Ecco a voi Ravenna:
- 3 volte capitale
- Sito Unesco
- Candidata a diventare Capitale europea della Cultura nel 2019
Perché una cittadina di dimensioni ridotte (ad oggi si contano ca. 160.000 abitanti su un territorio di 652 mq), nella media di un qualsiasi capoluogo della pigra provincia italiana, ha un territorio così ricco di storia, di cultura, di arte, di ambienti naturali quasi unici e un’enogastronomia eccellente?
Vediamo in dettaglio:
- Mosaici in Battistero Ariani a Ravenna fotografia di Scott McDonough via Flickr
- Mosaici di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna fotografia di Roger via Flickr
- Geometrie complesse di San Vitale a Ravenna fotografia di Seier+Seier via Flickr
Una città, tre regni
Ravenna fu designata capitale dell’Impero Romano d’Occidente (403-403 d.c) e di seguito alla calata delle popolazioni del Nord Est Europa (non è più politically correct definirli barbari, anche se a scuola ancora li studiamo come tali) divenne capitale dei Regno dei Goti (493-526 d.C) sotto Teodorico. Infine nel 564 d.C, per quasi 200 anni, fu capitale dell’Esarcato bizantino.
Di questa eredità di capitale predestinata di regni anche estremamente raffinati come fu quello bizantino restano preziosi mosaici che per il loro immenso valore sia in termini di materie preziose usate che in termini di alta maestria hanno determinato l’ingresso a pieno titolo di 8 siti cittadini nella Lista dei Beni Patrimonio Mondiale dell’Unesco:
Mausoleo di Galla Placidia
Battistero degli Ariani
Basilica Sant’Apollinare Nuovo
Basilica Sant’Apollinare in Classe
Cappella Arcivescovile sant’Andrea
Mausoleo Teodorico
Basilica San Vitale
Battistero Neoniano
Senza dimenticare il sepolcro di Dante, del poeta della Divina Commedia, la Rocca Brancaleone e le porte monumentali più recenti, in tempi di epoca, ma che testimoniano il rilievo della città anche dopo il periodo bizantino.
E di questa nobiltà Ravenna non si dimentica tanto che tutto il mese di Settembre è dedicato al Sommo Dante con una serie di eventi che si dispiegano per tutta Ravenna.
- I poemi di Lord Byron, molti scritti a Ravenna fotografia di William Creswell via Flickr
- I Gorilla di Ravenna fotografia cortesia di www.turismo.ra.it
- Teresa Gamba, giovane amante di George Lord Byron a Ravenna fotografia di @livingravenna via Flickr
I Gorilla di Ravenna e i turbolenti amori del giovane George Lord Byron
Dal sacro al profano, dall’immensamente elevato al triviale, Ravenna non è quel tipo di città, tutta chiusa e autoreferenziale, e sa coniugare dimensioni multiformi dell’animo umano: se innegabilmente, ad esempio, alcune delle più geniali liriche di Lord Byron sono nate qui non è esattamente per un motivo di ispirazione legato ai luoghi e alle loro memorie, quanto piuttosto a un amore e persino un amore clandestino che tanto clandestino alla fine non era.
Lord Byron si innamorò della contessina Teresa Gamba, sposata al nobile ravvennate Conte Guiccioli, e non fece gran mistero di questo amore arrivando a definirsi pubblicamente il suo “cavalier servente”, titolo ufficiale di amante.
La situazione degenerò quando il conte decise di sbarazzarsi dell’ingombrante ospite che si stava immischiando con i rivoluzionari Carbonari tanto da avergli nascosto una vera e propria Santa Barbara nelle cantine del palazzo abitato dallo strano trio .
Fuggiti a Pisa e poi a Livorno, i tre si separarono definitivamente e Lord Byron raggiunse la Grecia e i suoi ribelli.
Ma non è sicuramente la sola nota bizzarra e “gossippara” che ci piace ricordare su Ravenna.
Ci piace ad esempio ricordare che a Ravenna ci sono i gorilla.
Non gorilla veri e propri, o meglio in carne e ossa e quella melancolia e tristezza che ci accompagna quando li vediamo dolenti e pigri negli zoo, ma una composizione di statue che li rappresentano e che si trova proprio davanti al Palazzo di Giustizia della città.
Animalità contro coscienza civile e etica?
Ricordo delle nostre origini?
