Le Alpi ci hanno abituati da sempre a combattere, e anche a lavorare con fatica per trovare un equilibrio con la natura, a cercare nuove idee e soluzioni per sopravvivere qui in montagna. Ce lo racconta Konrad Pamer, giovanissimo assessore al turismo del comune di Moso in Passiria (Alto Adige), davanti ad un piatto di Knödel alle ortiche (raccolte a pochi metri dall’osteria, naturalmente) insaporiti con i formaggi di Malga locale.
Gli abitanti di Moso in Passiria quindici anni fa’ si sono battuti per la loro indipendenza energetica e per conquistare la mobilità sostenibile. Non è stato per niente facile, ma questa comunità testarda e combattiva ce l’ha fatta ed ha realizzato una centrale idroelettrica pubblica nel proprio paese tra le Alpi del South Tyrol, a 45 minuti da Merano. Così, oggi i villaggi di Moso in Passiria sfruttano l’acqua, abbondantissima nella loro valle, per produrre energia pulita al 100%, che vendono anche alle valli vicine e agli altri comuni.
Questo è solo l’inizio della storia di Moso, che vent’anni fa era un comune poverissimo e a rischio spopolamento (come tanti comuni alpini), e che oggi, seppur piccolo (il comune ha solo 1 sindaco e 4 assessori), è uno dei comuni più ricchi dell’Alto Adige, famoso per le sue scelte di turismo sostenibile, che lo qualificano anche come una delle Alpine Pearls (le Perle di Sostenibilità tra le Alpi di cui abbiamo già parlato qui).
La conversazione si anima e nel frattempo ci raggiunge anche Alberich, abitante di Plan e appassionato di cavalli. Con il viso abbronzatissimo ed il sorriso sulle labbra di chi ama davvero il proprio lavoro, ci racconta che oggi ha trasportato numerosi turisti in carrozza trainata dai cavalli, da Plan alle Malghe.
Il piccolo paesino di Plan, frazione di Moso in Passiria che supera i 1.600 metri sul livello del mare, un tempo erano solo un gruppetto di masi tra le montagne. Oggi ha 220 abitanti, 24 bambini, una scuola, diversi hotel e ristoranti, un negozio e alcune botteghe artigiane, un servizio di trasporto pubblico efficiente che lo collega ogni mezz’ora a Moso. Il trasporto pubblico è gratuito per tutti gli studenti e gli anziani, e molto conveniente per gli abitanti che pagano in base al numero di km percorsi (più sono i km, meno si spende!).
Plan qualche anno fa ha fatto una scelta coraggiosa: puntare sulla mobilità dolce e tenere le automobili fuori dal paese. Così le vie e le piazze di Moso sono popolate di bambini che giocano a palla e di persone che passeggiano. Le auto, che passano raramente, sono quelle dei residenti e degli ospiti, che possono superare le sbarre di accesso al paese con un codice speciale. Nel piccolo paesino di Plan si respira un’atmosfera autentica. Gli antichi masi in legno sono quelli di una volta, le persone sono cordiali e spesso vestite con abiti tradizionali, l’aria è purissima e d’estate il rumore si sottofondo è quello dei campanacci delle mucche che passeggiano nei pascoli circostanti.
Siamo davvero curiosi di scoprire come è nato questo progetto di turismo sostenibile a Plan, così lo chiediamo all’assessore Konrad Pamer, ecco cosa ci risponde:
Quando e come ha aderito il comune di Moso in Passiria alle Alpine Pearls?
Moso in Passiria ha aderito al network delle Alpine Pearls fin dall’inizio nel 2010, ma l’idea di fare qualcosa nel campo della mobilità sostenibile era ancora precedente. Dal 2007 abbiamo infatti deciso di intraprendere un progetto pilota per realizzare il primo villaggio senza auto dell’Alto Adige.
Abbiamo scelto Plan per questo progetto pilota perché è il luogo che si trova alla fine della valle, e anche perché è un paese compatto che è vicino agli impianti sciistici, che ha più turisti rispetto a tutti gli altri paesi del comune.
