Uno dei più noti e longevi carnevali è senza dubbio quello di Venezia che negli anni non ha perso la sua aurea fatata ed è stato capace, dopo qualche anno di declino, di reinventarsi e di farsi onore nel “palmarès” delle destinazioni più ricercate e magiche del mondo.
Ma cosa rende il carnevale così unico a Venezia?
Origini:
Molte voci e leggende si rincorrono in merito all’origine della festa ed al suo significato. Secondo molti, il termine pare derivare dal latino “carnem levare” ovvero “levare la carne” visto che si tratta del periodo che suggella l’inizio della Quaresima, un periodo contraddistinto, almeno in passato, dalla privazione di carne (ammesso che ai tempi ce ne fosse).
Per quanto riguarda invece la festa stessa, una leggenda vuole che il Doge di Venezia abbia imposto al Patriarca della vicina Aquileia un tributo di 12 maiali e 1 toro da macellare sulla pubblica piazza ogni anno in cambio della libertà del Patriarca stesso e di dodici suoi sostenitori, rei di aver attaccato ed invaso Grado, suddito della Serenissima.
Il tributo venne pagato e gli Aquileani poterono tornare a casa sani e salvi, se non per la bruciante ferita nell’orgoglio; una ferita destinata a ripetersi ogni anno da quel lontano 1162.
Storia:
Da quel lontano 1162 in poi, il Carnevale di Venezia si è evoluto, è cresciuto e, dopo un breve periodo di declino, ha continuato ad irradiare la sua magia ed attrarre turisti e visitatori da tutto il mondo, forte di 2 elementi principali:
– L’ ironia dei Veneziani sempre pronti a prendersi ed a prendere in giro.
– La ricchezza della città che già prospera per via della posizione, dei commerci e dell’abile apparato diplomatico, ha trasformato anche il Carnevale in un’ulteriore fonte di ricchezza o di “sghei” come i Veneziani chiamano il denaro.
Nel corso dei secoli le feste e gli eventi del Carnevale di Venezia hanno assunto un tale rilievo da rendere necessaria un’organizzazione complessa e strutturata che prevedeva la presenza delle “Compagnie della calza” il cui ruolo era proprio la gestione delle attività festaiole, una sorta di ufficio “P.R” del XV secolo.
Addirittura nel XVIII secolo il Carnevale iniziava dai primi giorni di Ottobre e si protraeva fino all’inizio della Quaresima: quando si dice “creare l’evento”.
Giochi:
I giochi che hanno allietato le giornate del Carnevale sono stati vari e mirabolanti durante questi 900 anni di vita:
“Piramidi d’ Ercole”: castelli umani ispirati ad opere architettoniche più o meno ardite che vedevano in passato la sfida tra i centrali Castellani ed i periferici Nicolotti.
“Il volo dell’angelo”: noto in passato come “Il volo del Turco”, perché il primo che lo ideò ed attuò fu proprio un Turco, la cui discesa su corda finì sul balcone del Doge in Palazzo Ducale, come tributo d’onore. Oggi il Turco è stato sostituito da una leggiadra fanciulla che si libbra nella giornata finale del Carnevale sopra Piazza San Marco, ben assicurata da corde e ganci di sicurezza.
Tra i due “acrobati”, Turco e donzella, vi fu anche il periodo della “colomba”, ovvero di una colomba in legno riempita di coriandoli colorati.
“La danza moresca”: ora completamente scomparsa, più che una danza era un combattimento all’arma bianca che si ispirava alle battaglie tra Cristiani e Mori.
“Le momarie”: lunghe processioni di maschere lungo calli e ponti veneziani.
Dolci veneziani: “Fritola” o “Galano” per me pari son!
Dal giorno dell’Epifania in poi l’aria di Venezia profuma di miele, zucchero, zabaione, agrumi e…tutto quello che le fornerie e le pasticcerie veneziane decidono possa rendere deliziose ed indimenticabili le loro “frittelle” o “fritole”. Volete fare i pasticceri e preparare le frittelle o i galani come a Venezia? Ecco a voi la ricetta:
“Fritole venessiane o venexiane ”: 1 bicchiere di latte, 30 g lievito birra, 1 uovo, 100 gr farina bianca 00, uvetta, cedro o altra frutta candita, pinoli, un pò di grappa, scorza di,limone grattugiata, zucchero e olio di oliva per friggere.
Sciogliete il lievito nel latte tiepido ed aggiungete l’uovo, lo zucchero, il sale ed il burro ammorbidito. Lavorate fino a che non avrete ottenuto un impasto omogeneo. Aggiungete la frutta candita, i pinoli e la scorza grattugiata. Quando gli ingredienti saranno perfettamente amalgamati, lasciate riposare circa 30 min sotto un panno umido e tiepido. L’impasto crescerà in questa mezzora di circa il doppio del suo volume. A questo punto preriscaldate l’olio a circa 190°C e, aiutandovi con due cucchiai per dare alle porzioni di impasto una forma ovale, friggete nell’olio per circa 2 min assicurandovi che la frittella si dori totalmente.
