Purtroppo, scopro subito, mi aspettano anche i miei simili, armati. L'arma letale è il cellulare che l'italiano medio non molla mai, neanche per un istante. Nella splendida riserva di Torre Guaceto non ci sono bar, nè chioschi, nè lettini, sdraio, ombrelloni.
Però ci sono loro, i terribili telefonini, che già sul treno una giuliva signora barese adopera a tutto spiano "... ciao ...siamo qui; stiamo andando alla riserva... fa caldo....voi dove siete?". Come potete notare, tutte domande importantissime, senza le cui risposte il mondo non potrebbe andare avanti.
Scendo dal trenino e m'incammino verso il mare, posizionandomi sulla scia di due turisti tedeschi. Gli stranieri, si sa, non portano il telefono.
C'è un viale largo, pieno di ciottoli bianchi, su cui dardeggia il sole fortissimo di questa giornata di agosto; svoltiamo poi a sinistra, proseguendo per vialetti stretti, incorniciati da piante splendide e selvagge.
Ecco la prima caletta. Ma c'è poca sabbia; con il solo supporto del telo da mare la tintarella diventa scomoda. Ma già la seconda cala è perfetta; sabbia fine e bianca; un po' di scogli, tutti, se pur in maniera diversa, pericolosi; scivolosi di muschio marino oppure aguzzi, corrosi dalla salsedine. Di fronte, un mare che ondeggia tra il verde e l'azzurro. Alle spalle, una folta vegetazione fra cui, volendo ci si può perdere per ripararsi dal caldo della controra o semplicemente per stare da soli.
Questo posto meraviglioso si trova nel Comune di Carovigno, in provincia di Brindisi; è stato istituito come Riserva Naturale con un decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del 4 febbraio 2000; parte della Riserva è accessibile a tutti, per cui ci si può sostare, fare il bagno, passeggiare, andare in bicicletta.
L'Area è gestita da un Consorzio formato dai Comuni di Brindisi e Carovigno e dalla Associazione per il WWF for Nature ONLUS, le cui finalità sono la conservazione delle caratteristiche ecologiche, faunistiche, florovegetazionali del territorio, il suo sviluppo, la sua protezione.
Sono trascorse già tre ore; non ho più acqua, è tempo ormai di tornare a casa. Ripercorro con calma la strada della venuta, non ho ancora indossato il vestito: è bello continuare a sentire i raggi caldissimi del sole sulla pelle bagnata, mentre il vento che viene dal mare mi rimanda il profumo di lecci, more, ginestre.
Sono quasi arrivata alla "fermata", c'è già molta gente che aspetta il trenino.Eccolo che arriva, puntualissimo. Salgo, ma non faccio neanche in tempo a sedermi che sento dietro le mie spalle una voce: "si..... stiamo tornando ... è stato bellissimo... ora mangiamo.... voi dove siete?"
NON CI POSSO CREDERE!
Di nuovo la signora barese. O forse non è lei, ma un'altra come lei, tanto ce ne sono a bizzeffe e tutte con cellulari ultimo modello. Che dite, non sarà il caso di proporre al Consorzio di istituire il divieto "di accesso" ai telefonini in tutta l'area protetta?
Autore: Lavinia Vacca
Premio letterario "Racconta la tua città"
Copertina: foto di Diegui via Flickr