Una delle prime cose che si nota arrivando a Milano sono i palazzi, le strade e il traffico. Solo dopo un po’, quando cade dagli occhi la cortina di cemento, comincia a emergere, come un’immagine fotografica che si sviluppa lentamente, tutta la flora che abita in città. C’è sempre stata ma negli ultimi anni è in continuo aumento per l’interesse e la cura della gente.

Adesso, quando giro in città, non vedo più solo il caos umano, cerco l’armonioso risultato del verde spontaneo o coltivato che è ovunque, e che voglio condividere con te.

Per questo, amico mio, ti propongo un viaggio in bicicletta alla sua scoperta, cominciando da Porta Garibaldi, dove arrivi abitualmente con il treno. 

Salendo la rampa da Corso Como, nella nuova piazza circolare sopraelevata Gae Aulenti, ci fermiamo a osservare il bosco verticale: due torri residenziali che ospitano sui terrazzi, oltre novecento specie arboree che assorbono polveri, smog e producono ossigeno.

Da questo punto possiamo vedere il panorama della città con i suoi palazzi simbolo e quelli del Progetto Porta Nuova. 

Se imboccassimo il viale pedonale che collega con il quartiere Isola, troveremmo alcuni parchetti interessanti, come il giardino autogestito isola pepe; un piccolo angolo verde nel cuore di Isola nato dalla partecipazione degli abitanti del quartiere e che, trasformato in un rigoglioso giardino, è oggi un luogo di socialità frutto del lavoro di tante persone. Questi giardini si stanno diffondendo sempre più anche a Milano.

Invece proseguiamo sull’altro viale pedonale che, superata via Melchiorre Gioia, si dirige verso Corso Venezia e i giardini Indro Montanelli. Realizzati alla fine del ‘700 con impianto alla francese, sono il primo parco cittadino progettato per un uso pubblico. Fino al 1992  ospitavano lo zoo, con il famoso Giacomo, uno scimpanzé che ringraziava, per le banane e le noccioline ricevute, con smorfie e capriole, ed era entrato nella leggenda con il detto popolare: “l’è brutt come el Giacom!”. Ora i bambini possono visitare il Museo di Storia Naturale e il Planetario e gli animali non soffrono più per la prigionia. 

Di fronte al parco, la Galleria d’Arte Moderna ci tenta, meriterebbe una visita, ma noi, con un percorso di poco più di un chilometro raggiungiamo l’Orto Botanico di Brera, un’oasi di pace di cinquemila metri quadri, molto affascinante e nel pieno centro di Milano. Questo giardino storico, gestito e restaurato da alcuni anni in modo conservativo dall’Università Statale, dal 1774 permette ai milanesi una sorprendente sosta all’ombra di diversi grandi alberi, come i due monumentali esemplari di Ginkgo biloba dei tempi della fondazione e tra i più antichi in Europa. 

alcuni fiori rosa; sullo sfondo l'osservatorio dell'orto botanico di Brera
All'orto botanico di Brera - foto di sarabrag via Flickr

Il silenzio è incredibile, non si ode alcun rumore del traffico, solo il fruscio delle foglie e i canti degli uccelli. Ci si può illudere di essere molto lontani, immersi nella natura e la suggestione si rinnova a ogni stagione: le sue aiuole di piante officinali testimoniano ampiamente il passare dei mesi, e la flora del giardino si veste di colori notevoli, straordinari in città. Sono la testimonianza della forza della natura, della sua voglia di rinascere che dovremmo prendere ad esempio in questi tempi grami dove, anche a noi, servirebbe la stessa energia per ricominciare. 

L’orto è a ridosso del Palazzo di Brera che ospita la Pinacoteca, l’Osservatorio astronomico con la cupola dello Schiapparelli e altro ancora; per visitare tutto occorrerebbe una giornata intera e forse non basterebbe!

Concediamoci ora una sosta mangereccia, abbiamo pedalato e il nostro fisico richiede una pausa e nuova energia. Non ho dimenticato amico mio, che sei un intenditore e apprezzi sempre il buon cibo, soprattutto se in compagnia e annaffiato da un vino anche migliore! 

Ti propongo la Trattoria del Corso in corso Garibaldi, un locale piccolo ma accogliente, con personale cordiale e cibo delizioso a un prezzo onesto per essere in un quartiere caratteristico del centro storico. Altrimenti a Brera, visto il numero dei locali, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dopo l’immancabile caffè e quattro chiacchiere occhieggiando le belle ragazze che passeggiano durante la pausa pranzo, inforchiamo le bici per procedere nell’itinerario.

