere il progetto e succede che…
Un manager sull’albero
Dario è un manager, lavora in una società che importa rum da Cuba.
Però Dario è un manager senza loft ipertecnologico e non ha neppure un attico con vista sui Navigli o sul Tevere.
No, Dario lavora in città e ogni sera torna nella sua casa sull’albero.
Esatto, Dario è uno di quelli che non ha smesso di sognare la casa di Tarzan. E insieme a Dario ci sono Galatea, la sua bimba, la moglie Alessandra, ma anche Elisabeth che è venuta dalla Germania e altri.
Dal 2002 il villaggio sugli alberi nel Canavese si è ingrandito e sempre più persone si sono costruite la loro casa sugli alberi, issando travi con funi e carrucole e cercando di limitare il proprio impatto sull’ambiente del bosco.
In fuga dalla città? Forse.
In fuga dalla tecnologia e dalla civiltà? Non esattamente: ogni casetta, sospesa anche fino a 7 metri da terra, è stata costruita sfruttando le ultime novità della bioedilizia (ad esempio le pareti vengono coibentate contro il freddo usando gli ultimi principi in materia) e i telefonini e internet sono tutt’altro che guardati con sospetto dagli “arboricoli”.
Insomma, via dalla città e sugli alberi per tornare a vivere a ritmi più consoni, ma senza dimenticare la tecnologia e i suoi sviluppi se consentono una qualità di vita migliore e in sintonia con l’ecosistema bosco.
Mica male, no?
L’albergo da “appendere” agli alberi
Non solo vivere stabilmente sugli alberi, ma andarci in vacanza per essere davvero immersi nella Natura. Perché no?
Detto fatto: un gruppo di architetti, il gruppo Penda, ha pensato che “Sì, si può fare” e ha presentato un progetto a AIM Legend of the tend. di una struttura che si appende, sì anche agli alberi.
Si tratta di una struttura modulare, in grado di crescere di dimensioni alla bisogna, fatto con giunti di bambù intrecciati a forma di X e legati con funi.
Vi ricorda qualcosa? Certo, è lo stesso sistema che i nativi americani usavano per i loro tepee, le loro tende ricoperte in pelle di bufalo.
Leggeri, maneggevoli, i tepee venivano montati e smontati per seguire il grande bufalo e così le unità del progetto Penda si ingrandisco e si riducono per essere spostate in modo altrettanto semplice e veloce non per seguire il bufalo, ma per trovare il punto migliore, il versante della montagna più soleggiato e, in caso, il bambù può essere riusato come materiale edile, se non serve più per la “tenda”.
E c’è di più: queste strutture potrebbero essere usate in situazioni in cui creare dal nulla e in poco tempo alloggi d’emergenza si impone, come in caso di terremoti, inondazioni e altre calamità.
Treehotel, nell’ufo sull’albero
Infine, il Treehotel di cui abbiamo già parlato in questo post dedicato agli hotel più incredibili d’Europa, ma che non poteva mancare nella carrellata di case sugli alberi perché qui non solo il rispetto della Natura e le sue innumerevoli risorse sono elementi cardine, ma anche perché se qualcuno ancora sostiene che il turismo e la Natura sono inconciliabili e che un turismo sostenibile è anti economico trova una degna e concreta confutazione e a noi di Viaggi Verdi i fatti piacciono più delle parole.
Quando nella mia casa sull’albero ci arrivo pedalando
Anche Ethan Schlusser, come Dario, ha raggiunto il suo sogno di vivere sugli alberi nella cittadina americana di Sandpoint. L’unico problema era la fatica di fare su e giù le scale mille volte al giorno. Per questo Ethan si è ingegnato e ha inventato un ascensore ecologico utilizzando la sua bicicletta. Modificando la sua bici Ethan è infatti riuscito ad adattarla a questa esigenza. Come? Ha tagliato il pignone maggiore della parte anteriore della bici e lo ha saldato sulla parte posteriore per ottenere una marcia inferiore e velocizzare la salita. Perciò ha creato un sistema di carrucole a cui ha collegato le estremità della bicicletta. Così con poche pedalate può arrivare senza fatica in cima alla sua casa sull’albero. Incredibile vero?
E voi? Avete altri esempi di case e alloggi vari sugli alberi? Avete mai sognato di vivere su un albero?