“Ci sono due modi di viaggiare. Uno è quello di girare per il mondo. L’altro è stare fermi seduti ad un tavolo.”
Vinicio racconta la sua Odissea, in cui il viaggio può essere anche semplicemente stare seduti al tavolo della taverna e farsi attraversare dalle cose, dalla musica, dalle parole e dai ricordi.
Lo fa sotto il sole di Bologna, nella giornata conclusiva del Festival del Turismo Responsabile, It.a.cà: migranti e Viaggiatori, intervistato da Pierluigi Musarò.
“Il viaggio è ascoltare. E al tavolo di una taverna ti arriva la storia di un paese, parole e canzoni meravigliose, popolari, di grande forza anche se mormorate, profondamente politiche perché dicono cosa stia o non stia bene… La verità è sempre nel tavolo!”
Parlando del suo ultimo libro, “Tefteri. Il libro dei conti in sospeso”, un intenso taccuino di viaggio scritto in italiano ma pensato in greco, Vinicio racconta il viaggio e la Grecia, passando attraverso la poesia, la politica e l’economia.
“Oggi si parla tanto di debito. Il debito massimo è quello di partenza, quello che abbiamo nei confronti del massimo credito che abbiamo ricevuto, per il quale siamo venuti al mondo.”
In fondo, siamo quello che siamo in grado di donare o ciò che possediamo?
Intervistato sulla crisi che attanaglia la Grecia, e l’Europa intera, commenta: “la crisi è solo un momento in cui si affronta l’ignoto. Un momento di incertezza che provoca dolore ma che fa prevedere un cambiamento. Occorre reagire in modo forte, non solo in modo distruttivo, ma anche costruttivo e creativo. In questo la Grecia, rispetto all’Italia sta facendo meglio perchè non rimane nell’incertezza e riesce a scegliere, anche a livello istituzionale e politico.
Ancora, il cantante e poeta italiano riflette sulla vita, sull’uomo e sulla cività moderna, citando Pasolini, Dante, e leggendo le poesie di Kafavis («quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga e fertile di esperienze»).
“Partire è un po’ muorire o … tornare è un pò muorire?”, gli chiede Pierluigi Musarò nel corso dell’intervista. “Entrambi. Il viaggio ha a che fare con la morte e con la vita” – risponde Vinicio – “la parola stessa “Viaggio” deriva dal companatico o bisaccia, da ciò che serviva per sopravvivere durante il cammino. Il viaggio ha a che fare con la sopravvivenza.”
“Il vero viaggio è quello che ti regala l’imprevisto, che ti permette di conoscere qualcosa di te” – afferma in conclusione dell’incontro – ricordando come il vero regalo del viaggio stia nell’incontro con gli altri, con tutte quelle persone che decidono di regalarci ciò che conoscono.
Allora viaggiamo anche senza andare lontano, semplicemente vivendo, incontrando gli altri, conoscendo il mondo, cambiando noi stessi.
“Buttati dentro su tutto, basta che sai quando e come uscirne.
E non tornare a casa se non sai bere, mangiare, amare: se non hai fatto questo e hai fatto tutto il resto, per me hai fallito!”