Quante volte, sfogliando riviste, tra le decine di articoli eco, vi è parso di vederlo, di un bel colore verde, così giovane, così green… e quante altre volte avete desiderato di sfoggiarne uno anche voi sulla vostra casa?

Avete mai pensato a come cambierebbe il nostro pianeta se tutte le abitazioni adottassero un bel tetto verde?

Magari coadiuvati da sistemi innovativi e tecnologici d’avanguardia, che sfruttando le condizioni climatiche (irraggiamento solare, vento,…) ci forniscono tutta l’energia di cui necessitiamo.

Quando il tetto è verde… è pieno di vita!

Prendiamo esempio dalla penisola scandinava e in modo particolare dalla Norvegia, che una tradizione tramandata per secoli vuole che il tetto debba essere un’estensione del manto erboso.

Un’usanza che affonda le sue radici nella preistoria e che con l’avvento della Rivoluzione Industriale, ha rischiato di scomparire. Oggi queste tradizioni esistono ancora grazie a un diffuso revival e alla Scandinavian Green Roof Association, di cui anche l’Italia è partners, che assegna ogni anno, a partire dal 2000, un premio al miglior progetto. Tra l’altro è stato incentivato un nuovo mercato: dai rifugi e dalle case vacanza.

Queste coperture, così green e fantasiose, sono persino impreziosite da alberi e non è inusuale vedere anche capre pascolarvi sopra!

Tappezziamo la città di verde!

Le buone abitudini dilagano e sempre più individui cominciano a persuadersi dell’utilità di avere una città a misura d’uomo. Nascono così meravigliosi progetti che rimandano a stili di vita eco-sostenibili, dove l’idea di vivere in una città moderna, non è più legato all’uso indiscriminato del cemento.

Ora molti Paesi spinti verso una direzione comune, che vede come obiettivo quello di incentivare la sostenibilità ambientale, strizzando l’occhio al, sempre temuto, risparmio energetico, stanno rimodernando la propria fisionomia.

In testa come sempre gli Stati Uniti mentre in Europa: Olanda, Danimarca, Germania e Francia sono davanti a tutti gli altri. Tra gli altri anche un’insospettabile Cina e una sorprendente Australia, dove nella città di Sidney, l’architetto Jean Nouvel, ha realizzato quest’anno, l’One Central Park.

Un complesso residenziale, costituito da 2 torri che ospita la bellezza di 624 appartamenti, in continuità col sottostante parco urbano di 30.000 mq. L’One Central Park ospita il giardino verticale più alto del mondo, frutto del botanico Patrick Blanc. Le piante quasi tutte native dell’Australia, raggiungono la quota di 166 metri di altezza e il giardino verticale ricopre il 50% della facciata, costituita prevalentemente di vetro. L’intento secondo il botanico, è quello di dare l’impressione ai visitatori di Sidney che il verde del parco ha raggiunto e pervaso pian piano gli edifici.

One Central Park Sydney, foto di bobarcpics
One Central Park Sydney, foto di bobarcpics

E l’Italia ha accettato la sfida tetti verdi?

Il nostro Paese non vuole essere da meno e in vista dell’atteso Expo 2015, a Milano, si sono messi in funzione una serie di progetti per rappresentare al meglio la città.
Uno stravagante progetto, che si può già ammirare in centro a Milano è rappresentato dal bosco verticale di Boeri, che cerca di rispondere a un’esigenza inderogabile, in vista dell’expo 2015, adottando una soluzione che vede alberi di 100 diverse specie, disposti su ogni piano, fronteggiare la necessità di rendere un centro città più sostenibile e verde. Ben lungi dall’essere l’antesignano di questo nuovo trend in Italia, l’idea è certamente suggestiva. Qui l’architetto ha voluto esprimere un modello di riscatto agli opprimenti, talvolta, centri urbani, dove il particolare connubio architettura e natura darà vita a un microclima, in grado di abbattere CO2 e polveri sottili, producendo umidità e ossigeno, riducendo l’inquinamento acustico e il vento.

Bosco verticale progettato dall'arch. Boeri, foto di Andrepax
Bosco verticale progettato dall’arch. Boeri, foto di Andrepax

Un altro esempio su tutti è rappresentato da una città del sud, Bari.  Giardini pensili e recupero delle corti nei quartieri centrali, sono tendenze ora in voga, tanto che è boom di tetti verdi!

A Bari tutti vogliono un tetto verde!

