- Tempo di percorrenza: 5-6 ore
- Difficoltà: Media
- Perchè ci piace: per i luoghi selvaggi e poco frequentati che lasciano spazio al suono dei boschi e al silenzio delle cime. Per l'avventura nel percorrere l'ultimo tratto, dove il sentiero si fa strada tra i lastroni di porfido, dove soltanto il muschio e qualche fiore coraggioso trovano dimora
- Lunghezza: 10 km
- Dislivello: 1100 m
- Percorribilità: a piedi
- Costo: free
- Il nostro consiglio: se vi piace la montagna nei suoi colori autunnali, questo è un ottimo itinerario da percorrere tra settembre e ottobre
Lagorai – cima Lastè delle Sute
Questo gruppo montuoso del Trentino si estende in un'area che va dalla val di Fiemme (a nord), la catena delle Pale di San Martino (a est) e la Valsugana (il confine meridionale). E' un luogo sicuramente secondario rispetto ad altri gruppi montuosi vicini, non certo per la sua minor bellezza, ma molto più per l'assenza di famose cime e pareti come quelle dolomitiche, che hanno appassionato centinaia di alpinisti ed escursionisti. Questo contribuisce a rendere il luogo particolarmente selvaggio. Se deciderete di avventurarvi lungo questo itinerario, non stupitevi se non incontrerete molti altri escursionisti durante il percorso!
L'itinerario parte dalla Val Campelle, che si raggiunge attraversando il piccolo paese di Pieve Tesino. Indossati gli scarponi nei pressi del ponte di Conseria, si segue una strada forestale che, attraversando il bosco di abete rosso, giunge alla Malga Valsorda Prima. Gli ampi prati circostanti sono ottimi per il pascolo di vacche e pecore.
Dalla malga si imbocca una traccia che risale fino al passo di Val Cion (2072m) attraversando un pezzo di bosco di abeti rossi e dei prati ricoperti di mirtilli. Se si arriva qui nella giusta stagione portatevi un cestino o preparatevi a farne scorpacciate! Da questo ventoso punto, sono bene visibili le cime dolomitiche della val di Fassa e Fiemme.
Dal passo si prosegue lungo il sentiero E316 che prosegue lungo la costa del Col dei Fiori. L'esposizione del sentiero offre una perfetta vista su Cima d'Asta, la più alta del gruppo con i suoi 2847m di granito compatto, che si trova sul versante opposto.
Un tortuoso sentiero tra roccioni si addentra poi tra cima Lagorai e Cima Lasté delle Sute. Il panorama muta, compare il lato più aspro dei Lagorai. Storicamente, queste zone sono state interessate dal primo conflitto mondiale: furono scavate trincee e caverne e molte vette vennero fasciate di filo spinato. I segni sono ancora ben visibili, le cime rimangono testimoni silenziosi di sofferenze e fatiche.
Si giunge così alla forcella Lagorai (2368m) dalla quale si gode di una magnifica vista sui Laghetti Lagorai, due piccole pozze di acqua azzurrissima, che si costeggiano seguendo un sentiero alto (E321) che dalla forcella si snoda sulla destra.
Il sentiero si tramuta in una passerella di lastroni di porfido. Si scavalca una parete rocciosa, attrezzata con apposite scalette e filo metallico, installate per facilitare il passaggio, e ci si ritrova sul versante opposto, dove il sentiero prosegue sotto la cresta.
Lo sguardo si perde su un paesaggio lunare: roccioni grigio chiaro ricoprono tutto il pendio e non è difficile perdersi, soprattutto in caso di nebbia. La via è comunque ben tracciata con segni e ometti e ricalca il sentiero creato durante la guerra. Si giunge infine alla sassosa cima, passando vicino a resti di trincee e terrazzini scavati, da cui osservare la valle.
Il ritorno è previsto lungo lo stesso itinerario di andata, anche se nel caso si volesse pianificare un giro di più giorni in Lagorai, la posizione centrale raggiunta e la vicinanza a malghe e bivacchi, consentirebbe di proseguire su altri percorsi.
Autore: Anita Cason
Foto di Copertina: photolupi via Flickr