Ci attende, vicino al Castello Sforzesco, il Parco Sempione all’interno del quale sono presenti edifici importanti: il Palazzo dell'Arte, l'Arena Civica, la Torre Branca, e le opere di scultori famosi come De Chirico e Barzaghi. 

La flora del parco è molto ricca e varia: dai faggi penduli a diverse varietà di cedro e gruppi di querce rosse; e poi tassi, cipressi calvi, pini, faggi, ginko, ontano nero, diverse varietà di aceri… e molti altri alberi e arbusti. 

Iniziamo pure a pedalare a caso tra i viali come piace a te, ma poi andremo dal grande ippocastano nei pressi del Ponte delle Sirenette e infine a salutare il vecchio olmo monumentale che cresce sul belvedere, di fronte alla statua di Napoleone III. Quando lo guardo, rimugino su tutte le cose che ha visto: era qui all’epoca degli Sforza, della dominazione spagnola e all’arrivo di Napoleone. 

Lo so perché ridi: pensi che stia facendo tutta ‘sta manfrina storica quando invece ho in mente solo Adriana, la più bella della classe. Sì, è successo proprio qui, sotto le sue fronde. Era primavera, avevamo sedici anni e all’uscita dal liceo l’ho invitata a passeggiare tra le azalee fiorite. Mentre lei ammirava la bellezza e la perfezione dei fiori, io contemplavo lei. Sorrideva parlando. Le sue labbra erano dello stesso colore delle rose antiche, non vedevo altro e sentivo solo il desiderio di baciarla. Erano morbide quando le ho sfiorate e dolci quando, con coraggio, l’ho fatto. Lo schiaffo secco mi ha colpito la guancia con forza. Inviperita e senza una parola se n’è andata. 

Che bisogno c’era che tu lo raccontassi a tutta la classe? Mi avete preso in giro per anni! Io invece ho pensato a lungo a lei ma avevo esaurito ogni grammo di audacia per avvicinarla ancora, non per il dolore dello schiaffo ma per quello del rifiuto che lo muoveva.

Dai, basta ricordi, continuiamo la nostra pedalata. 

Tornando verso la stazione di porta Garibaldi, ti propongo di fermarci al Cimitero Monumentale, per una breve passeggiata a piedi per sgranchire un po’ le gambe. Entriamo nel Famedio, il Pantheon dei milanesi illustri, dove riposano personalità storiche e artisti di fama internazionale come Manzoni, Jannacci e Franca Rame, per un piccolo assaggio di questo luogo che è un vero e proprio museo a cielo aperto, ricco di capolavori artistici. 

Purtroppo dobbiamo andare, è tardi, rischi di perdere il treno.

Caro amico, abbiamo visto solo una minuscola fetta del verde in città; se ti è piaciuto, concordiamo un appuntamento in primavera alla periferia nord di Milano, per pedalare nel parco di Villa Litta, piccolo, curato e molto frequentato dagli abitanti di ogni età. La mattina il gruppo di cammino lo anima con il cicaleccio tipico del ritrovo tra amici, il pomeriggio le associazioni propongono corsi vari e i bambini vivacizzano i giochi. 

A pochi metri c’è il parco del Paolo Pini con il Giardino degli Aromi, gli orti condivisi, le galline e i conigli di Aurora e il nuovo parco Oltre il Pioppeto, ancora in formazione  grazie alla mobilitazione dei cittadini dei quartieri limitrofi. È poco frequentato per la mancanza di percorsi segnati, ma se si penetra tra i boschetti con piante da frutto, reperti vegetali residui, coltivati in passato dagli ospiti del vecchio ospedale psichiatrico Paolo Pini, si trova qualche insediamento abusivo, capanne costruite con materiali di recupero, abitate da senzatetto desiderosi di avere qualcosa da chiamare casa.

Infine verso sera potremmo raggiungere il Parco Nord entrando da Bruzzano, e lì ti stupirai per un incontro speciale: le lucciole, quelle vere, non sono un miraggio, abitano davvero in città e… non voglio anticipare altro, ho già detto troppo. 

Milano ha ancora tante belle sorprese verdi per chi ha voglia di vederle! 

Ti aspetto.

 

Autore: Anna Maria Castoldi

Premio letterario "Racconta la tua città"

Copertina: foto di bici Clasica via Flickr

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