1. Cosa vedere a Palermo
Senza voler tralasciare lo stuolo di monumentalità che la tradizione greca, romana e normanna conferì alla capitale sicula, puntiamo dritti al santuario di Santa Rosalia, patrona di Palermo da quando nel lontano ‘600 salvò la popolazione dall’ondata di peste che affliggeva l’isola, che si trova sul conosciutissimo e imponente Monte Pellegrino.
Al Monte, la notte tra il 3 e il 4 settembre, si arriva scalzi, in un pellegrinaggio mesto e composto, tradizione devota e sentitissima.
La cattedrale di Palermo merita però menzione speciale: arrivando dal Teatro Massimo faranno strada una serie di improbabili negozietti ricolmi di cianfrusaglie; dalle divise militari ai gadget tipicamente siculi… si apre poi alla vista una struttura immensa e originale: non aspettatevi il solito Duomo, ma una commistione di forme e stili in un unico corpo architettonico; a segno e ricordo delle differenti popolazioni che, nel corso dei secoli, si sono alternate sul suolo siciliano. La Chiesa fu voluta dall’Arcivescovo Gualtiero Offamilio, e consacrata alla Vergine Assunta. Cattedrale della capitale “Normanna” presenta influssi bizantini, barocco-siciliani e romanici e arabeggianti, che si completano e arricchiscono con le numerose palme disposte ordinate lungo la facciata.
Altro luogo da non tralasciare, spesso introvabile sulle guide convenzionali, è “i quattro canti” (al centro di Palermo crocevia di strade e culture), qui troverete una miriade di carrozze a presidio dei turisti per percorrere la città in maniera completamente green; Si può giungere al castello della Zisa di cui “conti i diavoli e non riesci mai a tenere il conto” anche grazie a un mezzo pittoresco e stravagante: “LA LAPA”. Guide turistiche un po' improvvisate vi accompagneranno nel labirinto del centro storico… Nelle sale sono esposti alcuni manufatti islamici come le eleganti musciarabia (dall'arabo masrabiyya), e gli utensili più comuni (candelieri, ciotole, bacini, mortai) realizzati prevalentemente in ottone. È possibile visitare anche il giardino della Zisa, imponente e caratteristico.
2. I sapori e la cucina a km 0
In Sicilia il cibo è i dolci sono una vera mania. Non solo una tradizione, ma un culto da preservare. Una caratteristica che sicuramente vi colpirà se avrete modo di conoscere da vicino i palermitani è la valenza sacrale della loro ospitalità, che si riversa nella continua e spasmodica offerta di cibo!
Questa singolare abitudine è riassunta sul versante della ristorazione in un semplice e imprescindibile dictat: troverete sempre e a qualunque ora del giorno tutto ciò che desideriate mangiare. E tutto a cifre ragionevoli e in quantità sconvolgentemente esorbitanti.
Cosa mangiare? Avrete l’imbrazzo della scelta. Pane “ca Meusa schetta e maritata”(il pane con la milza, con o senza caciocavallo grattugiato, da gustare allaFocacceria San Francesco), pane e panelle (le panelle sono frittelle di farina di ceci, gustosissime e servite in un simil hamburgher da veri intenditori vegan!
E ancora le “quaglie” che sono melanzane aperte a fiore e fritte, i broccoletti fritti, le fritture di pesce, le polpette di patata fritte da non confondere con le crocchette.
Arancini come se piove, classici al pomodoro, ragù e piselli o in bianco. Bisogna ricordare che mentre a Catania si presentano in una molteplice varietà di gusti (alla norma con le melanzane, al pistacchio o al pesce) a Palermo troverete una sorta di “ortodossia” dell’arancino, rigorosamente nella duplice versione rossa o in bianco.
A Palermo, meraviglia delle meraviglie, si possono trovare moltitudini di fornetti con verdura arrostita, in particolare peperoni e carciofi.
Irrinunciabile il pesce freschissimo, che si trova anche nei bar per gli aperitivi, dai polipi bolliti ai ricci di mare, dalle vongole alle cozze e i babbaluci! Lumache condite con tantissimo prezzemolo e aglio. La zona dei babbaluci è Corso dei Mille, qui potrete gustarli in tutti i locali.