“Galani”: 150 g farina bianca, 1 uovo intero e 1 rosso d’uovo, burro, a cucchiaio di zucchero e sale.
Amalgamare farina, uova e burro zucchero e sale fino ad ottenere un composto omogeneo.
Lasciar riposare il tutto per circa 30 min in un posto fresco
Stendere con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia di 1 cm di spessore circa e ritagliate i vostri galani. Che forma? Beh, rettangolari se volete i “galani” à la venetienne!
Timorosi di dar fuoco alla cucina o di spargere sottile polvere bianca ovunque? Allora scegliete tra i migliori artisti pasticceri e fornai della città
Pasticceria dal Mas – “fritole con la crema” Lista di Spagna – Careggio 149/150 A Venezia
Pasticceria Majer – diversi negozi in Venezia. Il nostro preferito è in Giacomo Dall’Orio Santa Croce 1658 Venezia
Pasticceria Rizzardini – Venezia e Parigi unite in un ‘ode alla golosità: crema zabaione, ma anche Chantilly nelle “fritole” dei Rizzardini in Località San Polo 1415 Venezia
“Bauta e moretta”, le maschere tipiche del Carnevale di Venezia
Che nascondano solo il viso o l’intera figura, la maschera è l’elemento più noto del Carnevale di Venezia e le fogge sono per tutti i gusti.
“Bauta e moretta”: le più antiche. La “Bauta” è la maschera unisex, bianca o scura, che copre parte del viso.
La “Moretta” è invece nera, o comunque di colore scuro, ed in passato aveva una caratteristica ben precisa: per tenerla sul viso non esistevano lacci, ma era necessario stringere tra i denti un supporto a forma di bottone con cui la si teneva in posizione. Scomodo? Certo, ma poiché durante il Carnevale “ogni scherzo vale”, tale costrizione impediva ai mascherati di tradirsi e di farsi riconoscere per via della voce, dando una magari riposta affrettata.
“Arlecchino”: la maschera più nota e più usuale. Direttamente dalla cinquecentesca “Commedia dell’Arte”, il buon Arlecchino è un servitore scaltro e sempre affamato. La sua uniforme: una tuta dagli sfavillanti colori che doveva ricordare gli stracci dei poveri contadini ed un cappellaccio a triangolo, retaggio dei cappelli di carta fatti dagli scolari a scuola o dai carpentieri…o forse questi ultimi sono retaggi del cappello dell’Arlecchino?
“Colombina”: l’eterna innamorata di Arlecchino, scaltra anche lei e deliziosa nei suoi abiti color pastello, generalmente verde o rosa. E’ la maschera che le bimbe prediligevano…prima delle “Winkles” e delle “Miley Cyrus” attuali.
E’ Carnevale ed i bimbi sono a casa?
Intratteneteli e divertitevi con loro a creare, in poche mosse, la maschera perfetta per il loro Carnevale: ecco come costruire una maschera per il carnevale di Venezia
Nessun anelito d’artista e manualità pari a 00, come la farina? Niente panico
Potete comunque partecipare alle sfilate mascherate travestiti da dama del Settecento o da artista dandy… o da una delle mitiche e bizzarre figure che hanno popolato i Carnevali di Venezia: la marchesa Casati Stampa ache girava con feroci felini al guinzaglio, Peggy Guggenheim, e molti altri.
Ammirate i costumi e scegliete il vostro da:
Nicolao Atelier
Marega Atelier
Indossata la “bauta”, presa la “fritola”? Ed ora via tutti per calli e ponti
Ora che avete tutti gli strumenti, non vi resta che fare la vostra entrée! Paradossalmente, a ben pensarci, la maschera deve “celare” ma l’intento dell’andare in maschera è “farsi vedere”!
I posti da frequentare sono:
- Caffé Florian
- Caffè dei Quadri
- Caffè Lavena
- Ponte Rialto
- Riva del Carbon
- Riva del Vin
- Riva Schiavoni
- Ponte Accademia
E per il vostro soggiorno ecofriendly:
Volete festeggiare a Venezia ma riposare in terraferma, come i veri veneziani? Ecco le nostre scelte per voi. Da non sottovalutare che si tratta di strutture che hanno sposato il rispetto per l’ambiente
Best Western Hotel Olimpya: come una dama veneziana, affacciatevi da un antico palazzo sul rio
Camera in Trivilla a pochi passi dalla fermata del bus per raggiungere Venezia in treno
Ed ora che avete trucco e parrucco, conoscete la storia e sapete dove dormire per recuperare l’energia, non dovete fare altro che documentare il vostro Carnevale che sia a Venezia, Viareggio o in qualsiasi altro magico luogo.
Foto di copertina di j/\x80, via Flickr
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E voi credete alle favole, ai castelli e ai draghi?