Perentorio atto d’accusa contro le nostre recenti derive?
Interpretazione libera, se già ci spinge a pensare e a porci domande, rubandoci ad un torpore dell’animo, i Gorilla qualcosa ci regalano oltre a un moto di curiosità e a un sorriso.
- Punte Alberete, area protetta attorno a Ravenna fotografia di Davide Cicognani via Flickr
- Un esemplare di Cavaliere d’Italia, presenza comune delle aree protette attorno a Ravenna fotografia di Massimiliano Sticca via Flickr
- Casali di pesca usati un tempo dai pescatori delle paludi attorno a Ravenna e ora recuperati fotografia da Turismo Emilia Romagna via Flickr
Foreste allagate primordiali e barene, non balene, le trovate solo qui
Non dimentichiamo che qui siamo alle propaggini più estreme della vasta piana che oggi conosciamo come Pianura Padana e che ai tempi doveva essere un immenso territorio verde e umido con vaste aree totalmente allagate. Se volete provare l’emozione di capire come era ai tempi quel territorio, quali erano i misteriosi fruscii che la animavano, quali le presenze animali, Punte Alberete, Valle Mandriole e Pialassa Baiona sono i posti giusti per voi.
Punte Alberete e Valle Mandriole sono rispettivamente le aree a nord e sud del fiume Lamone: Valle Mandriole alterna piccoli laghetti a dossi ricoperti da canne che, come da copione, ondeggiano ad ogni alito di vento quasi fossimo in una risaia asiatica e non nella profonda Romagna italiana.
Punte Alberete invece alterna bosco igrofilo a spazi asciutti e ambienti palustri.
Qui c’è addirittura un percorso pedonale per consentire una passeggiata nei misteri dei tempi che furono, salvo zanzare.
La zona della Pialassa è un’altra zona umida collegata al Mar Adriatico da un canale, il Canale Candiano, con zone di prati salmastri che l’altamarea ricopre e dossi che qui chiamano barene.
Il termine Pialassa pare proprio che derivi dal fatto che questa zone prende (pia = prendere) e rilascia (lassa = lasciare) acqua salmastra a seconda della marea.
Ma non è solo la flora a rendere uniche queste aree, ci sono volatili che qui nidificano, nel silenzio e nella quiete, e che altrove non si trovano più: avocette, cavalieri d’Italia, aironi rossi, tarabusi e tarabusini per citarne alcuni.
Escursioni guidate alle aree umide:
Museo NatuRa, Sant’Alberto (Ra) tel (0039) 0544.528710
IAT Ravenna tel. (0039) 0544 35404-35755
- Le lasagne con il ragù, specialità di Ravenna e della Romagna fotografia di Antonella via Flickr
- La piadina fotografia di Alpha via Flickr
- Tortelli di pastafrolla con ripieno di marmellata, altra specialità di Ravenna e del suo territorio fotografia di Gilda Tramontana via Flickr
Squacquerone, piadina, ma anche minestre asciutte e in brodo…
In italia ogni luogo ha il suo profumo e il suo sapore.
Ravenna ne ha più di uno: il caldo sapore rotondo e qualche volta leggermente speziato del ragù delle sue lasagne, quello quasi orientale della noce moscata addolcita dal parmigiano reggiano dei suoi passatelli in brodo e quello goloso dei suoi cappelletti in brodo di cappone, inimitabili e marchio di produzione ancora ineguagliato, perchè ogni cappelletto è fatto a mano e solo le donne ne posseggono il segreto passato di bocca in bocca, tra vapori di sughi vari e sbuffi di farina.
Ed anche i dolci non lasciano delusi, perchè qui dolce e vino amabile vanno a braccetto: biscotti secchi, ciambelle, crostate, tortelli ripieno di marmellate gustose con vini come Albana e Cagnina tutti da scoprire.
Per un soggiorno verde a Ravenna, provate B&B Capra e Cavoli camere a partire da € 60 per notte oppure l’Hotel Diana, camere a partire da € 57 per notte. Per un’esperienza insolita è possibile soggiornare nella campagna di Ravenna in una casa costruita interamente in balle di paglia, nell’accogliente B&B Al Gufo Saggio.
- B&B Al Gufo Saggio
- B&B Al Gufo Saggio
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Foto di copertina: San Vitale Ravenna, foto di Scott McDonough, via flickr