Fredde, che dico fredde, gelide sono le acque che scorrono in fondo alle Gole dell’Alcantara, in provincia di Messina.
Ebbene sì, Italia terra di meraviglie in cui c’è tutto e di pù, persino i canyons come in America.
Le acque dell’Alcantara, che scorre dai Monti Nebrodi allo Jonio, sono ghiacce a causa di una donna, anzi di una dea che, però, di glaciale aveva ben poco, anzi.
Itinerario curioso all’insegna di Venere e dei suoi amori
La tradizione popolare sostiene che la dea Venere, moglie di Vulcano, avesse trovato così incantevole la valle in cui scorreva il fiume da farne il proprio boudoir…ed anche la sua garçonniere, a dire il vero.
Stanco dei continui tradimenti, l’iracondo Vulcano decise di raffreddare le acque della vasca dell’amata sposa e di mettere la parola fine alla carriera fedifraga di lei; pare che la mossa non sia stata coronata dal successo, a quanto raccontano le cronache dell’Olimpo, ma questa è un ‘altra storia.
Tornando al boudoir divino, la dea dell’amore non si può certo dire mancasse di occhio fino nella scelta, nonostante quel leggero strabismo a cui tutti malignamente fanno riferimento ancora oggi; la valle in cui scorre l’Alcantara, già Akesinis per i Greci e poi Onobola per i Romani, era e è ancora un angolo di paradiso: agrumi profumati e colori splendenti per più mesi all’anno, viole, papaveri, anemoni e altri fiori colorati in primavera, alti salici bianchi e rossi, ontani neri generalmente poco diffusi nel resto dell’isola e eleganti rapaci che solcano l’azzurro terso del cielo.
Mi piace pensare che forse proprio seguendo le evoluzioni di un falco pellegrino Federico II di Svevia, grande appassionato di rapaci, che veniva nel vicino Bosco Malabotta per curarsi la gotta, abbia raggiunto le gole e seguendo il corso del fiume abbia ammirato le rocce modellate a forma di strani animali e si sia divertito a riconoscere, forse, fauci di animali di fantasia o anche qualche nobile falco o aquila.
Un Parco dalle mille possibilità: itinerari tra ulivi, agrumi, salici e fiori
Certo neppure l’aquila di Svevia, come era soprannominato Federico II, c’era quando le gole sono nate circa 350.000 anni fa.
Deve essere stato un momento spaventoso e maestoso al contempo.
Provate ad immaginare una placca di basalto nata da un precedente sversamento di lava poi solidificatasi (non dimentichiamo che l’Etna è a un tiro di schioppo). Ora immaginate un sisma, un boato, forse più boati, nel silenzio e la placca che inizia a creparsi e si separa in due blocchi. La fessura si apre sempre di più con un sinistro rumore che, se ci fossimo stati, ci avrebbe fatto impazzire di terrore e le acque si insinuano nella fenditura.
Dove c’era una parete liscia e omogenea, ora c’è una frattura e due pareti alte anche 50 metri dalle superfici variamente modellate.
Nulla è più come prima.
Così sono nate le gole che oggi ammiriamo e che sono protette dall’istituzione del Parco Botanico e Geologico delle Gole d’Alcantara.
Ma le gole sono il punto di partenza di una realtà composita e strutturata diretta a far conoscere un intero territorio.
Da lì, infatti, possiamo scoprire:
1. antichi sentieri: un reticolo di 10 km di percorsi un tempo usati dai contadini è stato ripristinato per consetire percorsi di trekking che portano a spiagge, masserie oggi trasformate in agriturismi, frutteti e vigne. Il percorso più lungo è la Passeggiata di Hermes (5 km circa) ma potete anche seguire la dea Artemide e il suo percorso di 354 metri.
2.Oro giallo: una bellissima definizione del tesoro rappresentato dagli agrumi della zona: pompelmi succosi, arance dolci, limoni profumati e mandarini color del sole al tramonto per citarne solo alcuni.
3.Oro verde: l’olivo, la pianta simbolo del Mediterraneo, l’ingrediente principe della tradizione gastronomica italiana, ha il suo palcoscenico negli estesi oliveti della valle. Si può partecipare alla raccolta delle olive, ma soprattutto asagiare l’olio.
4. Confetture e liquori: anche le confetture e i liquori fanno parte della realtà produttiva del territorio e scoprirne i segreti è possibile. Taccuino alla mano, ops! ipad e iphone, e via a registrare i trucchi che le signore siciliane si tramandano di generazione in generazione, una volta a voce, oggi, forse, tramite i video.
Per soggiornare nei pressi delle Grotte di Alcantare e scoprire questa area, potete fermarvi al’Agriturismo Biologico Il Poggio o all’Agriturismo Casa delle Monache all’interno del Parco fluviale.
Foto di copertina: Gola Alcantara di josep salvia i boté via Flickr