Abbiamo deciso che le auto sarebbero dovute rimanere fuori dal paese e abbiamo persino realizzato un parcheggio con un tetto verde per far scomparire del tutto le automobili.
Qual è la proposta di di turismo sostenibile che consigli ai nostri lettori?
Sicuramente visitare Plan, arrivandoci in citybus da Moso, e prendere il bellissimo trenino bianco che ti porta direttamente sulle piste da sci. Oppure provare un itinerario in carrozza trainata da cavalli da Plan agli antichi Masi con una soste per degustare i formaggi locali.
Qual è il traguardo più importante che avete raggiunto?
Far parte delle Perle Alpine è stato per noi un importante tessera del mosaico che ci ha portato verso il percorso di destinazione turistica sostenibile.
Come Comune, l’obiettivo raggiunto che ci ha dato maggiori soddisfazioni è essere riconosciuti come buoni amministratori dai nostri abitanti, che hanno apprezzato gli investimenti fatti nella direzione della sostenibilità e il miglioramento della qualità di vita di chi abita a Moso.
Negli scorsi anni siamo riusciti a raggiungere un’autarchia energetica. Oggi possiamo perciò vendere energia pulita e reinvestire i soldi per chi abita a Moso in Passiria. In questo modo riusciamo a promuovere il turismo e l’agricoltura, accrescere la sensibilità ambientale e rafforzare il rapporto tra gli abitanti e il Parco Naturale Gruppo di Tessa.
Cosa rende l’esperienza di viaggio a Plan e a Moso diversa dalle altre?
Plan è l’unico paese senza auto del South Tyrol. Offre la possibilità di dimenticarsi completamente dell’automobile, di percorrere oltre 400 km di sentieri e di scoprire un mondo “montanaro” eccezionale, poco sfruttato e molto verde, con pochissime case e tantissimo spazio naturale.
Quali sono gli obiettivi futuri?
Posizionare Plan come il primo paese senza auto in Alto-Adige, consolidare l’autonomia energetica del Comune, migliorare ulteriormente la qualità del soggiorno dei nostri ospiti, approfondire il tema del silenzio del rallentamento, aumentare il benessere sia degli abitanti che dei turisti.
Quale altra Perla Alpina rappresenta per voi un riferimento?
Arosa in Svizzera, perché sta sviluppando idee innovative ed ha iniziato a parlare di mobilità sostenibile già dagli anni cinquanta.
Quello che più colpisce parlando con Konrad è l’attenzione verso il benessere e la felicità degli abitanti. I progetti di Plan partono dalla percezione che la comunità ha del suo territorio e di quello che desidera per il suo futuro, indagata attraverso metodi partecipativi. La felicità degli abitanti di Plan è un’ingrediente evidente del successo di questa destinazione. Si respira passeggiando per Plan e chiacchierando con le persone.
Le pareti dell’osteria dove ci troviamo sono le stesse di 400 anni fa. Lo stesso legno di una volta – ci fa notate Alberich soddisfatto – annerito dal fumo della “Kuke” (la cucina) dove si affumicava lo speck. Qui si servono piatti strettamente locali, biologici e a km zero, prodotti dal bestiame che bruca sui pascoli ad alta quota. Gustiamo uno squisito succo di sambuco fatto in casa, e poi un’ottima grappa al fieno, a base di erbe raccolte in alta quota lasciate macerare per diversi mesi, “inventata” da Alberich.
Per sopravvivere bisogna avere nuove idee, e qui la comunità riesce a farlo nel segno dell’ecologia, innovando green.
Il prossimo progetto? Sarà un nuovo percorso di mobilità dolce dedicato alle mountain bike, da Plan a Sölden, in Austria, presentato di recente grazie ad un piano “Interreg” dedicato al turismo sostenibile, ci svela Konrad. Noi non vediamo l’ora di poterlo percorrere! E voi?