È un progetto sperimentale, ma ha già riscosso un grande successo. Il progetto si chiama SHAGREE (Green Shadows Program) ed è stato promosso da un gruppo di imprese e dal comune di Bari. Il progetto manco a dirlo mira ad una maggiore sostenibilità ambientale e al risparmio energetico.
La risposta non si è fatta attendere ed è stata gratificante: molti proprietari di immobili si sono detti disponibili alla sperimentazione, mettendo a disposizione circa duemila metri quadri di tetti, che sono pronti ad ospitare nuovo verde in città.

Di cosa si tratta? Il bando, per la nascita dei nuovi tetti verdi, pubblicato a dicembre 2013 ha come obiettivo quello di realizzare in alcune aree della città, giardini pensili, su tetti condominiali e cortili, per i quali sarà assicurata, per sei mesi, una manutenzione a titolo assolutamente gratuito. Dodici le proposte di adesione presentate da condomini. Di questi giorni la graduatoria definitiva per l’assegnazione delle quote di verde pensile e l’inizio dei lavori. Al termine del progetto, i dati a disposizione verranno raccolti, per capire se la stessa iniziativa potrà essere allargata con successo ad altre città, a livello nazionale.

Come realizzare un tetto verde fai da te

Per realizzare in modo corretto il tetto verde, servono alcuni accorgimenti, che permettono di non avere problemi di infiltrazioni in seguito.

Innanzitutto occorre uno strato drenante, fondamentale per poter scaricare l’acqua in eccesso accumulata dalle grondaie. Questo strato è essenzialmente formato da ghiaia e pietra pomice e deve essere posto in maggior quantità in prossimità di scarichi e grondaie.

Il secondo passo è quello di apporre uno strato di tessuto filtrante, che deve essere necessariamente permeabile da permettere all’acqua di scorrere verso il sottostante strato drenante. Questo strato è necessario perché da la possibilità alle radici di fissarsi saldamente al terreno di coltura. I tessuti più utilizzati sono in poliestere o polipropilene.

In ultimo il terreno di coltura del tetto verde, un mix di componenti per lo più inorganici, come argilla o sabbia, terreno di buona qualità, non uno qualunque, magari contenente agenti patogeni, ed humus per la crescita rigogliosa delle piante. Lo strato deve essere minimo di tre centimetri.

Le diverse tipologie di copertura verde

Tetto verde estensivo

È un sistema semplice in grado di rigenerarsi e propagarsi senza molta manutenzione, adatto sicuramente alle coperture di grandi dimensioni e difficilmente accessibili. Presenta enormi vantaggi perché è in grado di resistere molto bene ai periodi di siccità e non necessita di impianti di irrigazione tanto che in genere la vegetazione presente si adatta splendidamente alle condizioni climatiche del luogo. Il verde pensile estensivo viene solitamente identificato come “tetto verde”. Svolge funzioni prevalentemente tecnologiche e l’aspetto estetico della vegetazione in questo caso passa in secondo piano.

Un tetto verde estensivo quindi risulta leggero, a bassa manutenzione ed economico.

Le piante utilizzate sono muschio, Sedum in varietà aromatiche e graminacee che, dopo la posa, dovranno sopravvivere senza particolari cure. Il substrato, di spessore variabile (in genere 6-15 cm) è composto da coltivazione minerale, a basso contenuto di sostanza organica, che rappresenta il supporto ideale per la crescita di piante a portamento tappezzante.

La caratteristica del tetto verde estensivo è l’aspetto naturale della sua piantumazione che, dopo la messa a dimora, provvede a se stessa nel tempo. Queste coperture verdi a scarsa manutenzione presentano un aspetto estetico variabile a seconda delle stagioni, creando una naturalizzazione dell’edificio con l’ambiente circostante.

Creando uno strato di protezione ed isolamento termico per l’edificio, questo tipo di sistema, quindi, è maggiormente utilizzato quando è richiesto di valutare la miglioria energetica che può apportare all’edificio.
Sostanzialmente la soluzione ideale per coperture verdi poco fruibili, che offre la certezza di una minor dispersione di calore durante la stagione invernale ed un elevato e naturale maggior raffrescamento nei periodi estivi.