Fichidindia sbucciati e verdura di ogni foggia (ricordate che i siciliani “doc” non comprano mai fichidindia sbucciati, li sbucciano sul momento, così come nelle migliori pasticcerie i cannoli sono riempiti davanti a voi!). Melone, ananas e anguria come frutti locali freschissimi, insieme ad aranciate, limonate o acqua con anice.
Il cous cous è strepitoso e preparato in Tajine a sugellare l’unione tra cultura marocchina, tunisina e siciliana.
Nella Sicilia occidentale il Cannolo è leggermente diverso rispetto a quello tradizionale, esattamente come gli arancini. Ricotta lavoratissima con lo zucchero e tantissime varianti, dai classici canditi al cioccolato, dai pistacchi alle mandorle.
Nella to do list di settembre non dimenticate Il Cous Cous Fest per le stradine di San Vito Lo Capo in provincia di Trapani. Da non perdere il Chocolate Kebab e le gelaterie Slow Food.
Geometria del cannolo La forma armoniosa del cannolo merita un capitolo a parte. Non è un dolce ricercato ma puro e semplice, così come lo vedete. Con i contorni non ben definiti di un cravattino, o se vogliamo di una falena imbizzarrita. Servito su vassoi di carta, che non hanno proprio niente di sacro se non il contenuto: un sincretismo immaginario di profano e religioso; la religione della terra e dei suoi prodotti “buoni” per natura. Un prodotto fresco, fragile come gesso nel suo ripieno di ricotta condita, ma senza fronzoli: un dolce greco, arabo e italiano. Di tutti. Come la Sicilia.
3. Le spiagge di Mondello e i dintorni
Mondello con le sue spiagge caraibiche e il porticciolo ligure è a pochissimi chilometri, e si raggiunge con facilità dall’aeroporto di Palermo.
Il lungomare è meraviglioso fuori stagione, senza stabilimenti, quando si può godere della vista mozzafiato e della sabbia chiara.
La riserva di Capo Rama ha una notevole interesse faunistico e geologico grazie alla presenza di rocce di tipo carsico sulle quali crescono piante caratteristiche come la palma nana.
Ustica è un’isola incantata, di fronte alla costa palermitana, meta ambita dei visitatori di tutti il mondo, ricca di vegetazione e volatili variopinti.
4. Natura, sport e itinerari lenti
Le Serre della Pizzuta con le loro rocce carbonatiche sono un’alternativa a piedi molto suggestiva: grotte di grande suggestione come quella dello Zubbione e del Garrone, con felci e vegetazione mediterranea.
La Riserva Naturale Orientata Grotte Molara è un'altra possibilità a piedi, con le sue grotte e la sua fitta fauna. La Riserva Monte Genuardo e S.Maria del Bosco, istituita nel 1997, è un luogo ricco di storia e di bellezze naturalistiche.
Il Lago di Piana è il bacino artificiale più antico e grande dell'isola, situato a pochi chilometri da Palermo. Grazie alla presenza di numerosi ruscelli i suoi dintorni sono popolati di alberi di pioppo e maestosi salici, l'ambiente lacustre è ricco di stagni di acqua dolce.
La riserva naturale costiera di Capo Gallo, costituita dal promontorio che divide i due golfi di Mondello e Sferracavallo, è composta da coste incontaminate ed è ricca di grotte come quella dell'Olio, simile alla Grotta Azzurra di Capri e la Grotta della Regina.
Molte di queste grotte conservano importanti reperti archeologici e graffiti preistorici: da visitare a piedi e… a nuoto!
Un interessante itinerario in mountain bike da Palermo ad Agrigento può essere percorso partendo dal Bosco di Ficuzza, con una full immersion nella fantastica Riserva del Sosio, all’insegna della natura incontaminata. Passando per la Riserva WWF di Torre Salsa, laValle dei Templi e la città di Agrigento si possono visitare anche i Monti Sicani, con i piccoli geyser, Bivona e Palazzo Adriano.
5. Dove dormire, a Palermo e nei dintorni
Si può scegliere di dormire in un antica fattoria o in un agriturismo biologico immerso in un parco naturale. In un piccolo e accogliente B&B ecofriendly nel centro storico di Palermo, o in un hotel di design attento a ridurre il suo impatto ambientale.
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Testi di Angela Sebastianelli
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