Nel Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau Minorca è un paradiso tutto da esplorare. Duemila ettari di natura incontaminata, paesaggi romantici, mare trasparente, e calette nascoste da scoprire in kayak. E poi, fattorie biologiche, vinerie esclusive, siti archeologici, shopping e vita mondana. Pronti per partire?

Tre giorni alla scoperta di uno dei luoghi più caratteristici dell’isola di Minorca: il Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau, vera perla naturalistica.

Il mare incontaminato di Minorca
Mare limpidissimo, foto di Cecilia Vecchi

Minorca, Baleari. Un piccolo gioiello del Mediterraneo: il suo patrimonio naturale regala paesaggi ed ecosistemi ancora incontaminati.

Il Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau ha una grande varietà di flora e fauna.
Uno spazio naturale di circa 2.000 ettari che si estende nella zona nord-orientale dell’isola.

La laguna salina spicca nel variegato ecosistema, il punto perfetto per osservare la fauna ornitologica dell’isola. Un paradiso per gli amanti del birdwatching.

In kayak alla scoperta degli angoli più nascosti del Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau

Minorca e il Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau
Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau, foto di Cecilia Vecchi

Primo giorno nel Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca)

E’ una giornata quasi estiva quella che ci regala oggi l’isola di Minorca. Perfetta per praticare uno dei tanti sport acquatici che l’isola offre.

E Albufera Des Grau è la nostra meta da scoprire in kayak. Mentre le guide ci raccontano il territorio, armati della nostra pagaia, attraversiamo baie e calette nascoste e protette. Il mare è cristallino, insolitamente piatto in questo ottobre decisamente straordinario per l’isola (che è conosciuta anche come l’isola del vento).

Attraversiamo rocce, dove scorgiamo dei fossili di capra autoctona, e passiamo sopra la distesa di posidonia (elemento fondamentale nella protezione delle coste, ricordiamo che Minorca è considerata Riserva della Biosfera dal 1993.

Minorca in kayak è un’esperienza unica perché permette di vedere e ammirare ogni luogo di questo piccolo gioiello del Mediterraneo. Un viaggio a contatto diretto con la natura, piena di vegetazione e ancora incontaminata.

Nel pomeriggio ci addentriamo verso il centro nord di Mahon, dove ci aspetta un territorio incredibile e selvaggio, poco abitato se non da semplici fattorie e pascoli, colline e campi coltivati a cereali.

Prima ci dirigiamo verso la lingua di terra di Cap de Cavalleria, dove un gran faro bianco, di circa 90 metri, marca il territorio più settentrionale dell’isola. Ai suoi piedi si vede la cava le cui pietre sono state utilizzate per costruire la torre stessa. Ci sono inoltre greggi di capre che pascolano indisturbate.

Infine, finiamo la giornata verso la costa nord, al Faro di Faváritx, che si staglia imponente, in contrasto con lo scuro paesaggio intorno.

Vinerie bio, Taulas antichissime, e shopping al porto di Mahón

Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca)
Viti nel Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau, foto di C. Vecchi

Secondo giorno nel Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca)

Partiamo presto questa mattina, perché la Terra non aspetta, destinazione: Algendaret Nou, una delle prime aziende agricole bio dell’isola.

Uno dei prodotti gastronomici più gustosi dell’isola è senza dubbio il Queso de Mahon-Menorca, uno dei formaggi più apprezzati delle Baleari, Dop dal 1985.

Nella tranquilla fattoria a gestione familiare si produce formaggio in maniera totalmente sostenibile. Il padre Onofre, la madre Cisca con il loro figlio Raul lavorano per realizzare cibo salutare per tutta la zona circostante e non solo formaggio, ma tutto ciò che la terra può fruttare.

Nel pomeriggio ci aspettano le “Taulas”, monumenti di culto presenti solo a Minorca, che sono composti da enormi pietre scalfite disposte a forma di “T” e simili ad una tavola (taula) di grandi dimensioni (dai 2 ai 10 metri). Pare che la loro funzione fosse religiosa, erano quindi luoghi di culto.

MInorca selvaggia
MInorca selvaggia, foto di C. Vecchi

E per finire, non poteva mancare un “paseo” nella cittadina portuale di Mahón. Al porto (Baixamar) le vecchie case dei pescatori oggi sono occupate da locali moderni e mondani.

