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Perché ci piace
Un itinerario storico, appena ripristinato, nei boschi più belli del Trentino, tra il Comune di Calceranica con quello di Bosentino. - Tempo di percorrenza: 45 minuti
- Difficoltà: Famiglia
- Lunghezza: 0 km
- Dislivello: 90 m
- Percorribilità: a piedi, in nordic walking
- Costo: 0
- Il nostro consiglio: Indossa un paio di scarpe comode da montagna. Il sentiero è stupendo in autunno e primavera per i colori che regala.
Il percorso, che si sviluppa per 150 metri sul Comune di Calceranica e 220 sul territorio di Bosentino, presenta un dislivello di 90 metri dal punto di partenza al punto di arrivo e consente una rapida «scalata» verso l’altopiano.

Partenza da piazza Municipio a Calceranica al Lago (Trento - Italia) fino alla scalinata, percorrendo il primo tratto del sentiero che crea, assieme agli altri, una vera e propria rete che si dirama alle spalle del paese inerpicandosi sulle pendici delle montagne retrostanti.

Un toccasana per gli amanti del trekking e della montagna, della quiete e del verde.
Storia
L’opera ha un valore intrinseco, in quanto connessione tra i due comuni di Calceranica e Vigolana, e soprattutto di scambio anche turistico; un importantissimo collegamento tra le rive del lago e l’Altopiano.
Il sentiero era infatti collegato all’attività mineraria di Calceranica, che ha origini storiche molto antiche. Le ultime attività estrattive nella zona risalgono al vicino 1964, con l’esaurimento della pirite e dal 2008 il Comune, unitamente alla società Albatros e al Museo di Scienze naturali di Trento, ha dato vita al Parco minerario e il recupero dei 100 scalini è ad esso collegato.

Il sentiero non ha però solo un forte valore turistico ma anche sociale: l’intervento è stato infatti eseguito in poco più di un anno da una squadra del Servizio per il sostegno occupazionale della Provincia, per una cifra totale di 48.000 euro, tutti a carico della Pat.
I tecnici intervenuti hanno spiegato che i lavoratori si sono occupati del recupero e della pulizia del sentiero delle Laite e dei molti muretti a secco caratteristici dei terrazzamenti che anticamente ricoprivano le pendici della valle del Mandola; sono poi stati messi dei parapetto metallici con cordoncini in acciaio per garantire la sicurezza e infine recuperata la scalinata monumentale.
Autore: Alessandra De Carli