Tetto verde intensivo

Il verde pensile intensivo leggero viene comunemente identificato come “Giardino Pensile”. Assomiglia molto a un giardino tradizionale su terra, riprodotto però su una copertura, che richiede una manutenzione frequente, regolare oltre che apporti irrigui e nutritivi costanti ma che consente elevate prestazioni di accessibilità, fruibilità.
Lo spessore minimo si aggira sui 24 cm per avere una finitura calpestabile a prato. Quando si aumenta lo spessore del substrato, è possibile piantare molte specie vegetali come arbusti ed alberature, che consentono la creazione di giardini pensili variegati che donano un aspetto paesaggistico all’edificio il più naturale possibile, che ben si integra con l’ambiente circostante.

Questo sistema permette di ridurre le temperature grazie all’assorbimento del calore, impedendone la diffusione rapida.

Infine, l’aspetto ricreativo in quanto i giardini pensili offrono la possibilità di sfruttare aree altrimenti inutilizzate, trasformando il tetto di casa o la terrazza in una copertura verde creando un nuovo spazio vitale o un luogo dove rilassarsi ed intrattenersi con amici e famigliari.

Tetto verde inclinato

Il verde pensile inclinato è una tipologia di verde tra le più complesse poiché alle normali difficoltà di realizzazione del verde pensile vanno a sommarsi l’esigenza di dare stabilità e sicurezza a tutto il sistema, consentendo allo stesso tempo lo smaltimento regolare delle acque.
Per questi motivi la copertura necessita di una progettazione molto accurata che valuti attentamente le caratteristiche dei sistemi di trattenimento, dei loro ancoraggi e tutte le particolarità di funzionamento legate alla lunghezza e alla pendenza delle falde, il drenaggio delle acque, il dimensionamento degli scarichi e la tipologia della vegetazione. All’aumentare delle pendenze c’è un conseguente incremento dei costi di manutenzione.
Questo tipo di copertura viene solitamente applicato a tetti che hanno un’inclinazione massima di 35°.

Tetto verde verticale

Una nuova moda, il tetto verde verticale è ancora poco conosciuto in Italia, ma sta diventando elemento architettonico costante nei progetti, sia per edifici di nuova costruzione che oggetto di ristrutturazioni.

Oltre ad essere elemento distintivo dell’architettura verde, la realizzazione di una parete verde porta con se alcuni vantaggi, andando a costituire una “seconda pelle” degli edifici:

  • migliorando l’isolamento termico degli edifici, evitando l’irraggiamento diretto dei raggi solari sulla parete, che non si scalda e non irradia il calore all’interno;
  • contribuendo a catturare le polveri sottili (PM10) in ambiente urbano.

La realizzazione di una parete verde parte innanzitutto dalla scelta della tipologia di sistema. Esiste da anni un verde verticale “tradizionale”: il Verde Verticale Rampicante che sfrutta la capacità delle piante rampicanti di aggrapparsi a strutture di sostegno adeguate per costituire quella che è a tutti gli effetti una tenda verde.

La seconda tipologia, molto più recente, è quella che permette di realizzare veri e propri Giardini Verticali. Questa tipologia consente di inserire in parete piante che normalmente si trovano nei nostri giardini, creando vere e proprie opere d’arte.

Ecco perché avere un tetto verde

Come si è visto un tetto verde è un elemento sostenibile davvero efficace. Oltre a valorizzare gli edifici, l’abbattimento delle polveri sottili, il raffreddamento delle temperature circostanti l’abitato, producendo ossigeno e regolando l’umidità atmosferica, consente un netto miglioramento facendo da mantello protettivo “vivente”, poiché le piante proteggono non solo dall’irraggiamento solare, ma anche dai grandi sbalzi di temperatura, contribuendo a garantire un microclima ideale. I tetti verdi potranno contribuire a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e del dissesto idrogeologico.

È possibile aumentare l’isolamento termico delle abitazioni e migliorare la capacità di assorbimento dell’acqua piovana. Un tetto verde può essere impiegato in diversi modi, semplicemente come un isolante ecologico, oppure come orto urbano e ancora come spazio ricreativo.

Inoltre, il verde pensile, in combinazione con un impianto fotovoltaico, è una possibilità davvero innovativa per salvaguardare l’ambiente ed è davvero utile poichè questo sistema crea un interessante sinergia, potendo anche contare su bollette meno salate.

Così facendo si incrementa il valore commerciale del nostro edificio e tutte le volte che realizziamo una copertura verde, siamo consapevoli che ci stiamo riappropriando di un pezzo di natura perduta.

Sapendo quindi, che ogni anno vanno in fumo milioni di ettari di terreno per far spazio a sempre nuove costruzioni, perlomeno, al posto di una desolata e rovente superficie assolata, adottiamo un bel tetto verde!