Cosa significa filiera corta? Come può un ristorante diventare davvero eco-friendly? Quali sono le difficoltà maggiori nell’ambito del biologico? Dal confronto con Eco-Ristorazione Trentino, ecco qualche chiarimento e alcuni consigli per inserire con successo ingredienti bio e locali nel proprio menù.

Filiera corta, cibo locale e ingredienti bio: le 3 keyword della ristorazione green

Sono sempre di più i ristoratori e gli operatori turistici coscienti dell’importanza di un’offerta che rispetti l’ambiente, ma non sempre è facile realizzare un’offerta di ristorazione davvero green.

I punti chiave sono 3: filiera corta, cibo locale e ingredienti biologici.

In Italia, l’offerta è ancora spesso limitata e poco strutturata, ma questo non è l’unico problema. Prima di cercare gli ingredienti dai fornitori giusti, è necessario essere consapevoli del vero significato di questi concetti.

Filiera corta: dalla fattoria alla tavola

Cibo biologico e locale nella ristorazione

Partiamo dalla filiera corta: dall’azienda agricola sino alle nostre tavole, tutto i processi di produzione devono avvenire nella nostra zona geografica.

Bisogna quindi prestare attenzione non solo all’effettiva provenienza del prodotto ma a tutto il tragitto che esso ha percorso. Spesso infatti succede che acquistando un prodotto locale presso la le grandi distribuzioni, questi possono essere stati confezionati in altre parti d’Italia, creando un prodotto lontano dal concetto di filiera corta e poco rispettoso dell’ambiente.

Locale non è sinonimo di tipico. I diversi prodotti tipici delle regioni italiane sono diventati nel tempo tipici perché locali, ma nel nostro mondo globalizzato ormai la ‘carne salada‘ (un prodotto tipico trentino), ad esempio, non è necessariamente realizzata con carne di allevamenti trentini, anzi nel 99% dei casi questa deriva da allevamenti in altre regioni italiane o in altre zone estere.

Biologico e locale: la scelta migliore

Cibo biologico e locale nella ristorazione

I prodotti biologici sono più semplici da riconoscere, grazie al logo dell’Unione Europea che li identifica in modo inequivocabile. Ma sono molto più difficile da trovare, soprattutto se volessimo operare soltanto con il bio locale, la scelta ideale per l’ambiente.

Una volta chiarito cos’è locale e cosa non lo è, la soluzione migliore per diventare con successo un ristorante eco è conoscere personalmente i produttori dai quali ci riforniamo, fare rete e partire dai prodotti disponibili per costruire piatti che interpretino il territorio.

Senza dimenticare di comunicare nel modo giusto le nostre scelte e le nostre azioni al cliente, per spiegare eventuali prezzi più elevati e soprattutto per creare sempre più consapevolezza sulla sostenibilità ambientale.

7 consigli per la tua Eco-Ristorazione

Cibo biologico e locale nella ristorazione
Quali sono le regole da seguire per utilizzare i prodotti a filera corta e biologici nella propria eco ristorazione? Ecco 7 punti importanti da cui partire:

  1. Essere consapevoli di cosa è realmente locale e cosa no;
  2. Conoscere direttamente i produttori da cui ci si rifornisce;
  3. Fare rete tra eco-ristoratori ed eco-produttori;
  4. Poco: poche portate e pochi ingredienti. E’ difficile fare ristorazione sostenibile con tanti ingredienti e tante portate;
  5. Invenzione: reinventare il proprio territorio e le proprie tradizioni nel menù;
  6. Comunicare la sostenibilità: biologico, filiera corta, prodotti locali;
  7. Cercare nella propria attività una soddisfazione non soltanto economica, basata anche sulla qualità, sui feedback dei clienti, sulla soddisfazione personale.

E voi cosa ne pensate? Aggiungete il vostro consiglio commentando l’articolo!

Ti potrebbe interessare anche:

Rovereto osservatorio privilegiato sul turismo sostenibile

Le famiglie italiane scelgono il biologico