“Solo quando l’ho vista dallo spazio in tutta la sua ineffabile bellezza e fragilità mi sono accorto che il compito più grande dell’umanità è quello di custodirla e preservarla per le generazioni future“
Mi ha colpito questa dichiarazione d’amore alla Terra di Sigmun Jähn (membro dell’equipaggio della navicella spaziale Soyius31 nel 1978), che dallo spazio è riuscito a vedere e a percepire ciò che noi da qui non sempre riusciamo a fare.
Guardandola attraverso lo spazio vuoto e privo di vita, la terra gli è apparsa come l’unica preziosa casa che possediamo, una fragile sfera da proteggere e custodire.
Più di trent’anni fa, dalla semplice intuizione che ciascuno di noi può fare la differenza per salvare il pianeta terra, è nato un movimento globale che oggi coinvolge milioni di persone, attraverso numerosi eventi organizzati in più di 180 nazioni per cercare di cambiare il corso della storia.
Dal primo Earth Day (che si è svolto negli Stati Uniti il 22 Aprile del 1970 per volere del senatore Nelson), ad oggi molte cose sono cambiate. L’inquinamento, il consumo di suolo, il riscaldamento globale sono problemi reali e incombenti: ogni giorno ne tocchiamo con mano le tragiche conseguenze.
“Ogni cinque mesi in Italia viene cementificata un’area pari a quella di Napoli e ogni anno una superficie uguale all’estensione di Milano e Firenze. Si tratta di terreno fertile che è irreversibilmente distrutto, nonostante siano serviti secoli per la sua formazione” (Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio)
8 metri quadrati al secondo, per ciascun secondo degli ultimi cinque anni.
E’ questo il ritmo del consumo di suolo smisurato che sta distruggendo l’Italia, trascinandola al di fuori dell’Europa (dove il consumo medio del suolo è del 2,8%, a fronte di un devastante 6,9 % italiano).
Tutto questo in un Paese con incremento demografico zero.
Un disastro che colpisce i terreni più fertili, danneggia l’agricoltura, la produzione tipica e il turismo di un angolo di terra unico al mondo. Con perdita irreversibile delle funzioni ecologiche del territorio, accrescendo la probabilità di frane, alluvioni ed altri disastri ambientali.
La Giornata Mondiale della Terra sarà perciò segnata in Italia da una vera e propria marcia per salvare il paesaggio e per fermare il consumo di suolo.
911 associazioni, che compongono il Forum Nazionale di Salviamo il Paesaggio, milioni di persone cammineranno in Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio, Puglia, Sicilia, Veneto e Friuli Venezia Giulia per difendere i suoli fertili e custodire uno dei paesaggi più belli al mondo.
“Perdere il paesaggio è come perdere una parte di noi stessi.
Il suolo libero e fertile è un bene comune prezioso, come l’acqua: ne abbiamo bisogno per produrre cibo e degradare i rifiuti, per filtrare le acque e mitigare le alluvioni, per mantenere la biodiversità e assorbire il carbonio, per produrre biomassa e materie prime.
Il paesaggio ci fa respirare: è il nostro stesso respiro.” (Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio)
Paesaggio italiano, Fotografia di Giampaolo Macorig, via Flickr
Cosa possiamo fare per la terra?
Ammirarne la bellezza e fragilità, come Sigmun Jähn dallo spazio, custodirla come parte di noi stessi.