Si può dire addio al supermercato, alle file e ai carrelli, alle carte fedeltà e ai volantini? La risposta è sì, e vivendo anche meglio.

Può richiedere tempo e impegno, ma ne vale la pena. In questo percorso, che prevede alcuni passaggi obbligati, non si è abbandonati a se stessi. Vi sono realtà di supporto come i GAS (Gruppi di Acquisto Solidale, per maggiori info c’è il sito del coordinamento nazionale ), piccoli negozi di quartiere dove acquistare merce anche sfusa, negozi online di prodotti etici e sostenibili, la riscoperta delle autoproduzioni.

Stanno nascendo esperimenti ed esperienze interessanti , come la food coop Camilla a Bologna, ispirata alle BEES coop europee e al Park Slope di New York, sorta di grandi magazzini cooperativi, partecipati e non lucrativi, alternativi alla grande distribuzione.

Dire addio al supermercato si può: cassetta di verdure vivere senza supermercato si può
La prima cosa da fare, come spesso accade, è cambiare se stessi e il proprio modo di pensare, informarsi e diventare più consapevoli delle conseguenze di un’azione tanto diffusa e ormai automatica come l’acquisto, riflettere sulle proprie azioni e scelte ed alzare il livello di attenzione.

Fatto questo scatto, i passi che seguono vengono poi naturalmente: si capisce che gran parte degli acquisti fatti non sono necessari ma spesso indotti da pubblicità e marketing e quindi si riducono i consumi; si privilegiano produttori locali, si vanno a conoscere, approfondendone il lavoro e le modalità di produzione; si dà maggiore importanza alla qualità del prodotto piuttosto che alla quantità e all’impatto che i prodotti possono avere sull’ambiente; rispetto a un mondo che va sempre più verso l’esaltazione dell’individualismo e del consumismo sfrenato, si torna ad apprezzare la comunità, i legami tra consumatori e produttori, il far parte di una rete sociale, aderendo ad esempio ad un GAS e scoprendo che, oltre ad essere utile e vantaggioso, è anche appagante e perché no, divertente.

gruppo di acquisto solidale. Dire addio al supermercato si può!
Gruppo di acquisto solidale, foto via telepace.com

Qualcosa in Italia, anche se lentamente, sembra stia cambiando e lo testimoniano anche alcuni studi (ad esempio quelli relativi allo sviluppo del biologico realizzati dal Sinab, che parlano per il 2016 di un aumento percentuale in doppia cifra sia in termini di superfici sia di operatori rispetto all’anno precedente, qui il report del 2017) o la crescita di occasioni nelle quali discutere e approfondire questi temi (come ad esempio l’evento Fa’ la cosa giusta fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili in programma a Milano dal 23 al 25 marzo e a ingresso libero).

Gli strumenti, le opportunità, gli esempi e le buone pratiche da seguire ci sono ed oggi più che mai è necessario vivere questo cambiamento da protagonisti, in maniera attiva e consapevole.

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Autore: Andrea Bora

Appassionato di viaggi, lavoro nel turismo da oltre 10 anni e cerco di promuovere e di fare turismo sostenibile e consapevole, rispettoso delle comunità ospitanti e dell'ambiente, capace di valorizzare esperienze e tradizioni diverse. Mi rende felice viaggiare, scoprire luoghi nuovi, incontrare persone e avere storie da raccontare.
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