E’ una città cosmopolita dove ci sono molte possibilità per fare shopping, visitare chiese e gallerie d’arte. Da non perdere il mercato del pesce: un edificio ottagonale dove si può anche mangiare e a volte ascoltare performance musicali dal vivo.

Mahón, porto (Baixamar), Minorca
Mahón, porto (Baixamar), Minorca, foto di Cecilia Vecchi

Visitiamo e acquistiamo alcune eccellenze locali, colonne portanti dell’isola: il “gin menorquí” e le scarpe, le “minorquine“.

Il gin è a base di bacche di ginepro, ampiamente apprezzato e bevuto, tanto che è diventato bevanda nazionale per eccellenza. Il vero minorchino è colui che già al mattino presto si beve un bel “ginet”, un bicchierino di gin. La bottiglia verde della distilleria di gin Xoriguer si trova sul bancone di tutti i bar. Le bacche di ginepro utilizzate per produrre questo liquore provengono prevalentemente dai Pirenei.

Mentre le calzature, in cuoio e pelle, riscuotono sempre gran successo grazie alla loro elevata qualità e originalità nel design.

Viaggio nel tempo tra i siti talaiotici… più tappa green in fattoria

Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca)
Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca), foto di Cecilia Vecchi

 

Terzo giorno nel Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca)

L’ultimo giorno a Minorca è iniziato con un’esperienza unica a Sa Cudia Cremada, un viaggio nel tempo che ci ha portati alle guerre puniche dell’isola.

Sa Cudia Cremada è uno dei 32 siti talaiotici che partecipano alla candidatura spagnola di “Menorca Talaiotica” per diventare un sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Ai tempi delle guerre puniche il colpo di fionda con le pietre era lo strumento utilizzato per proteggersi dai nemici. Oggi è lo sport più praticato nelle Isole Baleari e Evian e Maria, i campioni regionali, ci raccontano lo strumento (fatto a mano che può essere realizzato in tre materiali differenti) che viene caricato con pietre anch’esse levigate a mano e ci insegnano le differenti tecniche di tiro (a breve, media e lunga distanza).
Poi tocca a noi, che divertiti, proviamo goffamente ad imitarli (senza pietre però, usiamo palline da tennis!)

Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca),
Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca), foto di Cecilia Vecchi

 

Subito dopo questa simpatica esperienza ci dirigiamo verso la “Marcona“, una fattoria sostenibile specializzata nella produzione di pane con cereali locali.
Il proprietario ci narra lo stato dello sviluppo agricolo nella regione e la storia del suo luogo, nato da zero, e di come cerchi di sopravvivere di tutto ciò che la terra può offrire. Ci porta nel suo laboratorio e vediamo come lavora 3 dei 33 grani autoctoni minorchini. La Xexa è quella che utilizza maggiormente, ricca di proprietà e vitamine.
Poi ci prepara un pranzo delizioso, che inizia con una degustazione di soppressata con il pane e termina con la pizza, tutto fatto rigorosamente con la sua farina.

La Marcona, fattoria sostenibile nel Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca)
Verso la Marcona, fattoria sostenibile nel Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau (Minorca), foto di C. Vecchi

Brindiamo a questo tour naturalistico, a questa isola meravigliosa, in un un tipico ristorantino di mare lungo il porto di Mahon, al El Vell Parrander dove Pedro, il simpatico proprietario, ci allieta con racconti e musiche tradizionali.

E’ stato un viaggio straordinario, mi sento più viva perché ho imparato tanto da questa terra selvaggia, ricca di verde e di storia, di agricoltura, di profumi intensi e di cordialità che cerca quotidianamente un equilibrio tra l’uomo e la Biosfera.
Stop. Mi fermo e respiro.

Ciao Minorca, piccola grande Isola!

Minorca da sogno: alla scoperta del Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau
Minorca da sogno: alla scoperta del Parco Naturale di s’Albufera d’Es Grau, foto di Cecilia Vecchi

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Autore: Cecilia Vecchi

Mi chiamo Cecilia, sono laureata in Lettere e Filosofia e mi occupo di comunicazione. Da sempre amo il viaggio perché partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni, odora di libertà. Viaggiare vuol dire conoscere e scoprire, vedere nuovi posti per tornare con nuovi occhi. Anche scrivere è viaggiare: un'evasione senza l'ansia degli orari e il disturbo dei bagagli! Vorrei avere le ali e fare del viaggio il mio mestiere.
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