Palestrina (passa e cammina...), tra gli stretti vicoli e i giardini fiori, il vociare nelle piazze e nei bar, il prufumo di sughi caserecci, il panorama dei Monti Prenestini, come ce la racconta Patrizia Caprella.

Palestrina passa e cammina dice un detto, ma non puoi passare senza fermare.

Tra vecchi merletti, e mura antica, passeggio tra ricordi passati, presenti e futuri.

L’Antica arte del punto palestrina ricama intrecci, evocando immagini di mia nonna e delle commari sedute su piccole sediole di paglia nella corte assolata di un estate paesana, riportando nel presente quell’atmosfera mite e tranquilla, rendendola reale, lontana dal caos della capitale che dista pochi chilometri, e di cui nonostante se ne senta la vicinanza non ne subisce l’influenza.

Palestrina passa e cammina...cammino tra i vicoli, a volte ombrosi, stretti e silenziosi, di pergole , balconi e cortili fioriti, dove odo l’eco lontano delle voci dei paesani radunati nelle piazze, nei bar, annuso i profumi di sughi caserecci che si diffondono dalle case, dalle numerose trattorie, pizzerie, pub, ristorantini ricavati dai piccoli negozi caratteristici e moderni.

Ed ecco che nuovamente antico e moderno si fondono e si confondono senza stonare, anzi creando un armonioso contrasto piacevole alla vista e al gusto.

Palestrina passa e cammina...percorro le antiche vie lastricate della via Francigena e della via Preneste, su cui ancora posso vedere i solchi dei carri e udire il tintinnare delle conchiglie dei pellegrini, rivivere il glorioso passato romano nelle vestigia ancora esistenti nell’imponente Tempio della Dea Fortuna, che troneggia dall’alto su tutto il Paese e, sembra volerlo proteggere con il suo influsso benevolo.

Mai vista Dea della Fortuna più fortunata! esclamò Virgilio ammirando per la prima volta la magnificenza della dimora divina eretta e a lei dedicata. Ed io, paesano, guardandolo dalla finestra della mia casa, tra la nebbia mattutina o i raggi del sole, o passeggiando per le vie, o vedendolo stagliarsi all’orizzonte, imponente, dominatore, dalla strada che percorro al rientro di una giornata faticosa di lavoro, osservandolo pare darmi il benvenuto e mi sento “ fortunato” di aver ereditato tanta bellezza, arte , cultura, e magnificenza.

Palestrina passa e cammina...cammino tra le navate e le cappelle della Basilica di sant’Agapito dove c’è una Pietà incompiuta di Michelangelo, un Museo Diocesano di arte sacra piccolo ma ricco di un dipinto del Caravaggio che evoca il martirio di S.Agapito, della Madonna col velo della scuola del Perugino, e l'Eolo attribuito a Michelangelo, a cui fa eco il grande Mosaico nilotico di un’eta’ repubblicana, perfettamente conservato e che tassello dopo tassello racconta il paesaggio esotico del Nilo, e che troneggia nell’ultima sala del Museo della Fortuna, tra corolle di sarcofagi, numerosi reperti: cippi, busti, basi funerarie, statue e oggetti di uso quotidiano provenienti dalle necropoli della città. ...

Passa e cammino tra le note musicali del maestro Pierluigi da Palestrina e ascolto le note dei rondoni che volano radi tra i tetti e la valle , tra gli schiamazzi e le risate dei bardassi, tra le bande di paese e i cori di chiesa.

Odo i rumori degli zoccoli dei cavalli sul selciato durante Lo palio de sand'Agàbbido, attraverso le quattro Porte, e tifo per una contrada nella giostra della Scifa , e vinca o no, festeggio gustando un giglietto, souvenir di dolcezza e delicatezza, di antica tradizione dolciaria, di cui mia nonna era abile pasticcera.

Palestrina passa e cammina...tra antichi portoni, porte scrostate imbevute di passato, spalancate nei giorni d’estate e chiuse d’inverno, scambio quattro chiacchiere in dialetto con le anziane signore sedute loro davanti, tra vasi di fiori e edera rampicante, passeggio in cerca di ristoro per l’anima mia nel chiostro del Convento di S. Francesco e mi soffermo in religioso rispetto e devozione ad ammirare la sua vita raccontata negli affreschi che lo decorano, respirando l’aria fresca di montagna dello “scacciato”.

Palestrina passa e cammina...cammino verso la Rocca dei Colonna, nella più alta frazione di Castel S. Pietro acropoli della vecchia Praeneste, tra i torrioni di fortificazione, scendo tra le viuzze che come un fiume sfociano nelle piazzette, m’immergo nelle atmosfere da set , che nelle abili mani del grande Regista De Sica divenne Sagliena.

Rivivo le rocambolesche vicende amorose del maresciallo (Vittorio de Sica) e la bersagliera (Gina Lollobrigida) in Pane amore e fantasia, mi sembra di vedere la Lollo dalla mitica bellezza, e rido con Totò nel film I due Marescialli (per citarne alcuni) . Mi sento attore anche io nel set meraviglioso e vero, per nulla artificioso dei grandi set hollywoodiani.

Palestrina passa e cammina nella ridente cittadina, uno dei luoghi di più cari all’imperatore Augusto che antiche mura rammentano avesse dimora, nella gentilezza e nel panorama immenso e multiforme dei Monti Prenestini.

 

Autore: Patrizia Caprella,

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