E’ la vacanza che è cresciuta più rapidamente rispetto a tutte le altre negli ultimi 20 anni. Nonostante il disastro della Costa Concordia davanti all’isola del Giglio, le crociere stanno diventando sempre più popolari, arrivando a trasportare ogni anno circa 20 milioni di passeggeri nel mondo e 800.000 in Italia.
Ma è anche il modello di vacanza in assoluto più inquinante, uno di quelli che ha maggiore incidenza nella produzione totale di CO2 del settore turistico, e che è colpevole della distruzione dei sistemi marini.
Queste gigantesche città galleggianti, con migliaia di cabine, piscine, casinò, discoteche e ristoranti inquinano come 14.000 automobili, secondo il dato recente della Procura di Venezia.
Complessivamente, le navi da crociera oceaniche producono almeno il 17% delle emissioni totali di ossidi di azoto, contribuendo a più di un quarto delle emissioni totali di ossidi di azoto nelle città portuali e le zone costiere.
In più, i rifiuti delle navi da crociera influenzano negativamente la capacità di recupero degli ecosistemi marini, distruggendo le barriere coralline (Fonte: “Climate Change Adaptation and Mitigation in the Tourism Sector: Frameworks, Tools and Practices”, di United Nations Environment Program, insieme all’Università di Oxford, p.102)
Se mai sceglierete di imbarcarvi in uno di questi giganti marini sappiate che le vostre emissioni di CO2 potranno essere fino a 1000 volte superiori rispetto ad un viaggio in treno. (Fonte: “Climate Change and Tourism. Responding to global challenges”, di World Tourism Organization and United Nations Environment Programme, 2008, pp. 37, 134).
Nel report “Cruise Ship Report Card 2012” recentemente pubblicato dall’associazione ambientalista internazionale Friends of Earth vengono confrontate 15 tra le principali linee di crociera, valutandone l’impatto sull’ambiente.
Ecco alcuni numeri preoccupanti del documento:
Quello che entra deve uscire. Le enormi quantità di cibo e bevande consumati sulle navi da crociera, insieme con le acque di lavanderia, della piscine, delle strutture sanitarie, dei laboratori fotografici, dei centri termali, vengono scaricate in mare, contaminando i pesci e la vita marina, e rappresentando un pericolo per le persone (per i consumatori di pesce, i bagnanti, i surfisti e gli appassionati di sport acquatici). Inoltre, pesci, molluschi e barriere coralline possono morire a causa dell’eccesso di azoto e fosforo causati dal liquame delle navi, che determinano la crescita eccessiva delle alghe e la conseguente riduzione dei livelli di ossigeno presenti nelle acque.
Quanto liquame viene prodotto da una nave?
Il report stima che una nave da crociera da 3.000 persone genera 210.000 litri di acque reflue settimanale – abbastanza per riempire 10 piscine, e 1 milione di litri di acque grigie, ovvero altre 40 piscine piene di rifiuti. Una nave da crociera è pari a 50 piscine piene di rifiuti altamente inquinanti che possono essere scaricati nei nostri oceani ogni settimana.
Le navi da crociera inquinano l’aria che respiriamo
Le navi da crociera sono anche responsabili di un inquinamento atmosferico rilevante causato dal carburante bruciato. Le emissioni dei motori delle navi includono ossidi di azoto, ossidi di zolfo, anidride carbonica e polveri sottili. Gli scienziati stimano che entro il 2030, l’inquinamento atmosferico dovuto alle imbarcazioni oceaniche nelle acque statunitensi aumenterà dal 100 al 200 per cento.
Eppure, se in passato la vacanza in crociera non interessava quasi a nessuno, oggi sembra essere diventata uno degli stili di viaggio più ambiti, sopratutto perché il suo costo è diventato sempre più accessibile alla massa.
Al contempo, le navi da crociera sono diventate sempre più grandi. La Oasis of the Seas di Royal Caribbean, che ospita 5402 passeggeri, è una vera città galleggiante, con ristoranti ed attrazioni di ogni tipo.
Il tipo di turismo proposto è massificante e disinteressato ai luoghi.
Questo incide negativamente sulle località attraversate, che vengono invase da migliaia di turisti e visitate in poche ore con tour organizzati. Ma tende anche ad omologare i luoghi, facendoli diventare uguali gli uni agli altri: l’artigianato locale viene rimpiazzato da souvenir made in China, i cibi tradizionali da prodotti internazionali, rispondendo ad un tipo di turismo ridotto fondamentalmente alla “facoltà di andare a vedere ciò che è diventato banale“.
Il rapporto con il mare e coi luoghi visitati è lontano anni luce da questi mega villaggi galleggianti!
Per approfondimenti: Cruise Ship Report Card 2012 (in inglese)
Foto di copertina: Nave da crociera, fotografia di Lee Crowley, via flyckr